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Una vittoria da maneggiare con cautela

di Lapo De Carlo

Inter-Palermo più che una partita sembrava un videogioco ad handicap, che rendeva la prospettiva di un successo un'eventualità quasi remota. Dopo tre sconfitte consecutive, con alcuni giocatori sotto mira, un pubblico scarso e tiepido e i nervi scoperti, poteva anche arrivare il quarto tonfo. A prescindere dall'avversario. Invece Guarin e Icardi, sotto la regia di Brozovic hanno portato un successo prezioso come una pepita.

Parlare di una vittoria è più semplice di quanto non accada con una sconfitta. Ci sono tante risposte, tanti punti esclamativi, nodi che improvvisamente si sciolgono. E poi chi legge è ben disposto. Di fatto questa partita ha mostrato cose di cui si sentiva un gran bisogno, a partire dai tre punti, seguiti dalla non scontata presenza del gioco, presente consistentemente per tutti i 94 minuti, poi la conferma della bontà dei nuovi acquisti e infine la concentrazione tenuta fino alla fine. Sono risposte arrivate anche grazie all'intervento di un episodio fortunato, una componente venuta a mancare spesso in questi anni. Abbiamo tutti negli occhi l'occasione clamorosamente mancata da Dybala, che si è comunque mostrato un giocatore straordinario per la facilità di calcio e i movimenti opportuni. Da quel momento l'Inter ha reagito e ha dominato il Palermo, colpendo due legni e arrivando al gol del raddoppio con Icardi. 

Il coefficiente di difficoltà della partita era elevatissimo e ha confermato che il pubblico dell'Inter si è attestato intorno alle 30.000 unità. Non è un particolare trascurabile considerando che il problema di uno stadio mezzo vuoto ha delle implicazioni che si riflettono anche nel rendimento di una squadra. I tifosi dicono che è colpa della crisi, dei biglietti troppo cari eccetera, ma sono abbastanza certo che con un'Inter nelle prime tre posizioni questa sera ci sarebbero state ventimila persone in più. Non vuole essere una polemica ma una presa d'atto che il "vero tifoso" certificato da presenze con ogni condizione climatica e ogni tipo di Inter, sta estinguendosi con delle attenuanti generiche figlie di un imborghesimento. È il calcio moderno, bellezza.

A questo si è aggiunto l'infortunio di Nagatomo, che ha costretto Mancini a schierare Dodò come esterno di una difesa a quattro, non esattamente una scelta facile. Trascuro in parte l'arbitro Guida di Torre Annunziata, che aveva già arbitrato male l'Inter. Coerentemente ha pensato di tenere bassa la media con una mancanza di coraggio nella distribuzione dei cartellini gialli. In totale non ricordo di aver mai vissuto un mese con tanti bersagli mobili tra i giocatori nerazzurri. Si è partiti da Osvaldo che ha dato il peggio di sé dentro e soprattutto fuori dal campo a inizio gennaio. Poi una cospicua fetta di tifosi ha deciso che Handanovic è scarso, domenica a Sassuolo è stata la volta di Icardi che ha iniziato con la curva una guerra tribale, culminata col Palermo con una doppia esultanza silenziosa, poi Ranocchia massacrato dopo la papera di Napoli, come solo la voce del popolo sa fare.

Aggiungo alla lunga lista Moratti, preso di mira sorprendentemente dalla Nord per le sue dichiarazioni. Mi rifiuto di comprendere come l'ex presidente dell'Inter possa essere trattato come un appestato, senza alcun riguardo, senza nessun rispetto. Evidentemente i tifosi dell'Inter hanno deciso che la bilancia pende più a favore delle colpe di una società indebitata che dei meriti di grandi investimenti in anni bui, per colpe non solo sue, e di successi straordinari in cui il suo ruolo è stato ridimensionato con notevole cinismo. 

Tornando alla partita, oltre alla dolorosa persistenza della grigia stagione di Palacio, emerge la notevole classe di Brozovic. Tra tutti gli acquisti appare il più decisivo. Shaqiri deve essere più concreto ma ha personalità. Santon non è più il "bambino", ma un ragazzo, notevole il miglioramento in fase di copertura. Eppure le ferite di queste settimane sono ancora fresche e questa vittoria deve essere presa con prudenza considerando il calendario che prevede la solita dolorosa trasferta a Bergamo in cui non si vince dal 2008, a seguire quella a Cagliari dove negli ultimi anni l'Inter ha giocato partite modeste. Presto sapremo se sarà Inter o un calesse.
 


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