Un deejay per cambiare musica. Zero cassanate e troppe memorie corte
Per un'Inter che vuole cambiare musica, non poteva esserci niente di meglio che un deejay. E' di ieri infatti la notizia dell'incontro tenutosi tra il presidente Massimo Moratti e Youri Djorkaeff, vecchia gloria della Nazionale francese ed ex calciatore nerazzurro. Ufficialmente, soltanto un incontro contestualizzato ai progetti di Inter Campus, in realtà, un qualcosa che potrà aprire a nuovi scenari dirigenziali. In molti infatti - tra i tifosi - lamentano l'assenza di una figura che faccia rispettare l'immagine dell'Inter davanti ai media, o di qualcuno che si sappia affiancare nei momenti di difficoltà alla figura dell'allenatore. La scelta del nuovo tecnico, esperto e accentratore, fa capire in parte che la società ha già imparato qualcosa dai propri errori. Nonostante questo però, continua a girovagare nei pensieri del presidente l'idea di integrare allo staff societario una persona che abbia questo ruolo.
Prima di Mazzarri, si registrò un'intensificazione dei contatti con Leonardo. Una voce svanita nel nulla, visto il progetto a lungo termine sposato dal brasiliano con il Psg. "Sta bene a Parigi", diceva Moratti. Successivamente le idee di un acclamatissimo ritorno di Oriali (mai preso seriamente in considerazione) e quella di un ritorno (ma non da calciatore) del deejay Youri Djorkaeff. Il francese - tre stagioni in nerazzurro - ha lasciato un grandissimo ricordo a Milano: lo abbiamo visto più volte, anche recentemente, parlare di Inter, festeggiare vittorie (un po' di tempo fa...) da nerazzurro vero. Oggi quest'incontro - che può rappresentare 10, 100 o 1000 - riapre automaticamente questa pista. La stima di Moratti è già nota, bisognerà vagliare i progetti dell'ex centrocampista (fino a poco fa non entusiasta di quest'idea) e tutti i meccanismi societari che si verificheranno dopo il matrimonio attesissimo con il tycoon Thohir.
In attesa di nuovi sviluppi su questo fronte, si è registrato nella giornata di ieri l'addio di Antonio Cassano. Andrà a Parma, dove troverà un ambiente "tranquillo" completamente diverso a quello nerazzurro, saturo di pressioni, mediatiche e non. Vuole tornare ad essere protagonista, si vuole sentire amato. L'affetto da parte dei tifosi dell'Inter si è avuto inizialmente, ma è andato pian piano scemando. Vuoi per il calo fisico avvertito dal giocatore, vuoi per il giochetto mediatico che l'ha visto coinvolto. Precedentemente al famosissimo episodio pre-Catania in cui litigò con Stramaccioni (in pochi si sono messi nei panni nel barese) cominciava a regnare un grande scetticismo attorno alla sua figura. Si parlava e si scriveva tanto del suo pesante contratto, quando in campo è stato spesso uno dei pochi a tenere sul livello della decenza la qualità delle proprie prestazioni. Segato, trombato, snobbato: tanti gli aggettivi a disposizone. Lascia Milano a 31 anni, facendo spazio a un giocatore più giovane con un contratto più leggero come Belfodil, in un'operazione rispettabilissima. Restano i bilanci (ingenerosi) di chi parla del Cassano nerazzurro. Ma d'altro canto i numeri parlano chiaro: 39 presenze (alla faccia dei problemi fisici), 9 gol, 15 assist, 0 cassanate. In bocca al lupo Antonio, forse non sei stato capito.