Bergomi a FcIN Mag: "Mi volevano anche Milan e Juve. Il mio esordio..."
Ben 756 presenze in 20 anni, 10 anni con la fascia da capitano, uno Scudetto, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana, tre Coppe Uefa e un nome marchiato a fuoco nella storia dell’Inter, squadra che pur avendone l’opportunità non ha mai tradito fino al ritiro nel 1999. Stiamo parlando di Giuseppe Bergomi, per i giovani un ottimo e conosciuto commentatore televisivo, per gli appassionati più datati una leggenda del calcio italiano e internazionale, ma soprattutto nerazzurra. Lo Zio, come è stato soprannominato appena 18enne per un baffo e una disinvoltura da veterano, è protagonista del numero d’esordio di FcInterNews Mag, già disponibile per tutti i lettori. Eccone un estratto:
Si parte dall’inizio: scartato dal Milan e poi tesserato per il settore giovanile dell’Inter. Un tifoso interista direbbe che ha corso un bel rischio…
“ (Ride, ndr). Essere nel posto giusto al momento giusto fa parte della storia della maggior parte dei calciatori. Effettuai un provino con il Milan, fui preso ma decisero di lasciarmi a casa per un problema di reumatismi nel sangue. Guarii e dopo due anni in cui giocai nella squadra del mio paese mi volevano in tanti, ma a quel punto scelsi l’Inter per vari motivi: la società mi volle a tutti i costi e le strutture mi piacquero particolarmente. Fu sicuramente la scelta migliore per me.
Quali erano le altre squadre che la volevano in quel momento?
“C’era una squadra di Lodi che all’epoca giocava in Serie C, lo stesso Milan, la Juventus e, ovviamente, l’Inter”.
Esordio in prima squadra in Coppa Italia contro la Juventus (0-0). Bersellini racconta che dovette convincerla a lasciare la Primavera: come andò realmente?
“Il mio esordio arrivò a 16 anni, Bersellini dovette convincermi l’anno successivo per esordire in campionato. La settimana della prima partita mi allenavo con i ragazzi, ma i miei allenatori mi dissero che avrei dovuto far parte della Prima Squadra. Io non volevo sinceramente, avrei preferito restare con la Primavera, ma alla fine andai con i grandi. Il problema di quel periodo riguardava i ritmi: con la scuola e i tantissimi allenamenti non era facile per me, mi sarebbe piaciuto stare un po’ di più con i miei amici. Fu questo a frenarmi inizialmente”
L'esordiente più giovane nella storia dell’Inter è stato lei, in una gara contro il Como: cosa provò in quel momento?
“In quel periodo in panchina si andava in 4, compreso il portiere. Nella notte che portava alla partita Canuti accusò un problema di appendicite, poi Vierchowod fece male a Oriali. A quel punto mister Bersellini scelse me e arrivo il mio esordio”.
Primo gol in un derby di Coppa Italia terminato 2-2.
“Una data che non dimenticherò mai, una grandissima gioia per me. Inoltre il gol fu molto importante per il passaggio del turno”.
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