Una montagna di escrementi addosso all'Inter. E tutti zitti
Ma cosa deve accadere affinché qualcuno parli dei torti arbitrali subiti dall'Inter? In quattro partite ne abbiamo già viste di tutti i colori, si sfiora il record in regime di Var. In questi anni, dall'introduzione della tecnologia in ausilio ai direttori di gara, raramente si sono succedute tante nefandezze una dopo l'altra. Ci si ricorda del celeberrimo Pjanic-Rafinha in Inter-Juve, del capezzolo di D'Ambrosio a Firenze, del braccio di Dimarco in Inter-Parma. Già l'anno scorso qualcosa in più, però mai con la continuità disarmante come in questo avvio di campionato. Dopo la Fiorentina, direzioni allucinanti (e allucinate) di Piccinini e Nasca a Benevento, di Guida e Irrati a Roma con la Lazio e poi la più fresca, sabato scorso, di Mariani e (ancora) Irrati nel derby. Non sarà un complotto, non sarà una seconda Calciopoli, quello che volete, ma il dato è allarmante: troppe situazioni chiare nelle quali si è deciso di non vedere o di vedere male.
A Benevento, la coppia Piccinini-Nasca cancella un gol e un rigore a Lukaku, fischia fallo contro Sensi quando è il portiere campano a franargli addosso al limite dell'area e non vede un netto tocco di braccio in area di Tuia su tiro ravvicinato di Barella. Tutto passa sotto silenzio visto il 5-2 nerazzurro. Non fa meglio il tandem Guida-Irrati all'Olimpico prima della sosta, tra gialli a caso, un tocco di braccio lampante di Parolo con Barella lanciato verso Strakosha e la ciliegina dell'espulsione di Sensi. Completa il trittico grottesco la direzione di Mariani-Irrati nel derby: Kjaer (già ammonito) viene graziato dopo trattenuta a Lautaro al limite dell'area in occasione promettente; nessun fallo quando Theo Hernandez placca Lukaku lanciatissimo verso l'area; Kessié (già ammonito) va col piede a martello sulla caviglia di Hakimi e anche qui nemmeno fallo; dato e tolto a Lukaku il rigore del possibile 2-2 per un offside inesistente, con Kjaer che recapita maldestramente la palla sui piedi del belga prima con un tocco sbagliato e poi allungandosi con la punta del piede. Capite bene che, dopo nemmeno quattro partite, ce n'è di roba di cui parlare. Altri club avrebbero aperto dossier già dopo la prima partita, qui invece l'Inter se ne sta muta.
Un atteggiamento che non paga e mai pagherà, anzi. Anche perché dalla sala stampa nessuno si sogna minimamente di fare domande nel merito a Conte durante i post-gara. Figurarsi. E nemmeno è il tecnico nerazzurro a sollevare il problema, quasi narcotizzato dalla ricerca dell'estetica. Ma il dato resta ed è vergognoso: tre partite di fila condizionate pesantemente da arbitraggi non degni nemmeno della terza categoria. Decisioni inaccettabili in tempi di Var. Ma si preferisce parlare della fragilità della fase difensiva dell'Inter, che certamente non sarà perfetta, ma si finge di non ricordare le assenze contemporanee di Skriniar e Bastoni. E soprattutto, vista la produzione offensiva enorme: cosa dire della fase difensiva del Milan? Tra gol sfiorati, rigori non concessi e salvataggi in extremis, non si può certo dire che l'Inter non abbia creato i presupposti non solo per pareggiare, ma per vincere il derby. E prima ancora a Roma con la Lazio. Però i punti persi cominciano ad accumularsi e non è un bene.
Servirebbe che qualcuno in società si facesse carico di queste beghe e alzasse la voce, perché andare avanti così non è più tollerabile soprattutto per rispetto dei tifosi, già frustrati nel non poter seguire la squadra allo stadio. A Conte, in passato, è stato rimproverato l'eccesso di eloquio e allora, adesso, se ne sta zitto quasi contro natura. E quindi che prenda la parola qualche dirigente per difendere l'Inter da questa montagna di escrementi che gli si spala addosso ogni tre giorni, dentro e fuori dal campo.
VIDEO - ACCADDE OGGI - 19/10/2002: TOLDO E VIERI BEFFANO LA JUVE AL 95'!