Un approccio che mi fa imbestialire!
Forse è arrivato il momento di imparare che certe partite non si vincono giocando bene solo nel secondo tempo. Moratti dopo lo 0-0 pallido contro il Genoa lo aveva sottolineato, poi la sbornia londinese ha un po' distratto tutti dall'approccio generalmente negativo che l'Inter mette in campo dai primi minuti. E' facile sentirsi i più forti, quando si hanno tante armi a disposizione, ma le partite vanno aggredite immediatamente, per chiarire subito a chi deve andare la vittoria. Perché se si lascia in mani avversarie il pallino del gioco, con la convinzione che prima o dopo un golletto arriverà, alla fine si paga dazio. Contro la Roma è andata così. Francamente mi sarei aspettato un match difficile, ma giocato da subito con il piglio giusto, quello della capolista che vuole spezzare le ali all'inseguitrice ritenuta principale un po' da tutti. Invece la squadra di Mourinho ha lasciato campo ai giallorossi, che senza neanche ringraziare se lo sono preso con tanto di vantaggio e conseguente corsa in salita per gli ospiti. In poche parole, l'Inter ha giocato con la voglia di portare a casa il risultato solo dopo ben oltre mezz'ora del primo tempo, un luso pagato a caro prezzo perché ha consentito all'avversario di prenderle le misure, forte anche dell'1-0.
Cosa mi fa imbestialire maggiormente? L'approccio della ripresa, con la Roma schiacciata nella propria metà campo e rassegnata a contare sulle sponde lontane km di Toni, ultimo e unico terminale offensivo di una squadra in palese difficoltà. Ancora prima dell'ingresso di Pandev l'Inter ha dimostrato di potersi mangiare i giallorossi, e lo testimonia un avvio di ripresa da centometrista: pressing alto e baricentro ancora più su, come se giocasse tra le mura amiche contro una provinciale in piena zona retrocessione. Perché non fare altrettanto nel primo tempo? Mancano le forze? Improbabile, visto che il cambio di ritmo è avvenuto dopo 45 minuti intensi. E allora qual è il problema? Mancanza di concentrazione? Sufficienza? Fatica a leggere le partite? Oppure, quello che credo, questa squadra spesso e volentieri ha bisogno di essere schiaffeggiata per renersi conto di quanto è forte. Anche dopo il pareggio i nerazzurri hanno continuato ad attaccare e ancora maledico quel fallito aggancio del Principe. Se ci fosse arrivato oggi non commenterei una brutta sconfitta. Ma siccome la palla è rotonda e non sono io a sostenerlo, ecco che da un tiro sbilenco di Taddei nasce il 2-1 di Toni, una rete totalmente avulsa dall'andamento del match. Risultato ingiusto, anche perché sarà pur vero che i tre legni sono necessari permettere su una porta, ma colpirli per tre volte assume i contorni di una punizione divina.
E ora che si fa? Siamo nuovamente con un punticino infinitesimale di vantaggiosulla prima inseguitrice (al momento la Roma). Ma è pur sempre un vantaggio che consente di definirci ancora capolisti. Bisogna mantenerlo stringendo i denti, lottando partita dopo partita e, soprattutto, cambiando approccio iniziale. Anche contro il Livorno non è che avessimo dato spettacolo prima del gol di Eto'o al 35'. Quindi, poche scuse e nuova mentalità, serve una testa da grande squadra qualsiasi sia l'avversario di turno. Al campionato penseremo nuovamente da giovedì, ora bisogna concentrarsi sull'Europa, con la consapevolezza di poter far bene in entrambe le competizioni, senza necessariamente doverne sacrificare una.