Una vittoria in mezzo al caos
Battuto il Crotone dopo un dominio territoriale assoluto, un numero infinito di calci d’angolo e azioni fotocopia, capaci di esaltare per 80 minuti più il fortino catenacciaro dei calabresi che a mostrare il talento dei giocatori dell’Inter. Il 3-0 sarebbe un risultato in effetti credibile per la mole di gioco espressa e la volontà messa in campo. Il fatto è che è arrivato solo a 7 minuti dalla fine, con l’affanno di una squadra votata ad un gioco ancora prevedibile e che ha faticato a trovare il gol persino contro l’ultimissima in classifica.
Il sollievo del risultato può far posto ad un maggiore ottimismo ma resta da capire come cambiare la struttura del gioco nerazzurro. L’assoluta mancanza di alternative al gioco attuale, che permette quasi al solo Icardi di andare in gol e l’incredibile numero di traversoni destinati a essere preda costante degli avversari, unito alla lentezza del fraseggio è certamente una base di partenza. Tra i tanti misteri di questo inizio stagione allucinante, anche il rendimento di Banega, incapace di esprimere il suo valore e di giocare palloni per lui elementari. Aggiungo Joao Mario, che dopo aver iniziato bene la stagione si è improvvisamente normalizzato nelle ultime due partite. L’Inter oggi non ha un catalizzatore di palloni ma elementi tecnicamente validi, privi cronicamente di personalità, al punto da non essere in grado di trascinare nessuno.
Al rientro ci sarà il derby e in panchina andrà Pioli. A questo proposito è difficile in un articolo dare la proporzione di quanto sta accadendo negli ultimi mesi all’Inter In tutta la storia non si era mai visto una situazione nemmeno lontanamente paragonabile a questa. Un incubo. Non so come altro chiamare una settimana tanto inquietante, mortificante, umiliante e, alla fine, preoccupante per la serie di comportamenti che ogni singola componente dell’Inter sta palesando da mesi. Questa settimana però si è dato fondo al peggior esempio di gestione societaria a cui il calcio moderno abbia mai assistito. Avere un consiglio di amministrazione che prima conferma De Boer attraverso le parole di Ausilio e Bolingbroke, poi assistere ad una partita non esaltante con l’Atalanta, ritrovare il silenzio, infine l’annuncio dell’allontanamento del tecnico dopo Genova, scandito da un hashtag #iostocondeboer che la dice lunga sul pensiero dei tifosi.
La tempistica dell’esonero risponde a tutti quelli che vendevano l’ipotesi di una società poco interessata all’Europa League. E ancora, la panchina invece di passare ad un nome già pronto, passa al tecnico della Primavera, dimostrazione ulteriore di una società senza organizzazione o strategia condivisa. Se decidi di cambiare allenatore devi avere già un accordo con un altro. Invece puro sbaraglio e via al casting per scegliere il tecnico. Giorni di pura follia durante i quali la dirigenza cinese, mischiata a quella italiana da appuntamento a Pioli, Marcelino, Zola e consulta anche altre ipotesi. Tutto mentre nel mondo si sprecano le ironie per la modalità grottesca.
Alla fine ha prevalso Pioli, che verrà annunciato nelle prossime ore. In tanti anni di avvicendamenti in panchina non mi sono mai sentito tanto distante dal problema/soluzione. Abbiamo perso il conto degli allenatori esonerati in sei anni e c’è ancora chi crede che fossero tutti incapaci? Preferivo arrivasse un italiano al posto di un tecnico straniero per una banale conseguenza che ne può derivare se deve imparare, come De Boer l’italiano, la serie A, la mentalità e altre considerazioni che non dovrebbero nemmeno essere messe in discussione.
Quello che mi interessa di più oggi è sapere chi comanderà in società, non chi va in panchina. De Boer era bravo, come lo è Pioli, pur con idee diverse. Tuttavia non sono certo rassicurato dall’arrivo di un nuovo dirigente e del probabile addio di Michael Bolingbroke. A meno che il nuovo uomo della dirigenza non sia quello che prenderà le decisioni facendo sintesi tra le diverse visioni di Zhang, Joorabchan, Ausilio, Zanetti, Thohir, Tronchetti Provera eccetera…
Quello che è accaduto in questi mesi è talmente surreale da non voler infierire ulteriormente su una squadra che amo.
Grande stima per Vecchi intanto, il quale in pochi giorni ha dimostrato che se fosse rimasto lui fino a termine della stagione, non sarebbe stato uno scandalo.