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Uguale e diversa

di Alessandro Cavasinni

È un'Inter tutta diversa ma anche uguale a quella dell'anno scorso. I giocatori, soprattutto, sono uguali e diversi. E non solo per ragioni di mercato.

Dopo il 2-0 al Monza al debutto di San Siro, i nerazzurri hanno ottenuto altri tre punti sul campo del Cagliari, strapazzando per un'ora i padroni di casa e offrendo una dimostrazione di forza notevole. Poi la squadra di Ranieri ha provato con orgoglio a tornare in carreggiata, ma la storia non è cambiata e, anzi, Calhanoglu s'è visto cancellare il tris dal palo dopo quello di Lautaro quando il tabellone luminoso indicava ancora lo 0-0 iniziale.

Ma, come si diceva, quella di quest'anno è un'Inter uguale e diversa di quella 22/23. Diversa da quella che per mesi aveva affrontato il campionato con arroganza, superficialità e sprechi enormi per stessa ammissione dei protagonisti nerazzurri. Uguale a quella invece vista nelle coppe, sia domestiche che internazionali. Si potrebbe sintetizzare così: Inzaghi s'è tenuto il buono della passata stagione e ha modificato quello che non andava, non solo grazie al mercato. Poi è chiaro che magari nei singoli qualcosa il tecnico ha perso, ma globalmente questa rosa sembra più completa in tutte le zone del campo. 

Sei punti in due gare, con quattro gol all'attivo e nessuno subito. La macchina interista va, senza troppi strappi al motore, ma con una costanza che comincia a destabilizzare la concorrenza. Manca un tassello, 'Waiting for Pavard', poi sarà un'Inter pronta, con giocatori consapevoli e affamati. Un'Inter uguale e diversa.


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