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Un sogno, non un'ossessione

di Alessandro Cavasinni

Sono giorni, se non settimane, che si sente parlare di "sfida decisiva", di "finale", di "partita che svolta una stagione" e via discorrendo. Da quando Kane – complice una doppia deviazione – ha insaccato il 2-1 alle spalle di Zoet, portiere del Psv Eindhoven, si è alzato il coro, la cantilena. Adesso ci siamo, Tottenham-Inter a Wembley. Ma siamo davvero sicuri che sarà quello che tutti ci stanno raccontando?

Di certo, lo sarà per gli Spurs. Con soli 4 punti nel girone e a -3 dai nerazzurri, gli inglesi non hanno margine di errore: qualsiasi altro risultato al di fuori della vittoria li escluderebbe matematicamente dalla possibilità di guadagnare l'accesso agli ottavi di Champions League. Diverso, invece, il discorso per i ragazzi di Spalletti, che si sono guadagnati l'opportunità di affrontare l'impegno in maniera più serena (per quanto possibile). L'Inter volerà a Londra con due risultati su tre a disposizione. E, anche in caso di ko, resterebbe da giocare l'ultima giornata: Icardi e soci in casa contro il Psv; Tottenham al Camp Nou. Chiaro, se il Barcellona fa il Barcellona, a Pochettino restano poche chance anche battendo i nerazzurri. Ma il rischio che i catalani affrontino l'ultimo impegno del girone già sazi e con poca voglia è reale. Per cui, non c'è da fidarsi. Al limite, a Wembley domani potrebbe andare bene pure un ko di misura, a patto di segnare quantomeno un gol e poi di vincere contro gli olandesi: troppe volte, nel calcio, si sono dati per scontati risultati che non lo erano affatto. E poi ci ha pensato il campo a riportare tutti alla cruda realtà. Discorsi complicati fatti di scontri diretti, differenza reti e così via.

Tralasciando tutti questi dettagli, resta la sostanza: in un girone nel quale, dopo il sorteggio, il più ottimista del tifoso interista si diceva felice di non prendere imbarcate, c'è da dire che siamo un bel pezzo avanti. Addirittura quest'Inter, che avrebbe dovuto chinare il capo dinanzi a Barça e Spurs senza osare la minima resistenza, è lì a poter chiudere il discorso qualificazione con 90 minuti d'anticipo. Altro che giocarsi l'Europa League con gli olandesi. Altro che evitare figuracce contro Messi.

Badate bene: nessuno osa insinuare che quella in terra britannica vada affrontata come fosse una gita di piacere, con spensieratezza e poi vada come vada. Assolutamente no. Ma c'è da evidenziare con forza il cammino fin qui ottimo di un club che torna a sfidare le big d'Europa dopo anni di oblio. E lo fa faccia a faccia, senza timore di misurarsi. Un passaggio obbligato per quella crescita tanto voluta e cercata da Suning.

Com'è che diceva José Mourinho"Vogliamo inseguire un sogno, non un'ossessione. La differenza? Un sogno è più puro di un'ossessione". Ci siamo capiti. 

VIDEO - PLUSVALENZE OBBLIGATORIE DA 40/50 MILIONI PER L'INTER A GIUGNO? ECCO PERCHE' NON E' VERO!! 

 


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Domenica 15 dicembre