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Ganz: "Inter, per vincere in Champions occorre osare di più"

di Domenico Fabbricini
Maurizio Ganz, ai tempi della Fiorentina

Fisico atletico, sguardo furbo, barbetta sul viso: passano gli anni ma Maurizio Ganz sembra sempre lo stesso, il bomber nerazzurro degli anni 90 (26 gol in 68 partite all’Inter dal 1995 al 1997, 10 in 16 incontri di coppe Europee e 3 in 14 gare di coppa Italia) è in questi giorni in vacanza in Sardegna con la famiglia. Tra tintarelle al sole, tuffi al mare e palleggi in spiaggia con il figlio anch’egli calciatore (gioca negli Allievi del Milan), lo abbiamo incrociato sulla spiaggia di Villasimius (CA), e “Segna sempre lui”, come lo avevano soprannominato i tifosi dell’Inter in virtù del suo gran feeling con il gol, si è prestato volentieri a una chiacchierata sull’Inter che il suo amico Marco Branca sta costruendo insieme a Lele Oriali e Massimo Moratti.
“Mi auguro innanzitutto che si risolva al più presto questo tira e molla che si è creato con Ibrahimovic e Maicon – ci dice -; l’Inter, dal canto suo, ha le idee chiare: se arrivano offerte congrue è disposta a cedere. Lo abbiamo visto fare anche da altre squadre, guardare ai bilanci in questo periodo è fondamentale, anche se da tifoso del calcio italiano, ovviamente, mi auguro che restino. Veder partire i propri calciatori migliori non è bello per nessuna squadra, vedi il caso del Milan con Kakà o del Manchester United con Cristiano Ronaldo, ma da un punto di vista meramente gestionale queste scelte possono anche essere condivise”.

Qual è la tua impressione? Ibra e Maicon resteranno?
“Dopo Kakà non mi stupirei più di nulla, vero è che Ibrahimovic è un fuoriclasse eccezionale, forse il miglior attaccante al mondo e vederlo partire sarebbe una perdita pazzesca per l’Inter. Anche Maicon rappresenterebbe una perdita importante, ma in questo caso credo che Mourinho sarebbe pronto a dar subito fiducia a Santon che ha delle qualità incredibili”.

Parliamo allora di chi è già arrivato: Milito e Thiago Motta.
“Due grandi giocatori, Milito viene da un bel campionato in Spagna confermato poi dalla grande stagione al Genoa, una punta completa con esperienza internazionale che farà sicuramente bene. Motta lo conosciamo dai tempi del Barcellona dove ha sempre fatto vedere cose egregie, poi l’infortunio lo ha un po’ penalizzato ma al Genoa è rinato ed è quel che serviva al centrocampo dell’Inter. Un acquisto importante, un calciatore capace sia di dettare i tempo sia di inserirsi in area di rigore e trovare la via del gol”.

Cosa credi che manchi ancora a questa squadra?
“Io penso che l’Inter abbia un organico eccezionale già così com’è, il mister voleva piccoli ritocchi in tutti i reparti e credo che sia stato accontentato: in attacco è arrivato Milito (e probabilmente presto anche Arnautovic, ndr), a centrocampo Motta, se arriveranno anche Carvalho e Deco la squadra sarà al completo. Ovviamente cercando di trattenere i pezzi pregiati, come dicevo”.

Cosa manca però all’Inter per poter dire la sua anche in Europa?
“Secondo me il problema è nel gioco: bisognerebbe osare di più, attaccare di più, giocare con maggiore spregiudicatezza. In Italia può capitare che ti difendi bene e porti a casa la partita, in Europa devi giocare in modo più offensivo e l’Inter ha i giocatori per farlo”.

Diverse stagioni insieme, prima alla Sampdoria e poi all’Inter: Marco Branca era più bravo da calciatore o lo è maggiormente ora da direttore sportivo?
“Marco era un calciatore dalle doti tecniche incredibili che credo abbia raccolto, in carriera, meno di quanto meritasse: a mio avviso era allo stesso livello di Vialli e Mancini. Ma anche da direttore sportivo credo che se la stia cavando bene, finora ha azzeccato tutte le strategie e ha costruito una squadra vincente”.

Infine, cosa c’è nel futuro di Maurizio Ganz?
“Voglio fare l’allenatore, da diversi anni alleno squadre giovanili in provincia di Milano, ora sono passato alla prima squadra del Masseroni Marchese. Non sono riuscito, quest’anno, a rientrare nei 25 del corso di Coverciano, spero di riuscirci l’anno prossimo e iniziare la carriera a grandi livelli”.

Magari sognando una chiamata dell’Inter…
“Certo, chi non sognerebbe di allenare una grande squadra come l’Inter”.
 


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