Eguelfi a FcIN: "Con la Pro la mia miglior stagione. Io come Gagliardini? Dico..."
La stagione di Fabio Eguelfi è stata grandiosa, “forse la migliore nei professionisti” ammette. Di ritorno da un lungo stop si è preso il posto di titolare fisso, complice anche l'infortunio al ginocchio occorso a capitan Mammarella, nella Pro Vercelli, conducendola insieme ai compagni alla salvezza con una giornata d’anticipo. Ora, mentre si gode le vacanze con gli amici di una vita, guarda al futuro e al percorso di crescita che lo ha visto maturare tantissimo. In attesa che il sogno di giocare nell’Inter si realizzi… Di questo ed altro ancora ne ha parlato in esclusiva a FcInterNews.it.
Come procedono le vacanze?
“Molto bene, dopo gli infortuni e le difficoltà dell’annata appena conclusa un po’ di relax può far solo che bene”.
Che bilancio dà alla sua stagione?
“Il mio bilancio personale è molto positivo. Forse è la miglior stagione che ho fatto coi professionisti, anche perché era il primo anno che disputavo la Serie B e poi dopo l’infortunio che mi ha tenuto fuori quasi tutto il girone d’andata, a parte la partita col Brescia, forse nessuno pensava potessi fare quello che ho fatto al ritorno. Ho giocato molto bene la maggior parte delle partite”.
Che emozioni ha provato al suo esordio?
“L’esordio è stato alla vigilia di Natale contro il Brescia, penultima del girone d’andata. Ero appena rientrato dall’infortunio, erano 5 mesi che non mettevo piede in campo quindi non è stato assolutamente facile. Credo di aver fatto una buona partita nonostante penso di aver avuto delle colpe sul loro primo gol”.
Partita che alla fine si è conclusa per 2-1 a favore dei lombardi.
“Sì, noi abbiamo sprecato parecchio. Potevamo portare a casa almeno il pareggio per quanto creato nei 90 minuti”.
Comunque la Pro Vercelli ha raggiunto la salvezza con una giornata di anticipo. Che risultato è stato?
“Eh, non è male! Potevamo fare anche il record di punti. Abbiamo perso l’ultima a Frosinone però ci avrei messo la firma a inizio anno per quello che è successo in questa stagione”.
Con lei quest’anno anche Andrea Palazzi, che tempo fa ci raccontò del vostro rapporto di amicizia…
“Sì in ritiro eravamo sempre io e lui: Playstation e FIFA”.
E chi vinceva?
“Sempre io, ovviamente”.
Ora cosa fa? Torna a Milano?
“Per le vacanze mi dividerò tra Liguria e Mykonos con i miei vecchi amici Tassi e Gaiola, miei compagni nella Primavera dell’Inter. A Milano ci sono solo di passaggio, giusto per decidere del mio futuro”.
E dove sarà il suo futuro? In nerazzurro? Da tempo l’Inter cerca giocatori forti nel suo ruolo...
"Se dovessero dirmi: “vieni qua a provare come va quest’anno e fare la riserva” sarebbe già un sogno per me, ma non penso possa essere produttivo né per me né per loro. A 22 anni stare in panchina e non giocare mi servirebbe poco, uguale per l’inter non far giocare un giovane che può crescere altrove. Tornare a vestire la maglia nerazzurra rimarrà sempre il mio sogno, però sinceramente non penso di essere pronto”.
In che senso?
“Ho giocato solo 14 partite in B e non credo di essere pronto per un top club di Serie A. Spero di esplodere nel giro di uno o due anni e poi, chi lo sa, magari riuscire a vestire quella maglia. L’anno prossimo non so ancora cosa farò, può darsi che torni alla Pro Vercelli. Nel mio contratto sono previste delle clausole tramite le quali la Pro può riscattarmi e l’Inter controriscattarmi. Dipende da come ognuno giocherà le proprie carte”.
Però Gagliardini è arrivato all’Inter dopo una stagione di B passata in panchina e appena 13 partite in A con l’Atalanta. Non pensa che il suo percorso possa essere simile?
“Me l’hanno fatto spesso questo esempio, però devo dire che se da un lato l’esperienza in B può essere paragonata alla mia, dall’altro lui è già un giocatore della Nazionale e centrocampista titolare dell’Inter. Mi manca un po’ di strada in tal senso. Speriamo di sorprendere tutti!”.
Pensa che il numero 5 interista sia stato facilitato dalla grande annata della Dea? O sarebbe arrivato lo stesso ai livelli in cui è ora?
“Beh l’Atalanta ha fatto un’annata straordinaria. Di certo ha aiutato. Quando c’è talmente tanto entusiasmo in un ambiente poi entri in quel ‘mood’ in cui ti riesce tutto, continui a vincere e si sa che vincere aiuta a vincere. L’Atalanta ha fatto un’annata da Inter, e di conseguenza poi arrivi con talmente tanta fiducia che riduci al massimo gli errori. I vari Gomez, Petagna, Conti e Caldara, oltre a lui, hanno giocato una stagione al di sopra delle aspettative. Poi a me Gagliardini piace un sacco, lo reputo un centrocampista fortissimo: lo prenderei ovunque. Bisogna essere innanzitutto bravi per potersi ritrovare in queste situazioni, e poi un pizzico di fortuna che fa da contorno può esserci, ma non ha un peso determinante”.
Chi è il suo idolo?
“Marcelo, del Real Madrid”.
Si ispira a lui?
“No, l’unica persona a cui mi ispiro e non potrò mai cambiare è Javier Zanetti. Ha fatto la storia dell’Inter”.
Guardando alla rosa della sua Primavera, oltre a lei, ci sono giocatori come Bonazzoli, Radu, Donkor, Puscas. Pensa che ad oggi, dopo i vostri miglioramenti individuali, quella squadra potrebbe essere competitiva in un campionato come, ad esempio, quello della Lega Pro?
“Sì, penso che potremmo dire la nostra. Forse ci si aspettava qualcosa di più nell’annata in Primavera, però tutto sommato dopo qualche anno alcuni di quei giocatori hanno trovato la propria strada e hanno fatto bene. Lo stesso Puscas ha centrato la promozione in Serie A col Benevento giusto due giorni fa. Il percorso di crescita che abbiamo seguito in questi anni ci sta valorizzando ed è una bella cosa. Sarebbe bellissimo rincontrare i miei ex compagni dell’Inter da qualche parte”.
Chi sente ancora di loro?
“Al di là di Tassi, Gaiola e Palazzi, cerco di restare in contatto con tutti. Camara, che ha giocato a Brescia, lo stesso Puscas… Sono rimasto legato tantissimo a Ivusic che faceva il portiere in Primavera. Donkor lo sento spesso, quest’anno ci siamo pure scambiati la maglietta”.