Bagnoli a FcIN: ''Mazzarri e Thohir per crescere. Gli olandesi..."
Inter-Verona sarà anche la partita di Osvaldo Bagnoli. Il Mago della Bovisa, timoniere dell'Hellas scudettata stagione 1984-1985 e, in seguito, sulla panchina dei nerazzurri per un anno e mezzo. In esclusiva a FcInterNews.it, l'ex allenatore ci parla di questo nuovo miracolo gialloblu, del suo passato interista e della sfida di sabato sera.
Bagnoli, Inter-Verona sarà l'anticipo serale del sabato: che partita si aspetta?
“L'Inter si sta riprendendo, il Verona sorprende. Nessuno si aspettava un inizio di campionato così. Ma la realtà parla chiaro”.
Verona da temere. Mercato azzeccato, tecnico preparato e individualità di spicco.
“Nell'ultima partita, contro il Parma, c'erano fuori i due centrali titolari per infortunio: vuol dire che anche i rincalzi sono importanti. Sono state fatte le cose per bene, la rosa è di qualità. Penso a Jorginho, che in pochi prevedevano così bravo anche dopo il salto di categoria. Ma anche Iturbe sta stupendo”.
E' possibile ripetere per questa squadra l'impresa del suo Verona?
“Tutti parlano di arrivare ai 40 punti per salvarsi. Anche noi facevamo dichiarazioni simili, ma ci eravamo accorti che ci saremmo potuti togliere grosse soddisfazioni. Un'altra favola? Perché no! Favole non ci sono tutti i giorni, ma non vedo il motivo per cui non possa ripetersi a Verona”.
Sull'Inter cosa possiamo dire?
“Anche l'Inter, come il Verona, è sotto giudizio. I nerazzurri non andavano bene ultimamente, non era più l'Inter degli scudetti. Ora sta cambiando anche la società, oltre l'allenatore, ed è chiaro che si sta cercando di ritrovare la strada giusta. Credo che il percorso intrapreso sia quello corretto, le ultime partite dicono questo”.
Mazzarri è l'uomo giusto per rilanciare l'Inter?
“Non posso giudicare i miei colleghi, ma sembra davvero che il club sia in una fase di miglioramento generale”.
Come sta valutando la cessione della maggioranza del club a Erick Thohir?
“Anche il Verona pochi anni fa ha cambiato gestione. Si stava retrocedendo, son stati fatti dei sacrifici ed è arrivata la cessione. L'ex presidente non stava bene, tant'è che poi ci ha lasciato, ma si è preoccupato di lasciare la società in buone mani. La stessa cosa può succedere all'Inter: si cambia per migliorare”.
Riavvolgiamo il nastro e torniamo all'anno e mezzo in cui Osvaldo Bagnoli fu allenatore dell'Inter. Prima stagione molto positiva.
“Il primo anno (1992-1993, ndr) andammo molto bene: arrivammo secondi dietro al Milan. L'anno dopo provammo a migliorarci, ma non andò per il verso giusto. E si sa: quando c'è delusione, paga l'allenatore”.
Era l'anno degli acquisti di Jonk e Bergkamp. L'esonero arrivò il 6 febbraio del 1994, dopo il ko interno con la Lazio maturato negli ultimi minuti.
“Eravamo al quarto posto quando fui mandato via, forse la società si aspettava di più. In seguito, le 12 partite fatte con in panchina un'altra persona furono peggiori di quelle che facemmo con me. Fu vinta solo una partita e l'Inter finì in fondo alla classifica. Evidentemente, i giocatori che erano stati presi non andavano bene per la squadra”.
Ma lei era d'accordo con gli arrivi di Jonk e Bergkamp?
“Son passati tanti anni, ma ricordo certamente che io non ero uno di quegli allenatori che imponevano il mercato alle società. Io indicavo più che altro le caratteristiche che mi potevano servire, loro provavano ad accontentarmi. Diciamo che ero un tecnico 'aziendalista', come si dice oggi. Mi ero accorto che la squadra non aveva risposto alle aspettative, ma non c'era attorno a me un clima di totale sfiducia, e nemmeno critiche da parte dei tifosi”.
Fatto sta che gli olandesi non ebbero l'impatto sperato.
“Son cose che nel calcio succedono spesso. Penso a Platini, che il primo anno alla Juve deluse. Quell'anno, per Jonk e Bergkamp, poteva essere un anno di ambientamento: i giocatori erano bravi, chiaro che ebbero delle difficoltà. Bisogna tenerne conto e concedere fiducia per recuperare. Io stesso, nella carriera di calciatore, una volta non mi ambientai nel club anche se in città si viveva bene e la società era ottima. Succede”.
Dopo l'Inter, Bagnoli scelse di ritirarsi, rifiutando anche parecchie offerte. Come mai questa decisione così drastica a soli 59 anni?
“Dopo l'esonero dall'Inter, rimasi a casa e mi accorsi che stavo bene così. Devo dire che la soddisfazione di essere cercato da altre squadre ci fu, ma la mia decisione restò quella di smettere”.