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B. Cauet a FcIN: "Pinamonti si notava a 14 anni. Le voci su Conte parte del gioco. Empoli? Inter superiore"

di Simone Togna

All’Inter ha ricoperto molteplici ruoli. Giocatore, allenatore delle giovanili e osservatore. I nerazzurri hanno rappresentato gran parte della sua vita. Benoit Cauet con la maglia della Beneamata ha vinto la Coppa Uefa del ’98, nell’anno del famigerato rigore Ronaldo-Iuliano. Un atleta che non mollava mai. E che oggi da tecnico trasmette al suo gruppo quella volontà di non darsi per vinti che lo caratterizzava in campo. Con ottimi risultati. In esclusiva per FcInterNews ecco un’intervista a 360° dell’attuale mister del Concarneau.

È reduce da una gran bella salvezza ottenuta con la squadra bretone.
"Siamo arrivati a gennaio. L’obiettivo era la permanenza nella categoria. Il target è stato raggiunto. Con il plus di aver lanciato parecchi giovani del vivaio. Molti di loro hanno così esordito nel calcio professionistico dando un grande contribuito. È andata bene. Per la felicità e la soddisfazione di tutti". 

Compresa quella di suo figlio Kevin, il suo vice.
"Lui aveva già maturato svariate esperienze all’estero. È uno che ha voglia di fare e si mette sempre a disposizione nel lavoro. Per questo l’ho scelto e devo dire che vivere insieme questo tipo di avventura ci ha arricchito, umanamente e professionalmente".

Anche il resto del suo staff è composto da professionisti piuttosto green di età. Perché in Italia è difficile puntare su questi profili?
"Tutti noi al Concarneau abbiamo dato sempre il 100% e i risultati per fortuna si sono visti. Contano le capacità, non la carta d’identità. In Francià c’è una prospettiva diversa. Abbiamo un campionato di formazione. E i calciatori bravi scendono subito in campo. Semmai se ne vanno via troppo presto, a 18-20 anni. In Italia invece è differente. Gli atleti non sono aiutati nello step di maturazione. E non sempre c’è fiducia in loro".

Lei ha conosciuto moltissimi calciatori dell’Inter Primavera. Su chi scommetterebbe? O quali sono i ragazzi che l’hanno colpita di più?
"Pinamonti già a 14 anni si capiva che avrebbe giocato in Serie A. Tra l’altro lui è tifoso nerazzurro, speriamo prima o poi possa guidare l’attacco della Beneamata. Ma anche alcuni elementi dell’ultima generazione sono molto interessanti. Merola, Schirò e Gavioli potranno arrivare lontano. Non mi sorprende leggere il loro nome accostato a squadre di Serie A. Vedi quello di Lorenzo (Gavioli ndr) col Cagliari nell’affare Barella. Meritano tanto, ne sentirete parlare. E mi faccia fare i complimenti a Roberto Samaden, un fuoriclasse nel suo ruolo di responsabile". 

Voi col Concarneau avete battuto il Laval, che è giunto quarto in classifica. Con i dovuti paragoni è come se l’Empoli vincesse con l’Inter. Come vede il match di San Siro?
"I nerazzurri giocano in casa. E sanno cosa devono fare per arrivare in Champions. Sono in linea con gli obiettivi stagionali. Serve una vittoria. Con tutto il rispetto per i toscani, una bella compagine, il team meneghino è più forte dei rivali". 

Quanto sarà importante affrontare la gara col giusto spirito? 
"La testa, e faccio un discorso generale, è tutto. Nella mia carriera ho conosciuto tanti giocatori più forti di me. Ma non avevano la giusta predisposizione. Oggi si vuole sfondare subito. Non è così. Devi lavorare ed essere disposto al sacrificio". 

Ma le voci su Conte possono avere destabilizzato l’ambiente?
"No, fa parte del gioco. In Italia è così. Già a gennaio si parlava del mister salentino, che per inciso è un grande tecnico e sembra possa allenare, oltre all’Inter, 3-4 squadre diverse nella prossima annata. Quindi il discorso dovrebbe valere per i nerazzurri ma anche per gli altri team accostati al leccese". 

Il suo sogno è di allenare l’Inter in futuro?
"Noi dobbiamo solo pedalare. E lavorare a testa bassa. Questo è quello che conta".

Chi consiglierebbe ai nerazzurri?
"Moussa Dembélé del Lione. Attaccante classe ’96 dal sicuro avvenire". 

E su Nicolas Pépé del Lille che mi dice?
“Parliamo della rivelazione del campionato. Ma credo che il costo del suo cartellino sia ormai proibitivo".

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