FcIN - Nella testa di Conte: tra arrivi e partenze, gli interventi necessari per riportare l'Inter al vertice
Lo sfogo di Antonio Conte tra spogliatoio e telecamere rappresenta probabilmente lo spartiacque tra l'Inter attuale e quella che verrà. Mai come dopo la caduta contro il Bologna la sensazione che servano interventi profondi nella rosa attuale è stata così netta, perché "se a quanto sembra c’è un progetto vincente e se c’è voglia di tornare a vincere, dobbiamo capire se l’allenatore è quello giusto per vincere e se i giocatori sono quelli giusti per vincere", il tecnico leccese dixit. Inevitabile dunque gettare lo sguardo alla rosa attuale, a suo dire pre-confezionata, per capire dove sarà necessario intervenire per presentare una squadra competitiva ai nastri di partenza della prossima stagione. Ecco pertanto le strategie che Conte avrebbe in testa se la dirigenza lo supportasse durante il prossimo mercato, che in pratica è già iniziato con l'acquisto del cartellino di Achraf Hakimi.
CHI VA? - Tutto dipende chiaramente dalle opzioni e dalle possibilità offerte dal mercato, ma ad oggi, in una fase in cui il campionato non offre più obiettivi ambiziosi e la qualificazione alla prossima Champions League è in tasca, è normale che sia già tempo di bilanci. Tra calciatori a fine contratto e prestiti che non verranno rinnovati, la lista dei partenti è piuttosto nutrita: Borja Valero, Roberto Gagliardini, Kwadwo Asamoah, Diego Godin, Victor Moses, Matias Vecino e Cristiano Biraghi ad oggi non rientrano più nei piani del tecnico salentino, vuoi per età, per prestazioni offerte e per caratteristiche non allineate alla sua filosofia. Non si tratta di bocciature nette, bensì di valutazioni sugli upgrade necessari per permettere all'Inter di essere competitiva la prossima stagione. Farà la valigie anche Sebastiano Esposito, ma solo per guadagnare minutaggio ed esperienza altrove in prestito, mentre è ancora oggetto di valutazione, agli occhi dell'allenatore, la posizione di Stefano Sensi: non un problema di qualità tecnico-tattiche, ma di affidabilità fisica. Conte infatti teme che i muscoli possano tradire nuovamente l'ex Sassuolo, ancora da riscattare per oltre 20 milioni. Da valutare anche la posizione di Ionut Radu, di ritorno dal doppio prestito a Genoa e Parma. Il tecnico preferirebbe un portiere più affidabile, un titolare altrove che faccia da vice a Samir Handanovic e lo sostituisca anche per banale turn over (Juan Musso resta il primo nella sua lista).
CHI VIENE? - Detto di Hakimi, che nella rosa rimpiazzerà Moses, è chiaro che nella testa di Conte ci sia la speranza che i partenti possano essere sostituiti da calciatori di pari livello del marocchino. Per questo se Godin andasse a chiudere la carriera altrove (incompatibilità prettamente tattica), l'idea è puntare su un centrale mancino con esperienza internazionale che possa fare da chioccia ad Alessandro Bastoni e dare spessore al reparto. A sinistra il desiderio è un esterno di grande livello, ma pur essendo un'opzione facilmente raggiungibile non è Emerson Palmieri il preferito dell'allenatore (l'ideale sarebbe David Alaba, ma anche Marcos Alonso riceverebbe un enorme sì). A centrocampo, in attesa che si concretizzi l'arrivo di Sandro Tonali, l'altro nuovo innesto deve essere di spessore internazionale. Per questo non tramonta la speranza di arrivare ad Arturo Vidal, ma servirà pazienza. In più, bisogna anche capire quale sarà il futuro di Radja Nainggolan, che rientrando a Milano occuperebbe proprio la stessa casella destinata a Re Arturo. C'è poi un reparto offensivo da costruire, se non addirittura da ricostruire e tutto ruota intorno a Lautaro Martinez. Se l'argentino venisse ceduto al Barcellona, Conte non si opporrebbe ma chiederebbe un sostituto di alto profilo (Gabriel Jesus, Antoine Griezmann, Anthony Martial, Pierre-Emerick Aubameyang, per intenderci). In più, come terza punta il tecnico leccese accoglierebbe volentieri, con un anno di ritardo, Edin Dzeko in nerazzurro. La quarta punta potrebbe essere ancora Alexis Sanchez, se il cileno s'impuntasse per rimanere, accettasse di spalmare il suo ricco stipendio e se il Manchester United non chiedesse la luna per cederlo a titolo definitivo. Come per Vidal, anche questo è un discorso lungo che richiederà pazienza.
TUTTO PASSA DAL TORO - Ovvio che una grossa cessione agevolerebbe le ambizioni di Conte, che altrimenti dovrebbe scendere a patti con la proprietà. Non tutti i suoi desiderata sono infatti alla portata dell'Inter, per questioni strategiche o meramente finanziarie, anche perché una simile rivoluzione implica cessioni remunerative, stipendi alla portata e disponibilità degli altri club a privarsi dei propri asset. In tal senso, tutto ruota intorno al futuro di Lautaro, per il quale sarebbe meglio trovare una risposta prima possibile. Se i nerazzurri incassassero tra gli 80 e i 90 milioni, Beppe Marotta avrebbe più margine di manovra per accontentare l'allenatore e rinforzare la rosa seguendo le sue indicazioni. Per adesso, l'Ad Sport deve solo incassarne il malcontento, in attesa di entrare in scena in modo prepotente.
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