Vedi Napoli e poi... vinci
Una trasferta a Napoli ha sempre il suo fascino. Visiti una tra le città più belle e contraddittorie al mondo, se sei fortunato con il meteo ti godi al sole lo spettacolo mozzafiato del lungomare, quando inizi ad avere fame devi solo scegliere tra le innumerevoli proposte culinarie del luogo, al netto della storica pizza che non ha eguali. Purtroppo il periodo e la zona rossa/arancione non permetteranno, a chi lo volesse, di poter vivere tutto questo. E solo gli addetti ai lavori regolarmente accreditati potranno recarsi al 'Diego Armando Maradona' per seguire la partita.
Si gioca Napoli- Inter, una delle sfide più sentite e tradizionali del nostro calcio. Una sfida che racconta tanto altro, oltre al pallone. È un confronto tra sud e nord, tra due aspetti opposti di Italia, anche se migliaia di tifosi partenopei risiedono nella parte alta dello Stivale e migliaia di tifosi nerazzurri sono nati e vivono nel cosiddetto meridione. Ma domani, pur nella tristezza del silenzio imposto dalla pandemia, l'Inter può e deve mettere un'altra importantissima tacca nella cavalcata che porta allo scudetto. Mancano otto gare alla fine della corsa.
La Beneamata, reduce da undici vittorie consecutive, vanta undici punti di vantaggio sul Milan e dodici sulla Juventus. Tanta roba, come si dice nel gergo moderno, ma proprio per questo l'ansia aumenta tra il popolo nerazzurro che continua a darsi virtuali pizzicotti per avere la conferma che sia tutto vero e non solo uno splendido sogno.
Il Napoli di Gattuso ha tutto per mettere in difficoltà una squadra come l'Inter. Tecnica, corsa, capacità di esaltarsi nelle partite che contano. Ma i nerazzurri hanno tutto per abbattere anche questo ostacolo. Tecnica, corsa, difesa fortissima, organizzazione e, finalmente, spietato cinismo in attacco quando c'è da segnare i gol che decidono le partite. La differenza la faranno anche le motivazioni e se il Napoli spera ancora di agguantare un posto al sole tra le prime quattro, l'Inter ha quella primaria: vincere il diciannovesimo scudetto della sua gloriosa storia.
Antonio Conte martella, è la sua specialità. E più il vantaggio aumenta, mentre meno partite mancano, e più martella. Lui, sportivamente parlando, lo definisce “odore del sangue” che anche i suoi ragazzi hanno iniziato ad annusare con piacere, esaltandosi così nel prevalere sull'avversario.
Questa Inter è roba tremendamente seria e credibile. Bella quando vuole esserlo e non quando lo vorrebbero gli altri, quelli che pontificano senza nemmeno vedere le partite. Questa Inter, non quella un po' distratta e naif di inizio stagione, poteva dire la sua anche in Champions League. Ma non è tempo di rimpianti europei, la case si costruscono dalle fondamenta e da questo puntio di vista i lavori vanno avanti che è un piacere.
Mentrela squadra, supportata da una dirigenza di primo livello, suda e ragala soddisfazioni alla sua gente, sarebbe auspicabile, come già scritto in passato, che la proprietà uscisse allo scoperto tornando ad esternare. Il presidente Zhang è atteso a breve in Italia dopo una lunga assenza per cause di forza maggiore legate alla pandemia e sarebbe bello se facesse un punto esauriente sullo stato delle cose. Lo meriterebbero i tifosi che hanno passato qualche mese a inseguire notizie che qualcuno si è anche divertito a stravolgere ipotizzando scenari apocalittici. E la stessa proprietà, che se si andasse a dama, sarebbe la prima oltre confine a centrare una vittoria così importante, meriterebbe i giusti applausi e il giusto riconoscimento per aver riportato l'Inter al successo dopo anni passati a vedere vincere altri.
Vedi Napoli e poi muori? No, vedi Napoli e poi... vinci. Inseguire il dodicesimo successo consecutivo per continuare a godere mentre gli altri organizzano simposi per convincersi che l'Inter giochi male. Questo deve essere l'imperativo anche domani sera nello stadio intitolato al genio del calcio. Perchè “'cca nisciuno è fesso”, come dicono a Napoli. Ma dall'inizio del girone di ritorno, come dicono anche a Milano, sponda nerazzurra.
VIDEO - AMARCORD INTER - 16/04/2010: IL SOMBRERO DI MAICON ALLA JUVENTUS