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Berti: "WM, la stagione decisiva. Si riparta da Kovacic-Icardi"

di Francesco Fontana

Una storia semplicemente indimenticabile, iniziata con quel match di Coppa Italia in quel lontano 24 agosto 1988. Inter-Monopoli 1-0, segna Serena, in campo c'era anche lui. 312 presenze e 41 reti con la maglia nerazzurra. Più che una maglia, una seconda pelle per quello che è diventato il simbolo dell'essere interista, entrato nei cuori dei tifosi con lo scudetto dei record firmato Giovanni Trapattoni. Una cavalcata lunga 10 anni, leggendaria, proprio come quella che lo ha visto protagonista nella Coppa Uefa 1988-1989, correndo palla al piede coast to coast all'Olympiastadion di Monaco di Baviera contro il Bayern segnando un rete diventata storica.

FcInterNews ha intervistato in esclusiva Nicola Berti per parlare di tutte le tematiche attuali del mondo Inter: mercato, l'addio dei senatori argentini, la posizione di Walter Mazzarri e il futuro della nuova società nerazzurra che, chissà, potrebbe accoglierlo in un domani non troppo lontano. L'inizio della chiacchierata, però, è dedicato a Zanetti e Cordoba.

Berti, tra pochi giorni Javier Zanetti diventerà ufficialmente il nuovo vicepresidente dell'Inter. Secondo lei questa è la giusta carica per l'argentino o, magari, avrebbe appoggiato un nuovo anno da giocatore?
"Questo lo sa solamente lui. Come inizio penso che sia buonissimo, poi tutto dipenderà dal buon lavoro che Zanetti farà. Considerando che il cambio di proprietà è molto recente e sta portando moltissimi cambiamenti a livello di staff, credo che come inizio sia importante, poi dopo dovrà essere lo stesso Zanetti a capire quale sarà l'incarico più adatto per sé stesso per il futuro".

Altro nome, altro eroe nerazzurro: Ivan Ramiro Cordoba. Nelle ultime settimane si è parlato di un addio al ruolo di team manager del colombiano che potrebbe, chissà, entrare a far parte dello staff del settore giovanile. Come valuta questa ipotetica scelta della società?
"Non credo che sia una scelta ingenerosa da parte del club. La sua posizione, magari, potrebbe anche migliorare. Personalmente non conosco nel dettaglio questa situazione. Lui, però, non ha paura di nulla, è capace di svolgere il proprio compito, poi chiaramente sarà tutto valutabile e tutto in gioco. Cambiando la proprietà è normale che tutti debbano dimostrare lavorando bene".

Capitolo mercato: i tifosi sembrano delusi. Qual è la sua idea in merito?
"Da fuori mi sembra che si stia aspettando la fine del Mondiale, per vedere quali potrebbero essere le occasioni da cogliere. Posso dire, però, che non bisognerà aspettarsi chissà quale grande colpo".

A livello di nomi, lei su chi punterebbe?
"Più che nomi, vorrei sottolineare l'importanza di puntare sui giovani. Loro sono il futuro".

Giovani, proprio come Icardi e Kovacic. I due talenti nerazzurri sono incedibili anche in caso di arrivo di grandissime offerte?
"Assolutamente sì, sono giovani e dobbiamo puntare su di loro. Poi valuteremo se hanno le 'palle', la responsabilità e la bravura di essere decisivi. Nella prossima stagione, inoltre, avranno ancora più spazio e quindi dovranno dimostrare veramente tanto. E' chiaro che si debba puntare su di loro, poi se non dovessero andare bene sarebbe normale parlare di cambiamento. Puntare su di loro per 6 mesi o anche un anno intero credo che sia la cosa giusta da fare".

Zanetti, Cambiasso, Samuel e Milito hanno salutato. A livello tecnico, è d'accordo con questa decisione di Thohir?
"In linea generale dico di sì. L'unico punto interrogativo credo sia legato a Cambiasso che, personalmente, avrei tenuto. Lo stesso Cuchu, da quello che ho capito, avrebbe dovuto abbassare le proprie pretese, però non sono sicuro di questa cosa. Thohir vuole cambiare veramente tutto e rifondare una squadra che, oggettivamente, è da rifondare. Questo è molto chiaro".

Molti tifosi si sono schierati contro la conferma di Walter Mazzarri: lei da che parte sta?
"La società è stata, per certi versi, obbligata a dargli un'altra possibilità. Anche volendo cambiare, non vedrei soluzioni migliori rispetto all'attuale allenatore. È giusto dare un'opportunità anche a lui".

Cosa pensa del fatto che non sia il tecnico adatto per i giovani?
"Spero che lo ascoltino, lui dovrà imporre le proprie idee per esprimere al meglio il proprio gioco".

È d'accordo sul fatto che la prossima stagione sarà anche per Mazzarri decisiva per dimostrare definitivamente il proprio valore anche in una grande squadra?
"Credo proprio di sì. Sarà un anno importante un po' per tutti, per i giovani sui quali si punterà. Sarà una stagione importantissima anche per la società, anche delicata. Dunque tutti dovranno dare il massimo delle proprie possibilità: chi non dimostrerà di essere da Inter sarà destinato ad altri orizzonti e la società cambierà".

Secondo lei l'Inter tra quanto tempo potrà tornare competitiva? Almeno in Italia.
"Ci vogliono almeno un paio d'anni. L'obiettivo della prossima stagione sarà quello di migliorare il piazzamento dello scorso campionato e il raggiungimento di un posto tra i primi tre sarebbe un grandissimo successo, anche se Juventus, Roma e Napoli rimangono superiori".

Lei è sempre stato un grandissimo idolo per il popolo nerazzurro. Che messaggio vuole mandare a tutti i tifosi interisti?
"Stiamo vicini a questa squadra e non molliamo! Noi non abbiamo mai mollato e dovremo avere pazienza. Il cambio di società ha inciso, è stato un passaggio fondamentale che ha portato ad un cambio pagina radicale. Ci vorrà pazienza, insomma, ma stando vicini a questa squadra".

Come è stato ritrovare tanti amici e grandi campioni a Madrid in occasione della sfida tra le leggende di Inter e Real?
"Ho fatto il massimo, ma sono contentissimo di quello che ho fatto. Ho giocato 3 minuti e sono uscito con la fascia da capitano. Io ho anche qualche anno in più rispetto agli altri, Zanetti prarticamente non ha ancora smesso! (ride, ndr). Andava velocissimo, io ho avuto tre gravi infortuni nella mia carriera e, in certe partite, puoi farti veramente male se non sei preparato al meglio. Poi non giocavamo davanti a due persone! Quindi non volevo fare brutte figure, ho fatto quello che potevo fare e poi sono uscito da capitano. Ero il più felice in assoluto".

Un suo ritorno all'Inter è ipotizzabile?
"Assolutamente! Se dovesse esserci qualche incarico e qualche possibilità interessante, perché no? Ho già conosciuto il nuovo presidente, vedremo..."


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