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FcIN - Joao Mario, l'UEFA non gradisce il prestito oneroso: ecco perché

di Francesco Fontana

A volte i soldi possono non essere sufficienti per portare a termine delle operazioni di mercato. In questo senso si può prendere d'esempio la situazione Joao Mario, talento dello Sporting Lisbona e protagonista della cavalcata trionfale del Portogallo ai recenti Europei in Francia.

L'Inter, nello specifico Suning Group, sta lavorando da tempo per l'arrivo a Milano del classe '93 di Oporto, e dopo aver sprecato la possibilità di acquistarlo a luglio tramite lo Jiangsu causa chiusura del mercato cinese, sta provando ora in modo indipendente, facendo però i conti con il Financial Fair Play e non potendo permettersi manovre troppo disinibite dal punto di vista economico.

La strategia adottata, soprattutto la scorsa estate, è stata quella di acquisire calciatori in prestito, talvolta oneroso, spalmando in più esercizi di bilancio il riscatto obbligatorio. Questo, per esempio, è il caso di Joao Miranda, Stevan Jovetic ed Eder, e ora SCG vorrebbe fare altrettanto con il centrocampista dello Sporting: la proposta sul tavolo è di un prestito oneroso da 10 milioni di euro con riscatto fissato a 35 milioni spalmato in quattro rate (con ulteriori 5 milioni in aggiunta come bonus).

Al di là del 'tira e molla' del club portoghese e del suo presidente Bruno de Carvalho, che potendo incasserebbe in sole due rate la somma restante, nelle ultime ore FcInterNews ha verificato che l'ostacolo per la chiusura dell'operazione non è rappresentato dai soli Leões, bensì anche dall'UEFA.

L'organo di controllo del calcio europeo, che non perde di vista alcun movimento finanziario del club, con cui ha stretto un settlement agreement per evitare ulteriori sanzioni, non vedrebbe di buon occhio un'operazione come quella intavolata con lo SL. Non c'è alcuna regola specifica che vieti il prestito oneroso, ovviamente, ma da Nyon hanno suggerito ai dirigenti di Corso Vittorio Emanuele di trovare i fondi per sovvenzionare la trattativa. In altre parole, cedere uno o più calciatori.

Questo è uno scenario potenzialmente ribaltabile dal business plan che la proprietà cinese presenterà tra la fine agosto e l'inizio di settembre, una pianificazione che permetterebbe al club di allentare le maglie del FFP e avere maggior margine di manovra sul mercato. Ma ad oggi restano in vigore gli accordi stretti due anni fa da Erick Thohir e Michael Bolingbroke, di cui entrambi si sono fatti garanti nella speranza di tempi migliori.

In attesa di ridiscutere il settlement agreement, i margini restano quindi limitati e impegnarsi ulteriormente in un esborso da 45 milioni complessivi senza incassi provenienti dalle cessioni (altre modalità ad oggi non sussistono) rappresenterebbe un passo abbastanza lungo. Fin troppo, forse.

Non è comunque escluso che alla fine l'operazione Joao Mario venga comunque ratificata alle condizioni di cui sopra (prestito oneroso), visto che non esiste alcuna regola che lo vieti. Ma è probabile che l'Inter voglia cedere Marcelo Brozovic per soddisfare le indicazioni provenienti dall'alto, finanziare l'arrivo del campione d'Europa e incassare una discreta plusvalenza.

In alternativa, sia portoghese che croato potrebbero rimanere, con Suning Group convinto di poter convincere l'UEFA della bontà del proprio piano di rientro senza la necessità di cedere calciatori (ipotesi, almeno per il momento, di non semplice attuazione).


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