Alborno a FcIN.it: "L'Inter? Una famiglia molto unita"
DI lui, è cosa nota, si dice un gran bene da diversi anni: l'Inter è riuscita a strapparlo ad una concorrenza nutrita ed agguerrita, e proprio quest'oggi è stato ufficializzato come nuovo acquisto da parte dei nerazzurri. Parliamo di Rodrigo Alborno, l'esterno offensivo paraguayano (ma con passaporto italiano, bene ricordarlo) sul quale la società nerazzurra ha voluto compiere un investimento importante in ottica futura, e chissà, magari anche per l'immediato. Il giocatore sarà a disposizione della Primavera di Stramaccioni, nell'attesa di ritagliarsi un suo spazio in prima squadra. Intanto, così come avvenuto per Luc Castaignos, FcInterNews.it ha avuto il piacere di contattarlo per un'intervista nella quale dice tutto di sé:
Rodri, innanzitutto presentati.
"Sono nato il 12 agosto 1993, ad Asuncion (Paraguay)"
C'è qualcuno nella tua famiglia che ha giocato a calcio?
"No, nessuno ha mai giocato professionalmente. I miei genitori però mi hanno sempre inculcato la pratica di questo sport"
Dove hai iniziato la tua carriera calcistica?
"Inizialmente ho giocato a calcetto, all'età di 7 anni, poi a 8 anni ho iniziato a giocare anche a calcio a 11 e a Futsal, il calcio a 5 secondo norme Fifa. Ho praticato e giocato queste 3 discipline, ma gli insegnanti mi hanno consigliato di sceglierne una e concentrarmi su quella. Non ho esitato un attimo: ho scelto il calcio".
In quale squadra hai debuttato?
"Al Club Atlantis, un club del quartiere dove sono nato".
In che ruolo giocavi?
"Sempre da centrocampista di sinistra".
E quando sei arrivato al Libertad?
"Negli ultimi tre mesi del 2006 mi sono presentato alle selezioni dei giocatori giovani da fare entrare nel Club Libertad. Sono stato confermato nel dicembre 2006, per poi entrare nel Libertad a gennaio 2007. Ho giocato l'Under 15 che avevo 14 anni, vincendo il campionato e segnando sette gol. L'anno seguente ho avuto un anno meraviglioso sempre nella Under 15; ci siamo confermati campioni ma per me questa volta c’è stato un premio speciale: sono stato capocannoniere con 24 reti segnate".
Quali sono i tuoi punti di forza in campo?
"Sarebbe più giusto che fossero i tecnici a giudicarmi in modo più preciso, ma in ogni caso, mi considero un giocatore tecnico, veloce e con un tiro molto buono dalla sinistra. Amo il calcio offensivo".
Dove pensi di dover migliorare?
"Sicuramente devo cercare di migliorare l'uso della gamba destra e i colpi di testa. E poi devo imparare tutto quello che posso per quei giocatori che hanno più esperienza".
Hai una mossa speciale per sorprendere gli avversari durante la partita?
"Siccome mi piace il calcio offensivo, cerco sempre di usare la velocità palla al piede. Però seguo sempre le indicazioni del tecnico e non mi preoccupa dovermi occupare della marcatura degli avversari. Nel calcio devi avere l'intelligenza e l'immaginazione".
Cosa conosci del calcio italiano?
"Io sono un fan del calcio in generale. Mi piace vedere le partite di diversi campionati, approfittando delle opportunità offerte dalla tecnologia".
Cosa sai dell’Inter?
"E’ senz’altro uno dei club più prestigiosi del mondo, che nel corso della sua storia ha dimostrato di saper vincere sempre tanto. L'anno scorso hanno vinto tutto. Quello che mi fa più felice, però, è vedere l’Inter come una famiglia molto unita".
Quale è stata la partita o il gol più importante della tua vita?
"La mia partita più importante è stata la prima in Coppa Libertadores, a 16 anni, contro il Blooming della Bolivia, perché è stato un passo importante nella mia carriera. Non lo chiamerei il "gol più importante" ma è stato molto speciale, perché ho tirato dal cerchio di centrocampo, cosa che non si fa spesso nel calcio: avvenne in una partita ufficiale della Under 16 paraguayana nel 2009".
Quale giocatore nella storia del calcio è di maggiore ispirazione per te?
"Cristiano Ronaldo".
Perché?
"Perché mi piacciono i suoi movimenti imprevedibili sul campo".
Hai un giocatore preferito nell’Inter?
"Javier Zanetti, un giocatore eccezionale, un professionista che dovrebbe essere un esempio per tutti noi giovani calciatore del mondo. Credo che queste parole per descriverlo sono assai valide: l'umiltà, il lavoro, professionalità".
Il tuo cibo preferito?
"Pasta, in tutti i modi possibili".
Quanta importanza hanno i tifosi per te?
"Sono molto importanti soprattutto nel dare incoraggiamento alla squadra nei momenti difficili, perché questo è ciò che motiva tutti i giocatori".
Stai seguendo un corso di italiano?
"Non ancora. Son stato in giro per diverse città e non ho ancora iniziato a studiare. Ma lo farò a settembre, per me è una priorità".
Per quanto tempo studierai?
"Finché non avrò una buona padronanza della lingua. Farò tutti gli sforzi necessari".
Cosa ti mancherà di più quando lascerai Asuncion?
"Parte della famiglia che vive lì, i molti amici che ho, i vari cibi in Paraguay. Grazie a Dio ho i miei genitori che staranno con me a Milano".
Cosa ti piace dell’Italia come Paese?
"Da quando sono arrivato in Italia ho visto solo un po’ Milano, ma mi sono sentito subito a mio agio. Amo questa città".
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