FcIN - Inzaghi e il suo staff non lasciano davvero nulla al caso: la gestione di Bastoni è emblematica
Gli allenamenti mirati e specifici. L’eventuale sostituzione del calciatore ammonito per scongiurare anche solo la possibilità di terminare in 10 una partita. La decisione, presa con la società, di non lamentarsi davanti ai media per i possibili torti subiti. Sono solo alcuni dei comportamenti e delle scelte prese da Simone Inzaghi in questi anni, ormai sotto gli occhi di tutti.
C’è però un’altra situazione che caratterizza il modus operandi del mister piacentino e che di fatto ripercorre la voglia di non lasciare nulla al caso del tecnico nerazzurro. Secondo quanto appurato da FcInterNews infatti, a seconda chiaramente anche dell’andamento di una data partita, Inzaghi, ovviamente anche tenendo conto di tutti i calciatori a sua disposizione, inizia spesso e volentieri già a lavorare per il match seguente.
Ma spieghiamoci meglio e prendiamo l’esempio di Bastoni, che oggi è il migliore per evidenziare con i dati quanto appena espresso. Il difensore ex Atalanta e Parma, un titolarissimo dell’Inter, è stato chiamato ultimamente agli straordinari anche per le defezioni dei compagni di reparto e di squadra. Tuttavia, per preservare il ragazzo e affinché possa essere sempre al meglio, il suo tecnico ha studiato una gestione specifica del giocatore: quella del cambio sistematico a venti-venticinque minuti dal 90’ (se non qualcosina in più), qualora il risultato sia già indirizzato in favore dei campioni d’Italia (e a maggior ragione se Basto è stanco).
Escludendo il match contro il Como, dove è stato in campo tutta la gara (viste anche le defezioni nerazzurre in difesa), nelle altre ultime 6 partite di campionato disputate Bastoni è rimasto in campo per 90’ contro Juventus e per 89’ contro il Napoli (incontri in bilico fino all’ultimo e terminati in parità) per essere invece sostituito contro Empoli (65’), Verona (62’), Parma (75’) e Lazio (63’). Un minutaggio studiato appositamente per il classe '99, affinché sostanzialmente – dati alla mano - potesse riposare una partita ogni 4 gettoni in campo, che significa anche due volte su otto (cioè con sei gare sulle gambe, nonostante le 8 presenze).
Se infatti togliamo ad ogni incontro i già citati 20-25 minuti finali e ci aggiungiamo pure il recupero (tra l’altro nemmeno così corposo), ecco fatto: il calciatore è stato risparmiato, minuto più, minuto meno, anche per preservarlo proprio per le successive presenze.
Un’altra inzagata che dimostra come il tecnico campione d’Italia e il suo staff non lascino nulla al caso.