Un passo indietro
Certo se si prova a confrontare l’Inter vista in campo al White Hart Lane con quella che solo quindici giorni fa ha fatto quel che voleva del Tottenham a San Siro (tolti gli ultimi quindici minuti di follia), si fa fatica a pensare che sia la stessa squadra. Una squadra scesa in campo con una forma mentale del tutto diversa, mai realmente decisa, mai veramente concentrata, in balia degli avversari fin dal primo minuto, che non ha fatto nulla per meritare la vittoria. A parziale scusante possiamo citare la stanchezza in un periodo in cui la squadra è chiamata a giocare tante partite ravvicinate, stanchezza acuita dalle tante defezioni che stanno flagellando la squadra: tra Stankovic, Cambiasso e Thiago Motta, Benitez ha dovuto reinventare il centrocampo con Zanetti e Muntari centrali. E in panchina? Ben poche le alternative tra Nwankwo, Coutinho e Santon... Insomma una squadra che non offre un’idea di solidità e forza fisica come poteva essere l’anno scorso, ma molto più imprevedibile.
Se ci si mette il momento di appannamento degli uomini migliori dello scorso campionato (Julio Cesar e Cambiasso infortunati, Maicon ancora in cerca d’identità, Milito in panchina) il quadro è completo. Il momento difficile del Colosso Maicon è stato, a Londra, ingigantito anche dalla prestazione mostruosa di Bale, che ha letteralmente surclassato il terzino brasiliano saltandolo con continuità (da vero rugbista, qual era, la poderosa cavalcata che ha portato al 3-1), firmando due assist al bacio e scodellando palle gol con continuità dalla sinistra. Un giocatore meraviglioso che ha confermato quanto di buono fatto vedere a San Siro e che vede ulteriormente in crescita le proprie quotazioni: se due settimane fa Redknapp lo aveva dichiarato incedibile, ora l’Inter, o chiunque lo voglia, dovrà sborsare un bel po’ di milioni se vorrà almeno tentare la dirigenza inglese a cedere. Ma che spettacolo sarebbe vederlo giocare in questa Inter…
Chiudiamo con una nota sull’attacco: il rientro in campo, negli ultimi minuti, di Milito è apparso molto più convincente delle ultime apparizioni (doppietta al Bari a parte), con poco tempo a disposizione si è mosso piuttosto bene baciando anche la traversa. Notazione interessante: Benitez lo ha schierato a sinistra, lasciando per la prima volta (e dopo le insistenti domande dei giornalisti) Eto’o ancora punta centrale. Risultato: attacco più pericoloso e ancora un gol del camerunese. Ma questa partita ha messo a nudo anche un altro difetto, e cioè se non segna Eto’o i vari Biabiany, Coutinho e Pandev vedono ancora troppo poco la porta. Un motivo in più per accelerare il pieno recupero del Principe. Urgono terribilmente i suoi gol lì davanti…