.

Verba volant, tweet manent. E alla fine i nodi vengono sempre al pettine

di Fabio Costantino

Verba volant, tweet manent. A voler sottolineare una delle meno discusse differenze tra Walter Mazzarri e Roberto Mancini si potrebbe persino puntare sull'apertura alla tecnologia moderna. O meglio, alla comunicazione digitale. Perché rispetto a WM, che rimaneva freddo anche al cospetto della più classica intervista vis-à-vis o conferenza stampa, bypassate volentieri, il Mancio ha abbracciato l'esposizione mediatica 2.0 con un sito personale e un account Twitter, che utilizza spesso e volentieri per distribuire pensieri in libertà. Sembra una banalità, ma agli occhi del tifoso moderno, la cui passione vive e si sviluppa soprattutto sulle piattaforme online, è un punto enorme a proprio favore.

Ieri, dopo una serena e rilassata chiacchierata con i giornalisti ad Appiano, il neo 50enne (a proposito, auguroni) Mancini ha voluto coinvolgere il pubblico del web con un tweet di incitamento: "Domani dobbiamo chiudere il discorso qualificazione. Dobbiamo puntare alla Champions League con il terzo posto o vincendo l'Europa League". Nulla di trascendentale, ma significativo sotto un certo punto di vista. Perché l'allenatore di Jesi, oltre a rendere partecipi i tifosi interisti di lui follower, ha mandato un messaggio che rompe notevolmente con il recente passato della panchina nerazzurra.

Se Mazzarri si trincerava dietro concetti (legittimi, ci mancerebbe...) come "raccolta dati", "assenze pesanti", "lavori in corso" e simili, poco affascinanti nei confronti della tifoseria interista (e i risultati non lo sostenevano), dopo un primo impatto soft e attendista Mancini è uscito dal guscio con parole decisamente spregiudicate e scevre da eccessiva e strategica prudenza. Proprio quelle che ci si attende da un tecnico come il Mancio, storicamente propositivo sul campo e fuori.

Probabile che il nuovo-vecchio allenatore dell'Inter non abbia ancora la consapevolezza di poter cambiare subito volto alla squadra, iniettandole quella sfacciata sicurezza che le manca da mesi, ma quantomeno il segnale che invia all'esterno è incoraggiante. E gli stessi giocatori, molti dei quali heavy user dei social network, hanno il dovere di recepirlo. Stasera contro il Dnipro sarà ancora tempo di sperimentazione, molti i calciatori rimasti fuori dalla lista dei convocati per una ragione o l'altra. Ma l'obiettivo è chiudere il discorso qualificazione in Europa League, possibilmente da primi in classifica.

Con questo non nego che Mazzarri avesse le stesse intenzioni, ma il tecnico nativo di San Vincenzo non è riuscito a trasmetterle all'esterno né all'interno, puntando piuttosto a una difesa strenua del proprio operato. E sul fatto che il gruppo fosse completamente dalla sua parte, come lui stesso sosteneva convinto, mi si permetta di nutrire qualche dubbio. Altrimenti, tutto questo entusiasmo palesato dopo il cambio di guida tecnica da molti giocatori tra interviste e messaggi 2.0 non si spiegherebbe. Perché se da una parte verba volant e tweet manent, dall'altra i nodi vengono sempre al pettine.


Altre notizie