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Tre sberle in pieno volto. Pioli ha capito, ma non è ancora sufficiente

di Domenico Fabbricini

Tre schiaffi in pieno volto, tre sberle. Talvolta possono aiutare a svegliarsi, ed è quello che servirebbe a questa Inter, che riesce in soli 5 minuti a vanificare cinque giorni di allenamenti, preparazioni, soluzioni studiate, schemi provati, tutto per affrontare al meglio il Napoli. Cinque minuti in cui forse i calciatori nerazzurri stavano giusto comiciando ad ambientarsi al clima del San Paolo che la squadra di Sarri ha affondato e colpito indirizzando di fatto la partita. Tutto da rifare, in cinque soli minuti. "Eppure lo sapevamo che il Napoli sarebbe partito forte, ci eravamo preparati per questo" ha dichiarato a fine partita mister Pioli. Ecco, ascoltando l'analisi del tecnico a caldo, quantomai lucida e obiettiva, ci arriva quantomeno un dato confortante, cioé che lui sa esattamente quali sono i problemi dell'Inter e su cosa lavorare. "Ci fanno gol con troppa facilità... Una squadra con equilibri ancora così precari che subisce gol così presto non viene certo aiutata... Abbiamo commesso delle ingenuità sui gol che una squadra con queste qualità dovrebbe evitare...". Si può discutere sulle qualità tecniche dei giocatori, sul modo di affrontare le partite, ma nulla si può dire in questo momento sulle capacità dell'allenatore. Che sa esattamente dove deve intervenire, ma purtroppo ci vorrà molto tempo prima che si veda la sua mano su questa squadra.

Chi pensava di aver visto dei passi avanti già nella vittoria sulla Fiorentina, comunque al cardiopalma dopo che i Viola in dieci hanno rischiato quasi di pareggiare, può mettersi l'anima in pace. D'altronde che ci fosse da lavorare lo si sapeva e sicuramente Pioli non ha la bacchetta magica che gli consente in due settimane di trasformare una squadra fin qui balbettante. Ma almeno sa cosa serve, ed è già un punto di inizio, sta poi ai calciatori cogliere i suoi dettami e interpretarli al meglio sul campo, come sempre.

Ecco, passiamo appunto alla squadra. Dopo la sconfitta in Europa League avevo chiamato in causa lo psicologo, e anche a Napoli la fragilità emotiva si è vista tutta. Una squadra senza personalità, che si sfalda appena va sotto, e come diceva Pioli prendere gol dopo pochi minuti non aiuta il processo di autostima. Perché questi ragazzi hanno bisogno di ritrovare fiducia nei propri mezzi, difficile dopo i risultati archiviati fin qui. Ci vorrebbe un filotto di risultati positivi, ma per trovarli serve prima ritrovare fiducia: è il paradosso del cane che si morde la coda. Perché anche quando l'Inter ha provato a reagire e ha di fatto impegnato Reina, lo ha fatto in modo disordinato, per effetto delle giocate di un singolo. Manca anche equilibrio perché se ti scopri per attaccare sei vulnerabile dietro, se provi a difendere l'attacco è isolato, e se non segna Icardi son dolori.

Ma fin qui è un film già visto, un copione già noto. Torniamo da Napoli con un altro boccone amaro da mandar giù, magari sarebbe il caso di smettere di parlare di Champions per un po' e cominciare a far ritrovare alla squadra la serenità e la fiducia fondamentali per approcciare nel modo giusto le partite. Forse così i risultati arriveranno. Senza l'ansia di un traguardo che oggi appare quantomai utopistico.


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