Una rondine non fa primavera, ma intanto l'aria è più salubre
L'Inter vede la rondine della vittoria ma Ranieri sa che la primavera è ancora lontana e, infatti, non vuol parlare di svolta. Non ci sono più le stagioni (d'oro) di una volta e allora meglio vivere alla giornata senza sbilanciarsi troppo. Seguendo letteralmente questa filosofia, i nerazzurri non si sono sbilanciati diffidando di se stessi prima che della Fiorentina.
Il primo tempo è stato condotto con saggezza, cercando i guizzi degli attaccanti (più mobili del solito) ma senza dare mai la possibilità agli avversari (tra l'altro pesantemente penalizzati dalle assenze di Montolivo e Jovetic) di ripartire. I rientranti brasiliani Lucio e Maicon hanno pensato soprattutto a difendere rinunciando alle loro aspirazioni offensive.
Anche gli esterni Faraoni e Coutinho hanno tenuto bene le posizioni, abbassandosi per poi cercare l'inserimento ragionato.
Molto buona, in particolare, la prestazione del giovane brasiliano. Mi sono registrato sul mio iPad almeno sei spunti importanti nell'oretta in cui è stato in campo: buoni i movimenti tra le linee, la personalità nelle conclusioni e decisiva la sua firma su entrambi i gol nati da suoi recuperi trasformati in altrettante transizioni positive.
Secondo me Coutinho sta maturando fisicamente e tatticamente e meriterebbe di giocare con maggior continuità e non fare solo il tappabuchi.
La partita non ha detto molto altro. Il 4-4-2 utilizzato sempre da Ranieri quando si è trovato in emergenza è stato più ordinato ed efficace nel primo tempo. Dopo il 2-0 si sono rivisti troppi spunti individuali dei soliti Lucio, Maicon, Zarate ed è venuta fuori l'anarchia latino-americana. Un atteggiamento che non ha impattato negativamente sulla partita ma che potrebbe allontanare il ritorno della primavera.