.

Di Gregorio a FcIN: "Renate la piazza ideale. YL? Peccato, ora punto alla promozione in B"

di Filippo M. Capra

Per molti è la rivelazione assoluta del campionato di Serie C in corso, per altri, che già lo conoscevano, sta solo confermando tutte le sue qualità. Michele Di Gregorio difende i pali del Renate dallo scorso luglio ma è già entrato nei cuori dei tifosi e nelle grazie degli addetti ai lavori: i nerazzurri brianzoli cavalcano a passo spedito verso un posto ai playoff, nonostante a inizio stagione l'obiettivo fosse la salvezza. L'ex Capitano della Primavera interista campione d'Italia 2016/2017 parla della sua prima esperienza tra i professionisti in esclusiva a FcInterNews.

Una stagione sin qui straordinaria, quella sua e del Renate, nonostante le due sconfitte nelle ultime tre partite. Che è successo?
“Dopo una partenza così forte era giusto aspettarsi un calo. A tutti piace vincere sempre, ma dopo le prime partite in cui riesci a fare bene e a sorprendere gli avversari, questi ultimi iniziano a studiarti e preparare le partite trovando le contromisure alle nostre giocate. L’ultima sconfitta contro la Fermana in particolare secondo me serve perché ci aiuterà per ripartire ancora più forte”.

E’ sintomo del fatto che vi temono, nonostante l’obiettivo di inizio stagione fosse la salvezza?
“Sì, all’inizio poteva sembrare un caso la nostra presenza nelle zone alte della classifica, ma poi abbiamo dimostrato di meritarci il nostro posizionamento battendo squadre più forti di noi e dando una costanza al nostro lavoro quotidiano. Abbiamo dato prova agli avversari di essere in grado di poter batterci con tutti, lanciando un messaggio: non sottovalutateci”.

Il suo esordio tra i professionisti è stato particolarmente luccicante: ottime prestazioni, riconosciute da quotidiani e addetti ai lavori. Qual è il suo segreto?
“Sono molto contento che le cose stiano andando bene sin qui. L’essermi trovato subito a mio agio nella nuova società mi ha aiutato molto, i miei compagni mi hanno accolto benissimo e di questo ne sono molto felice. Non c’è un segreto vero e proprio, sono partito come tutti gli anni con la concentrazione giusta e la voglia di dimostrare il mio valore, e l’affetto e il sostegno ricevuto sin dal primo momento nello spogliatoio e da tutto il club mi hanno permesso di viverla serenamente. Spero di continuare così, ma non solo per me. Tutta la squadra merita di fare un bel campionato”.

Da Capitano campione d’Italia con la Primavera dell’Inter alla Serie C, nonostante interessamenti dalla serie Cadetta. Come mai ha scelto di ripartire dalla C?
“Dopo la vittoria dello scudetto ci sono state diverse voci di mercato circa squadre interessate ad avermi, che fossero di Serie B o di C. Credo però sia stato giusto valutare con calma le opzioni e trovare una realtà che potesse darmi continuità sul campo, permettendomi al contempo di crescere sia a livello tecnico che umano. Il Renate si è dimostrato da subito interessato e propenso a soddisfare queste mie idee e la stessa Inter mi ha consigliato di accettare questa destinazione, a differenza di altre squadre nelle quali avrei trovato meno spazio. Io e il mio agente Carlo Alberto Belloni abbiamo ragionato molto e abbiamo avuto l’ultima parola. E abbiamo preso la decisione giusta”.

E con lei anche il vice Capitano Mattioli, un sodalizio che dura da diverso tempo ormai.
“Sì con Alessandro ci conosciamo da moltissimo tempo. Fuori dal campo abbiamo confidenza, siamo veri amici. I primi tempi qui al Renate eravamo sempre insieme. Nel rettangolo verde poi abbiamo sviluppato un feeling particolare nel corso degli anni che ci aiuta a cavarcela in situazioni ostiche”.

Qual è stato il primo impatto con i professionisti?
“Alcuni hanno anche dieci anni in più di me, ma hanno dimostrato estrema disponibilità nell’aiutarci ad inserirci nel gruppo. Per quanto riguarda invece le differenze con la Primavera, ti accorgi subito che ogni vittoria dev’essere un’occasione da cogliere e centrare per tenersi lontano dalla zona retrocessione. Con i giovani quando si perde c’è dispiacere, ma si riparte subito per il weekend successivo. Ora in C invece la settimana prepartita la vivi in modo totalmente diverso, ci sono molte più pressioni”.

Ha dovuto ridistribuire le energie concentrandosi sul lato psicologico?
“Sì, serve adattarsi ad incassare bene il peso della sconfitta e a gestire le emozioni che si provano. C’è sempre da crescere, ma credo che per la parte tecnica ci sia sempre tempo per migliorare, mentre serve sviluppare un allenamento mentale forte sin da subito, cercare di stare sempre sul pezzo. Non puoi permetterti distrazioni”.

Quanto le è dispiaciuto non giocare la Youth League dopo averla conquistata l’anno scorso?
“Sarebbe stata un’esperienza bellissima, ma son contento di averla lasciata in eredità ai ragazzi che la stanno giocando. Stanno facendo bene, li seguo spesso. L’anno scorso abbiamo speso molto per vincere lo scudetto e loro stanno ripagando i nostri sforzi onorandola”.

L’eventuale promozione in B col Renate ripagherebbe la mancata partecipazione al torneo europeo?
“Sicuramente. Penso che quello che si faccia nel calcio professionistico abbia un peso più importante rispetto a quanto succede in Primavera, senza nulla togliere alla realtà delle giovanili. Da piccolo pensi di arrivare più in alto possibile e se ci dovesse essere questa promozione sarei totalmente ripagato”.

Molti asseriscono che la Serie C le stia un po’ stretta. Lei pensa di valere già una B o una bassa A?
“No, sinceramente no. Innanzitutto c’è da portare a termine un percorso iniziato a luglio e poi non saranno solo 15 partite giocate bene a dire che Di Gregorio è pronto per la B o addirittura per la A. Serve finire la stagione al meglio delle proprie capacità e tirare le somme solamente una volta chiusa l’annata. C’è ancora molto da fare, siamo ancora in Coppa Italia e vogliamo arrivare in fondo anche lì”.

Vista questa sua esperienza in prestito reputa che Pinamonti abbia fatto bene a restare in Prima Squadra, conscio di trovare pochi spazi, al posto di andare a giocare altrove?
“Andrea ha delle qualità superiori ai ragazzi della sua età. Se l’Inter ha deciso di trattenerlo è perché vuole puntare su di lui e spero che possa trovare dello spazio in prima squadra. Allenarsi con grandi campioni lo aiuterà molto nel percorso di crescita. Non so se e quando vivrà un’esperienza in prestito, ma ha l’atteggiamento giusto per essere un professionista”.

Occasione che potrebbe avere domani contro il Pordenone, squadra che milita nel vostro girone. Che consiglio dà all’Inter conoscendo i friulani?
“Noi li affronteremo tra qualche settimana ma abbiamo già avuto modo di vedere come giocano. Non credo che una società come l’Inter necessiti di un mio consiglio, ma mi sento di dirle solamente di non sottovalutarli. E’ una qualità che quest’anno i nerazzurri hanno mostrato sempre: saper rispettare l’avversario e preparare le partite senza soffermarsi sul blasone dello stesso. Spero che Pinamonti possa avere minuti in campo e trovare il gol”.


Altre notizie