Uccellacci e uccellini
Negli ultimi giorni ho scoperto quanto siano diventati un vero spasso alcuni programmi sportivi. E mi sono reso anche conto del perché abbiano discreti share. Credo, in sostanza, che si potrebbero eliminare le trasmissioni chiamate di “intrattenimento”… quelle che, volgarmente, definiamo “comiche”; perché la comicità involontaria di molti interpreti di queste ultime è quanto mai contagiosa.
Spieghiamoci meglio.
Capita che arrivi un Signore da molto lontano, sostenuto a piene mani dalla propria famiglia, e che questo Signore decida di acquistare una società calcistica italiana. Una volta acquistata la maggior parte delle azioni questo Signore sceglie di muoversi piano piano nel nuovo mondo, cercando di capire cosa si possa e si debba fare e cosa no.
Decide perciò di mettere sotto contratto alcuni dirigenti, persone quotate e di grande carisma e capacità nei loro settori. E si preoccupa di seguire una politica virtuosa, fatta di un occhio a quel che succede intorno ed un occhio a bilancio e portafoglio.
Un uomo saggio.
No, scusate, un poveraccio. Perché non si può, perché se compri l’Inter non puoi permetterti di stare a fare conti e conticini. Perché l’Inter è una questione di cuore e non di aritmetica. Perché va bene ed è corretto cercare di rispettare il Fair Play Finanziario, però mica si può stare immobili continuando ad avere una squadra mediocre. E che diamine. E stiamo parlando di Inter. E bla bla bla.
Tutti bravi a chiacchierare del nulla cosmico.
La mia memoria non è a breve termine; per fortuna in alcuni casi, purtroppo in altri. E ricordo perfettamente quello che si raccontava fino a quindici giorni fa del nostro Presidente. O le battutine di chi interista non è…
Ricordo quando, parliamo di dicembre, si accostavano alla Beneamata nomi importanti per il mercato di riparazione. E le risate… Già, perché alla fine della fiera eravamo etichettati come quelli che…ma sì, ma lasciali parlare, ma cosa vuoi che comprino quelli, hanno già speso un sacco di soldi per Mancini, sono al limite del collasso economico, stanno fallendo (questa è quella che preferisco)… I grandi esperti del tubo catodico, si diceva una volta.
SORPRESONA!
Il Signore di Giacarta cosa ti combina? Tomo tomo cacchio cacchio, con l’abile regia di Roberto Mancini, strappa Podolski all’Arsenal nonostante le patetiche dichiarazioni e smentite di Wenger, con tanto di offese gratuite all’Inter che ancora non ho digerito bene (cominciasse a vincere qualcosa invece di parlare sempre… brav’uomo, ma non ricordo quanti “tituli” abbia in bacheca Arsenio).
Ma sì, ma che vuoi che sia. Un vecchio, e pure una riserva nell’Arsenal. Sarà il solito flop. Bollito. E via. I grandi conoscitori di calciatori e di uomini. Poi capita che il Podo entri al quarto d’ora del secondo tempo, arrivato a Milano da due giorni, e cambi completamente la partita. Ma non è vero, perché anche di fronte all’evidenza bisogna continuare a raccontare che Lukas Podolski è un ex calciatore.
Allora il Signore di Giacarta, sempre seguendo le direttive del Mancio (mi piace sinceramente la sinergia Thohir-Mancini-Bolingbroke-Ausilio), manda i suoi dirigenti a Monaco di Baviera e chiude per Xherdan Shaqiri, talentuoso ventitreenne svizzero di passaporto, sogno agognato di parecchi club europei neanche troppo lontani dalla prima fascia e di un paio di cosiddetti “grandi” club italiani. Blitz di mourinhiana memoria, dei bei tempi andati. E il ragazzotto vestirà i colori del cielo e della notte.
Apriti cielo.
La comicità assume toni eclatanti. A livelli di: "Ho sentito dire che se poi l’Inter non si qualifica per la CL fallisce o quasi... Sono gli ultimi soldi che ha a disposizione ET, una sorta di canto del cigno…", ed un succedersi di amenità che drammaticamente, perché di dramma sportivo di tratta, vengono sciorinate da presunti ed improvvisati esperti finanziari.
A casa mia questa cosa si chiama “rosicare”. O, meglio, arrampicarsi sugli specchi.
Cambiare copione, lo spettacolo rischia di non divertire più.
Ah. Venerdì ha rinnovato Meteo.
Ad Maiora.