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Uno, due, tre e…

di Egle Patanè

E uno, e due, e tre. Quatta, quatta l’Inter porta a casa il terzo rinforzo, una delle priorità di Simone Inzaghi: il vice-Sommer. Quel fantomatico portiere che sulle prime portava a Bento, il gioiellino brasiliano (con zero minuti in Copa America con la Selecao) accantonato per la potenziale asta all’orizzonte che avrebbe tolto energie e tempo probabilmente vane ai Campioni d’Italia. La sterzata è stata facile per i dirigenti del The Corner che non hanno faticato nel trovare ‘l’alternativa’, se cosi può definirsi. E Josep Martinez così non può del tutto definirsi. L’estremo difensore spagnolo, protagonista della positiva stagione del Genoa, conclusa all’11esimo posto, 4 punti dietro il Napoli campione uscente e 45 gol fatti, quanti subiti. Sulle 38 partite disputate dal Grifone in Serie A solo 2 di queste non hanno visto il classe ‘99 tra i pali. Con meno gol subiti del Milan, Josep si presenta ai nerazzurri in punta di piedi e senza particolare hype. “È un orgoglio arrivare in un club come l’Inter” seguito dalla promessa di dare il massimo sono stati i concetti chiave della sua presentazione ai meneghini. Concetti seguiti da un altro fondamentale aspetto, decisivo nella scelta compiuta da Marotta, Ausilio e Baccin: “Come mi trovo in Serie A? Sto benissimo, in Serie A e in Italia”. La familiarità con il campionato nostrano è stata la carta vincente che ha fatto dell’ex Lipsia e Las Palmas la pedina giusta da aggiungere all’Inter del domani. 

Senza barocche narrazioni di altisonanti colpi, i nerazzurri tassellano pezzetti di una rosa che per ora parla al futuro, compatibilmente con la linea dettata da Oaktree, ma che, con la complicità dei retaggi del passato, attende ancora l’ufficialità di un pesante rinforzo di cui il tecnico piacentino potrà godere: l’iraniano, in attesa delle nuove visite mediche e del canonico iter, è pronto a portare quantità e qualità ad una squadra che non può che beneficiare dell’esperienza che apporterà. 

Ma sbaglia chi pensa che gli sforzi della dirigenza nerazzurra siano dettati solo ed esclusivamente dalla volontà di consegnare a Simone Inzaghi i tasselli giusti per restare competitivi con il pensiero esclusivamente rivolto alla prossima, estenuante stagione. Perché in Viale della Liberazione, e si può dirlo liberamente e con sollievo, i piani riguardano anche il futuro, più o meno immediato: è un pezzo pregiato, a detta di tutti gli addetti ai lavori, che tanto bene può fare in un futuro prossimo Luka Topalovic, centrocampista del 2006 arrivato da quella piccola fucina di talenti che risponde al nome di Slovenia con la benedizione del suo ex direttore esecutivo Matej Orazem che lo definisce un giocatore dal futuro assicurato. Così come Alex Perez, il ragazzo in arrivo dal Real Betis che davanti alla proposta dell'Inter ha reso vano ogni sforzo del club andaluso di trattenerlo: troppo ghiotta l'opportunità, anche a 18 anni un treno così lo devi prendere al volo. E così ha fatto, con l'Inter che nutre in lui la speranza di ripetere il colpo centrato in pieno con Yann Bisseck nell'ultima stagione. 

Senza dimenticare che c'è già il sigillo su Tanner Tessmann, faro del Venezia, destinato ad arrivare il prossimo anno insieme a quel gioiellino che risponde al nome di Giovanni Fabbian...

Intanto Marcus Thuram incassa una prima grande delusione, la seconda europea dopo l’uscita dalla Champions di Madrid e ancora una volta il francese saluta una competizione continentale per mano di spagnoli. Mai entrato in campo, il 9 interista ha guardato dalla panchina segnare il suo ‘competitor’ per poi veder sprofondare ogni buona speranza in vista di Berlino. Stessa sorte per Pavard, mai sceso in campo in questo Europeo, e simile ma non uguale quella del compagno di reparto, Lautaro. 

Il capitano, tra non molto impegnato con la sua Argentina dovrebbe partire dalla panchina a favore di Julian Alvarez, l’attaccante del City sulle prime avanti rispetto al Toro nelle scelte di Scaloni. Nulla che preoccupa Lauti, tornato a fare ciò che meglio gli riesce, nella competizione in questione nella fattispecie: miglior marcatore dell’edizione in corso il centravanti di Bahia Blanca siede prima di trovare difronte a se quel prato verde da saccheggiare. Terreno ritrovato dopo un periodo di non troppo feeling con la porta, con l’Argentina e con l’Inter ma solo nell’ultima parte di una stagione da incorniciare, consacrata con il rinnovo che a breve verrà siglato e ufficializzato.

Insomma, è un'Inter per tutti i gusti che lavora e fa parlare di sé su tutti i fronti. E che sabato comincerà a fare rullare i motori per l'avvio della preparazione di una stagione lunga un anno. Dal caldo di luglio di Appiano al caldo di luglio  degli States per il Mondiale per club: sarà un anno interminabile, sperando che poi diventi indimenticabileIl. 


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