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Bellinazzo a FcIN: "Inter, debito sostenibile. Niente spese folli da Suning, ma niente blocco assoluto. FFP, se la Uefa darà l'ok..."

di Simone Togna

Marco Bellinazzo, giornalista del Sole 24 ore, e massimo esperto dei temi finanziari legati anche agli ambienti sportivi, in esclusiva per FcInterNews, espone il proprio punto di vista sull’attuale situazione legata alla Beneamata.

I tifosi sono un po’ preoccupati. È vero che l’Inter non potrebbe essere iscritta al campionato di A?
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È una domanda che andrebbe rivolta alla F.IG.C.. Personalmente io ritengo che i nerazzurri abbiano i requisiti per disputare la massima Serie".

Qual è la situazione sul Fair Play Finanziario? 
"L’indebitamento non è un fattore di verifica immediata della UEFA. L’Inter doveva chiudere il bilancio 2017 a zero, con un pareggio. La perdita è stata di 24 milioni. Tolti però i costi di vivaio e delle infrastrutture, considerati virtuosi, dovrebbe essere rientrata nei parametri".

E sui bond emessi cosa ci può dire?
"L’Inter si porta dietro l’indebitamento della gestione Moratti di circa 250 milioni. Thohir aveva scelto di rifinanziare il debito con Goldman Sachs anziché estinguerlo. Questo debito a sua volta non è stato estinto da Suning, che ha emesso un bond da 300 milioni sottoscritto da investitori istituzionali a un interesse relativamente basso e con il ricavato ha saldato l’esposizione con Goldman Sachs. Questo bond rappresenta una parte dell’attuale debito dell’F.C. Internazionale. Ci sono poi altri debiti derivanti da prestiti che Suning ha fatto alla stessa F.C. Internazionale per circa 300 milioni e si arriva a un indebitamento totale di circa 638 milioni, a fronte di 165 milioni di crediti che l’Inter può vantare. Quindi essendo i debiti inferiori ai 500 milioni e per oltre la metà verso la casa madre, avendo Suning un fatturato annuo di 50 miliardi di dollari, definirei il debito nerazzurro sostenibile. Semmai la questione è un’altra".

Quale?
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Capire perché Suning procede così e non immette capitale. C’è il precedente di Thohir che ha prestato i soldi all’Inter e poi ha recuperato i soldi più gli interessi. Adesso l’indonesiano ha ancora il 30% della società. La scelta di Suning di non apportare capitale ma di finanziare il club con prestiti onerosi potrebbe dipendere perciò dalla permanenza di Thohir nell’azionariato. La quota del presidente indonesiano infatti si diluirebbe se non partecipasse all’aumento di capitale. E negli accordi tra le parti potrebbe esserci quello di utilizzare il canale del finanziamento fino alla cessione del pacchetto di Thohir (intorno al 30%) per evitare questa conseguenza. Un po’ come era avvenuto tra Moratti e Thohir. Il problema è però che i debiti costano. Al 30 giugno 2017 l’inter ha speso per gli interessi oltre 32 milioni".

Tornando al Fair Play finanziario, l’Inter si potrà quindi liberare da questa spada di Damocle?
"Ce lo dirà la UEFA nei prossimi mesi. I nerazzurri hanno già avuto un riscontro positivo con l’organo predisposto e sostengono di essere nei parametri".

Forse anche per questo non sono stati spese ingenti somme nel mercato invernale…
"L’Inter vuole avere la certezza di avere l’ok della UEFA. Ecco perché Suning ha agito in questo modo, tenendo anche presente che non si sono presentate grosse occasioni nel mercato. A rigor di logica poi se in primavera arrivasse l’ok della UEFA si aprirebbero altri scenari per l’estate".

Ma c’è da preoccuparsi per le restrizioni monetarie del governo di Pechino?
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Suning è fedele ai dettami di Pechino e non effettuerà spese folli. Ma non sarà un blocco assoluto. Si faranno operazioni importanti, vedi Lautaro Martinez. Per me i presupposti perché la situazione migliori ci sono tutti". 


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