Un venerdì gourmand, ma qualcosa non torna. E c'è un retroscena su Melo
Bienvenue Imbula. Impossibile non aprire questo editoriale dando il primo saluto al centrocampista francese che arriverà per il ritiro di Brunico e sarà a disposizione di Roberto Mancini. L'altro saluto va a Martin Montoya, che a sua volta si accaserà a Milano e sarà il nuovo terzino della rosa nerazzurra: con lui gli acquisti sino ad ora dell'Inter sono quattro, più Miranda (per la cui ufficialità si attende il termine della Copa America).
Sicuramente l'arrivo che più stupisce i tifosi nerazzurri, soprattutto per come è maturato, è quello di Giannelli Imbula che fino alla settimana scorsa era verosimilmente l'alternativa a Kondogbia. Nella giornata di ieri è stato definito l'accordo con l'Olympique Marsiglia per il trasferimento in prestito con obbligo di riscatto, ma se questo fosse accaduto 7 giorni fa sarebbe stato ai limiti dell'inverosimile: poche le chance di arrivare in prestito al giocatore francese, ma evidentemente l'opera di persuasione effettuata dalla dirigenza nerazzurra e dagli intermediari nella trattativa hanno portato a un buon esito della stessa. Questo arrivo, però, reca con sé tanti interrogativi e retroscena, ma invece di sollevare i soliti dubbi sulle potenzialità di un giocatore (aspettiamo che ci sia qualche organo di informazione mal disposto a farlo), preferisco andare dietro le quinte di questa trattativa che ha tenuto con il fiato sospeso non solo i diretti interessati.
Il primo a essere rimasto in trepidante attesa fino al pomeriggio di ieri è Felipe Melo. Per la gioia di alcuni tifosi (i soliti che giudicano sulla base di esperienze passate e per luoghi comuni), a questo punto il brasiliano difficilmente arriverà, nonostante fosse una richiesta esplicita di Mancini alla dirigenza per completare il centrocampo. Dopo aver preso Kondogbia e aver perso la possibilità di arrivare a Thiago Motta, le percentuali di nerazzurro per Melo erano schizzate in alto tanto da concretizzarsi in accordo fra l'entourage del giocatore e l'Inter: si aspettava solamente, per correttezza, che l'OM rifiutasse la 'folle' richiesta di prestito per Imbula per poi andare dal Galatasaray e presentare un'offerta ufficiale, come richiesto dal Mancio.
In questa storia c'è un grosso 'ma' che si è inserito: la strategia societaria. Il brasiliano sarebbe arrivato tranquillamente a Milano dopo le vacanze negli Stati Uniti, ma il club ha ribadito di voler puntare su giovani tecnicamente e finanziariamente futuribili piuttosto che investire su un uomo di esperienza alla mediana nerazzurra. Allora via subito ad approfittare dello spiraglio lasciato aperto dal club della Provenza per portare a casa il centrocampista classe '92 piuttosto che il brasiliano nato nel 1983. A nulla sono serviti il viaggio in Italia dell'agente e i tanti colloqui con Ausilio se non per sentirsi dire che la società aveva optato per Imbula e che Melo era diventata, improvvisamente, la seconda scelta. Un duro colpo a chi aveva rifiutato altre offerte perché convinto di potersi ricongiungere con Mancini e che aspettava solamente la chiamata dalla dirigenza per trasferirsi a Milano.
Non escludo, però, che qualche perplessità provenga anche dalla Sardegna dove l'allenatore sta trascorrendo le proprie vacanze. Nonostante avesse chiesto (quasi come un mantra) un rinforzo di esperienza nella zona nevralgica del campo la dirigenza ha acquistato due ragazzi che insieme non fanno l'età del mister jesino. Le qualità non si discutono assolutamente (Kondogbia era stato indicato come l'altro Touré), i due sono sicuramente degli ottimi prospetti, ma le richieste più volte espresse da Mancini, per il momento, non sono state accontentate: Motta non arriverà e andrà verosimilmente all'Atletico Madrid (salvo rimanere a Parigi), Felipe Melo rimarrà al Galatasaray dopo aver praticamente rifiutato tutte le offerte in attesa dell'Inter e i nerazzurri adesso hanno completato la propria campagna acquisti per il centrocampo senza arricchirlo né di fosforo né di esperienza. Freschezza e forza fisica, comunque, abbonderanno.
Sia chiaro, nessuno si lamenta degli acquisti, ben vengano giovani talenti e complimenti alla squadra mercato nerazzurra che ha chiuso in dieci giorni tre trattative e bloccato un quarto acquisto. Siamo a metà del lavoro se si considera la richiesta (ironica) di 8/9 elementi nuovi da parte di Mancini dopo l'ultima giornata contro l'Empoli, ma verosimilmente manca un solo tassello per completare questa prima fase urgente di intervento: quello dell'esterno offensivo. Si attendono aggiornamenti sul fronte Mohamed Salah (quotazioni in ribasso) e Stevan Jovetic (mercoledì giornata importante), ma anche Pedro è un nome da tenere in considerazione: Mancini lo ha chiesto a più riprese, ma al momento nulla è stato intavolato. Chissà se almeno su questo ultimo tassello vincerà la volontà del Mancio o le logiche societarie avranno la meglio. Sicuramente, valutando le aspettative pubbliche dell'allenatore, in queste operazioni di mercato qualcosa non torna (in attesa di Miranda, profilo ideale), ma tant'è: ora toccherà a Mancini trovare la quadratura del cerchio, di certo il materiale umano non gli mancherà.