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Forlán: "All'Inter ero sfiduciato. Strama? Non capisco perché..."

di Mario Garau

Prima di arrivare all'Inter era apprezzato da tutti come stella del calcio internazionale, il giocatore più rappresentativo dell'Uruguay degli ultimi 20 anni, l'attaccante dal tiro imprendibile (ambidestro) e dall'incredibile intelligenza tattica. Poi si sa, la sfortuna colpisce anche i più forti. E Diego Forlán non si è sottratto alla cattiva sorte. E' arrivato all'Inter nel momento peggiore, in un'età forse troppo avanzata. Doveva sostituire Eto'o, ma per una serie di motivi, è finito col diventare l'emblema di una stagione e di un mercato fallimentare. Ha fatto i conti con le attese, con gli infortuni, con la stagione dei tre allenatori e con una posizione di campo non proprio sua. Lo abbiamo intervistato in esclusiva, ecco le sue parole:

Diego, come procede la tua avventura in Brasile?
"Sono molto contento di essere qui in Brasile. E' un paese bellissimo e il campionato è molto difficile. Abbiamo una buona squadra e all'Internacional ho compagni di squadra molto validi. E' un'esperienza che mi stimola".

Cosa ricordi della tua breve ma intensa esperienza all'Inter?
"Ho tantissimi ricordi. Ho vissuto in una bellissima città, giocando per una grande squadra come l'Inter. Calcisticamente parlando, non è stato un grande anno. Ma il calcio è così, ci sono momenti buoni e momenti meno buoni, come quello dell'anno scorso. Ancora oggi non smetto mai di imparare dalle mie esperienze".

A Milano sei stato falcidiato da diversi infortuni. Eppure prima avevi fatto bene. Ne hai di rimpianti?
"Sì, ho subito diversi infortuni più o meno gravi nell'Inter. Credo di aver giocato bene nelle mie prime cinque apparizioni, ma dopo non sono riuscito a giocare più di tre partite di fila".

L'Inter continua a perdere pezzi importanti. In attacco, sono fuori i tre titolari: Palacio, Milito e Cassano. Riusciresti a dare una spiegazione?
"Non capisco perché. E' un peccato che succedono queste cose a giocatori di questo livello. E' una domanda a cui non saprei come rispondere".

Nell'Inter ci sono due tuoi cari connazionali, Gargano e Pereira. Il pubblico li ha presi un po' di mira. Secondo te che giocatori sono? E cosa ti raccontano della loro esperienza a Milano?
"Walter e il Palito sono grandi giocatori. Sono al loro primo anno nell'Inter. Molti giocatori hanno bisogno di un po' di tempo per abituarsi alla squadra e ai compagni quando le cose non vanno come dovrebbero".

A Milano hai avuto tre allenatori: Gasperini, Ranieri e Stramaccioni. Con quale di questi tre ti sei trovato meglio? Come giudichi Stramaccioni?
"Mi sono trovato bene con tutti e tre. Io gioco da tanti anni e ho avuto tanti allenatori diversi. Un giocatore deve fare semplicemente il suo lavoro: essere professionale e giocare a calcio. Con Stramaccioni mi sono trovato bene, poi non so perché, non ho capito cosa è successo e non sono stato più convocato".

Quanto ha influito sul tuo rendimento l'aver giocato spesso in una posizione non tua?
"Moltissimo, perché non ho avuto il tempo per recuperare e prendere fiducia in campo, giocando nella mia posizione. In Brasile è diverso, faccio l'attaccante".

Per concludere, ti manca Milano?
"Mi manca tanto. E' una città bellissima in cui ho tanti amici. Un grazie particolare al grande Emilio Milella: insieme a tutta la sua famiglia mi ha adottato come se fossi un figlio".

 

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