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Emmers a FcIN: "All'Inter impressionato da Zaniolo, Spalletti mi consigliava. Nainggolan? Saprà cosa fare"

di Simone Togna

Sette presenze, 4 reti siglate e 1 assist fornito. Xian Emmers ha iniziato alla grande l’avventura all’Almere City. E in esclusiva a FcInterNews racconta i motivi che lo hanno spinto ad accettare la sfida in Keuken Kampioen Divisie. E gli obiettivi a breve e lungo termine.

Come procede la sua avventura in Olanda?
“Mi trovo benissimo. La squadra ha l’ambizione di salire in Eredivisie. E i compagni di squadra – come tutto lo staff – sono fantastici. Vogliamo le stesse cose, non potrebbe andare meglio”.

Quali sono le differenze col calcio italiano?
“Qua ci sono più spazi, il livello è abbastanza alto e ci sono partite con risultati incredibili. Con tanti gol, tipo 6-4. C’è meno tattica rispetto al Bel Paese”.

Lei era infortunato e si è presentato subito andando timbrando il cartellino.
“Ho segnato all’esordio, qui gioco trequartista. Poi a me va bene giocare anche da mezzala”.

Immagino avesse anche altre offerte da squadre più blasonate, perché l’Almere City?
“Vero, ma l’importante era giocare. Credo di aver fatto la scelta giusta. Qui posso scendere in campo con continuità e mettermi in mostra”.

Cosa che magari era mancata in Belgio, al Beveren.
“L’anno scorso è stato un po’ negativo, strano. Ma io voglio guardare i risvolti positivi. Non ho giocato molto, ma sono migliorato tanto a livello mentale”.

Cosa ricorda invece della stagione alla Cremonese?
“All’inizio andò tutto bene. Nella prima parte della stagione giocavo molto. Poi col cambio d’allenatore smisi di scendere in campo”.

Facciamo un passo indietro. Cosa ricorda dell’approdo all’Inter?
“Mi sono trasferito quando avevo 15 anni. È stato bellissimo. Se ti chiama una squadra del genere, non ci pensi due volte, ci vai e basta. È un sogno ad occhi aperti. Io non ero mai stato in Italia, un Paese che amo anche perché si mangia benissimo (ride, NDR). I primi mesi resti sbalordito, poi ti abitui, anche se l’Inter resta l’Inter…”.

Con le giovanili nerazzurre avete vinto praticamente tutto.
“Vero, abbiamo fatto belle cose. Campionati, Supercoppa, Viareggio”.

C’erano tanti campioncini. Chi l’aveva impressionata di più ai tempi?
“Zaniolo. Lui aveva una forza incredibile. Ma non dimentichiamoci di Pinamonti e Vanheusden”.

Eravate fortissimi.
“Una bella squadra, compatta. Ognuno lavorava per l’altro, quella era la nostra forza. Poi chiaro che ci fossero delle individualità importanti. Era un mix vincente”.

Ai tempi di Spalletti sembrava però che lei, e non Zaniolo, potesse esordire in A con i nerazzurri.
“Io sinceramente – a livello mentale - non ero pronto, almeno è quello che penso. Per giocare per una squadra come l’Inter devi avere il sangue freddo. Ora, anche grazie all’esperienza della passata annata, sto imparando anche quello, vedremo dove mi porterà la strada intrapresa. A proposito di Spalletti, lui mi diceva di lavorare sempre bene, che so giocare a calcio. E che continuando ad impegnarmi duramente sarei arrivato lontano. Io oggi lavoro per questo. Con la testa al 100% all’Almere City e la voglia di migliorarmi giorno dopo giorno”.

I tifosi dell’Inter restano particolarmente legati a lei e a Vanheusden. Pensa che un giorno vi vedremo insieme a difendere i colori della Beneamata?
“Non si sa mai. Vedremo. Io lavoro, do sempre il 100% e vedremo quello che sarà. Poi chiaro che per tutti i giocatori sia un sogno vestire la maglia dell’Inter. Mando a Zinho un grosso in bocca al lupo, lui è forte, lo ha già dimostrato e tornerà come prima”.

Lei ha già 'assaporato' la prima squadra dell’Inter. Chi è il giocatore che le è rimasto più impresso?
“Ho svolto quattro preparazioni: tra tutti devo dire Lautaro, anche se ognuno di loro provava a consigliare noi giovani. Mi lasci citare Nainggolan. Da connazionale mi prese sotto la sua ala e mi diede svariati consigli”.

Ora Radja è però ai margini del progetto…
“Vero. Lui comunque resta fortissimo e saprà cosa fare”.

Chi è il suo idolo?
“Kevin de Bruyne, che mio padre ha allenato nelle giovanili”.

È vero che in Belgio pensano che lui, insieme a Lukaku, possa vincere il Pallone d’Oro?
“Sono due giocatori diversi. Una punta deve segnare e Romelu fa benissimo il suo lavoro. Stesso discorso per Kevin, che però ha altri compiti”.

Cosa le manca dell’Italia?
“Cibo e tempo, il bersi un caffè, passeggiare in Duomo. L’Italia è bella, lo sanno tutti”.

Che regalo vorrebbe trovare sotto l’albero di Natale?
“Mi porto avanti, lo chiedo adesso per il futuro: trionfare in campionato con l’Almere City. Le prime due verranno promosse, siamo secondi, ci crediamo e puntiamo a vincere”.

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