Var e polemiche: il silenzio sarà pure d'oro, ma la parola non sempre è d'argento
Ennesimo weekend condizionato dalle decisioni arbitrali quello appena concluso in Serie A. Episodi chiave in partite sempre più in equilibrio. Basti pensare al risultato venuto fuori dalle sfide di Inter, Juve, Milan e Napoli: poker di 1-0. Dal rigore lampante di Pavlovic alla gomitata di Douglas Luiz fino alla sceneggiata di Politano e, per concludere, al contatto Cristante-Thuram.
Per ragioni di tempo e spazio, soffermiamoci solo su quest'ultimo. L'Inter ha vinto a Roma una partita complicatissima già di per sé e resa ancor di pià complicata dagli infortuni già nel corso del primo tempo di Calhanoglu e Acerbi. Ko che hanno privato Inzaghi di scelte libere nella ripresa per le sostituzioni, con il reparto di centrocampo estremamente penalizzato considerando i forfait della vigilia di Zielinski e Asllani. Bravo il tecnico nerazzurro a gestire il match nonostante le molteplici insidie, chiudendo con un serrato e inedito 5-4-1, reso necessario dagli eventi.
A fine gara, da parte dei tesserati Inter, nessun accenno alla direzione di Massa e, pià in generale, all'operato della squadra arbitrale (completata da Di Bello e Di Paolo in sala VAR). Il rischio è sempre quello: vedersi scambiare l'eleganza con la stoltezza. Tutti abbiamo visto cosa è successo tra Cristante e Thuram. Così come tutti abbiamo visto Massa fermare Frattesi lanciato in contropiede promettente dopo l'erroraccio di Cristante (semrpe lui...). E non va dimenticata l'ammonizione in tempo zero per Barella dopo un fischio assurdo contro Bastoni. Episodi che avrebbero potuto compromettere il risultato e che, comunque, hanno condizionato la partita.
Il silenzio sarà pure d'oro, ma la parola non sempre è d'argento. Anche perché gli altri non si fanno scrupoli a metter su teatrini mediatici lunghi settimane su episodi tutt'altro che evidenti come invece sono stati quelli dell'Olimpico.