Una cresta sotto l'albero
Innanzitutto, buon Natale a tutti voi. A chi ci segue con assiduità e passione, a chi ci dà credito e si fida e anche a chi, semplicemente, ci legge per poi criticare il nostro lavoro. Va bene, l'Inter è di tutti e noi siamo 'servitori' dell'informazione nerazzurra. Completate il sillogismo e il gioco è fatto. Che oggi sia un giorno sereno, da trascorrere con i propri cari, la famiglia, gli amici, senza cadere nell'ovvio e nella banalità. Che ognuno possa trovare sotto l'albero quello che più desidera, avvolto da una carta regalo o semplicemente da una buona speranza. Non ci sia spazio per delusioni, rancori, astio, personalismi.
Auguro a tutti i tifosi dell'Inter di godersi al meglio questo Natale, ma so già che, rispetto agli anni scorsi, sarà così. Perché tra risultati negativi, zuffe da spogliatoio, cali di tensione eccetera eccetera, spesso e (mal)volentieri l'Inter si è regalata delle festività sgradevoli, prive di ottimismo in vista dell'anno nuovo. Anche in questo 2019 si è corso il rischio, a causa del solito dicembre cinico che ha tolto qualche punto in campionato e soprattutto ha negato ai nerazzurri gli ottavi di Champions League. Ma nulla ha potuto contro la ferra volontà di questo gruppo di andare oltre i propri limiti e le evidenti difficoltà. Il 4-0 al Genoa è un'iniezione di ottimismo che non solo conferma la vetta della classifica in campionato, ma apre a scenari inimmaginabili solo qualche mese fa. La tormenta pare sia finalmente passata, la pausa invernale permetterà alla squadra di ricaricare le pile e recuperare i lungodegenti. E con il battesimo al gol di Sebastiano Esposito, c'è anche la favola natalizia da raccontare a grandi e piccini. A questo si aggiungono gli scivoloni di Milan e Juventus: oggi saremo tutti più buoni, ma un delicato sfottò ai rivali di sempre è cosa buona e giusta.
I 42 punti su 51 raccolti dall'Inter in campionato sono un bilancio straordinario, considerando le buche e la terra trovate negli ultimi due mesi di percorso. Qualche punticino è stato lasciato per strada, ma fa parte del gioco. E alla luce delle assenze patite c'è da essere molto soddisfatti. Ma guai a farsi ingannare: la pausa offrirà alla dirigenza l'opportunità di non trovarsi nuovamente a fare le nozze con i fichi secchi. Antonio Conte ha realizzato un mezzo miracolo tenendo il passo della Juventus, che a onor del vero ha raccolto più di quanto meritato (per svariate ragioni, ma è Natale e soprassediamo). Per questo merita tutto il credito di questo mondo. Il tecnico salentino ha dimostrato che la strada intrapresa, al netto di buche e terra, è quella giusta. E il modo migliore per rendergli omaggio è supportarlo nelle sue richieste. Come in estate, quando si era speso per un solo nome: Romelu Lukaku. E nessuno sostenga che non abbia avuto ragione. Oggi il nome è un altro: Arturo Vidal. E pare che, finalmente, tradendo i propri principi aziendali che prevedono solo investimenti su calciatori futuribili, anche la proprietà si sia convinta di accontentare l'allenatore.
Vidal la sua parte la sta facendo, attraverso l'agente Fernando Felicevich ha già comunicato al Barcellona di voler cambiare aria. Qualcuno dei sopra citati miscredenti obietterà: figurarsi se verrebbe all'Inter a giocare l'Europa League quando potrebbe rimanere in blaugrana con Messi, Suarez e Griezmann e vincere la Champions League. Tesi legittima. Eppure Re Arturo va contro ogni logica e insiste per tornare in Italia, da Conte. Perché? Semplice, a 32 anni vuole essere ancora protagonista, un punto di riferimento, non una prima opzione dalla panchina. Per questo ruolo ci sarà tempo. Il richiamo dell'Inter è fortissimo, come due estati fa quando attendeva solo l'ok per lasciare Monaco di Baviera e raggiungere Milano. Non accadde, perché Suning non era convinta di questa operazione. Ma oggi la musica è diversa: c'è una necessità oggettiva di rinforzare il centrocampo, la richiesta dell'allenatore è chiara e una trattativa è fattibile. Fosse per Beppe Marotta si andrebbe dritti su Dejan Kulusevski, ma il suo arrivo sarebbe più utile a giugno, quando lo staff tecnico potrebbe lavorarci tutta l'estate. Oggi Conte, per sfidare la Juventus, ha bisogno di certezze e la sua porta il nome di Arturo Vidal. Stop.
Paura per un Nainggolan-bis? In società c'è qualche prurito in tal senso, quanto accaduto con Radja brucia ancora: grosso investimento, rinuncia a Nicolò Zaniolo e addio dopo un solo anno assieme a colui che più lo aveva chiesto (Luciano Spalletti). Ma la situazione oggi è molto diversa. In primis, perché il belga non è arrivato carico di entusiasmo, perché il suo desiderio era rimanere alla Roma. Vidal invece freme all'idea di vestirsi di nerazzurro. In secundis, siamo di fronte a un correttivo a una base che ha già dimostrato di essere solida. Re Arturo sarebbe la ciliegina sulla torta, operazione non dannosa e potenzialmente gratificante. A questo va aggiunto che, rispetto all'affare Nainggolan (che, va ribadito, probabilmente a giugno tornerà a Milano per fine prestito), i costi sulla carta sarebbero minori e più sostenibili. Sempre che la trattativa vada in quella direzione.
Ognuno si è fatto un'idea su questo potenziale trasferimento. In molti sono contrari per questioni anagrafiche e precedenti extra-calcistici del soggetto in questione. Altri, anche per averlo visto in azione due volte contro l'Inter in Champions League, ritengono possa essere un innesto fondamentale per aumentare il tasso qualitativo, quantitativo ed esperenziale del gruppo. Ma al di là di tutti i pareri, basta una sola, semplicce ragione per sperare di trovare la cresta di Vidal sotto l'albero, o almeno nella calza della Befana: l'ha chiesto Conte. Tutto il resto non conta.
Buon Natale, cari amici interisti, da tutta la redazione.
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