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Adriano a FcIN: "Legato a Moratti, nel 2004 il vero Imperatore. E il coro..."

di Francesco Fontana

Ha voglia di tornare in campo e riprendere da dove si era fermato, dopo anni passati a guardare, più che a segnare. Lui 'sa come si fa', un attaccante che importante lo è sempre stato, e ora guarda al futuro con rinnovato entusiasmo e voglia di rimettersi in discussione. Questo è il presente, e futuro, di un giocatore che a Milano è diventato uno dei migliori al mondo, con giocate memorabili in un super mix di potenza e tecnica.

Il passato, indimenticabile, si chiama Milano e Inter, seconda casa e primo vero grande amore calcistico, dove i tifosi non lo hanno mai dimenticato e mai lo faranno. Arriva da perfetto sconosciuto, riesce a imporsi come uno dei più forti attaccanti che la storia nerazzurra ricordi, anche se la l'esperienza in maglia interista non si conclude propriamente nel migliore dei modi.

Ora potrebbe ricominciare dalla francese Ligue 2, dove il Le Havre Athletic Club vorrebbe concedergli l'ennesima occasione per la rinascita calcistica. Lui, però, non dimentica i colori nerazzurri e una figura che per lui ha significato tanto, un uomo che nel tempo è diventato una sorta di secondo padre, più che un semplice presidente. Una persona che non gli ha mai fatto mancare il proprio, affettuoso, appoggio.

Adriano Leite Ribeiro, attaccante classe '82 attualmente svincolato, si concede in questa intervista per ripercorrere alcuni tra i momenti più belli vissuti con la maglia dell'Inter, svelando qual è l'episodio a cui è più legato, il momento che mai dimenticherà. Per i lettori di FcInterNews, l'Imperatore brasiliano.

Che ricordo hai dei tuoi primissimi passi nel mondo del calcio?
"Il ricordo è legato alla squadra in cui ho iniziato e mi sono formato: il Flamengo. La persona che per prima mi ha aiutato è stata la mia mamma. Ricordo con piacere quando mi ha portato nella sede della società. Prima di intraprendere la strada da calciatore mi dedicavo al calcetto".

Dopo il ritorno dal Parma hai passato cinque mesi in nerazzurro riuscendo, quasi da solo, a trascinare la squadra al quarto posto utile per la Champions. Secondo te quello è stato l'Adriano più forte di tutta la carriera?
"Sicuramente, dico di sì. Nel 2004, dopo il ritorno in maglia nerazzurra, ho segnato 15 gol in 16 partite, praticamente quasi una rete a gara. Quindi, direi di sì. Quello è stato il miglior Adriano mai visto in carriera".

Il gol che porterai sempre nel cuore con la maglia nerazzurra?
"Mamma mia! Che bella domanda! Non riuscirei a sceglierne uno solo, perché ne ho fatti tanti con l'Inter!".

Quanto è importante per te la maglia nerazzurra?
"Rispondo dicendo che l'Inter 'abita' nel mio cuore".

Il momento più bello che porterai per sempre con te?
"Non è un discorso prettamente di campo, ma riguarda i tifosi. Quando entravo e loro cantavano il mio coro mi emozionavo tantissimo. Anzi, mi emoziono anche ora solamente a ricordarlo".

Il momento più brutto vissuto a Milano.
"Quando è morto il mio papà".

Che ruolo ha nella tua vita, calcistica e non, Massimo Moratti?
"Il presidente ha avuto grandissima importanza, avendo un ruolo fondamentale. Moratti è sempre stato gentile con me e il suo ricordo è con me anche oggi".


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