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Iborra (portavoce tifosi del Getafe): "Negare le porte aperte non è la soluzione. Inter peggior avversario"

di Simone Togna

Come è noto Inter-Getafe e Getafe-Inter si disputeranno a porte chiuse. Il Governo Spagnolo ha di fatto stabilito che anche il ritorno in terra iberica venga disputato senza la presenza di alcuno spettatore. Una decisione non condivisa dai sostenitori locali, che per anni hanno sognato una sfida contro un colosso europeo come l’Inter. Un dibattito tutt'ora aperto a Madrid, seguito con gran riscontro. Fran Iborra, portavoce della 'Federación de Peñas del Getafe', ossia il rappresentante dei club dei tifosi del Getafe, in esclusiva per FcInterNews spiega il pensiero dei fans de Los Azulones.

Avete diramato una nota ufficiale nelle quale chiedete di giocare a porte aperte, al Coliseum Alfonso Pérez, contro l’Inter. Quali sono le vostre ragioni?
“Non è che vogliamo che si giochi a porte aperte per forza. Ma crediamo che negare l’accesso ai tifosi del Getafe non sia la soluzione per evitare contagi, quando allo stesso tempo e in generale si celebrano e si susseguono vari eventi, atterrano voli, attraccano le navi da crociera. E su tali iniziative non ci sono controlli sugli ingressi”. 

Come si vede dall’estero l’Italia, in particolare Milano, in questo periodo? Siamo visti come una sorta di untori?
“No, ovviamente no. Sappiamo che per disgrazia è una zona con più casi di ammalati. Però sarebbe potuto succedere ovunque. In Italia o in qualsiasi altra Nazione”.

Pensa che il Coronavirus sia solo in Italia? E che quindi in Spagna o in altre parti del mondo non ci sia?
“Si trova in molte Nazioni e sembra che alcuni luoghi in Spagna possano diventare zone ad alto rischio, come adesso è la città di Milano”.

Nella vostra lettere chiedete che non vengano fatti entrare allo stadio le persone della zona rossa italiana. Secondo voi però come si possono localizzare queste persone?
“È molto difficile, lo sappiamo. Non siamo esperti di sicurezza o di sanità. Ma come le dicevo poc'anzi, non capiamo come altri eventi con concentrazione di persone nei quali non ne venga controllata la provenienza, vadano avanti e si mantengano. Mentre al Coliseum di Getafe, dove si potrebbe chiedere abbonamento e carta d’identità, senza vendere biglietti su internet, potremmo abbastanza limitare gli ingressi. Ovviamente gente di Getafe, di Madrid, o di qualsiasi posto dove vivono i nostri abbonati possono essere contagiati. Ma ciò può succedere in metro, sull’autobus, in università, al lavoro”.

Parliamo di calcio. Cosa avete pensato quando l’urna ha pescato l’Inter per il Getafe?
“Personalmente credo che i nerazzurri, insieme al Siviglia, siano la squadra peggiore da affrontare negli ottavi. Lo abbiamo sostenuto la stessa notte di Amsterdam, quando ci siamo classificati. Più del Manchester United. Ma anche l’Ajax era una delle tre-quattro squadre più complicate dei 16esimi e siamo stati superiori. Questo Getafe non conosce limiti”.

Chi è favorito?
“Senza dubbio l’Inter. Per rosa, giocatori, storia, per provenire dalla Champions League, con possibilità di vincere il campionato di A. Con Antonio Conte lo schema è chiaro, come i giocatori utilizzati. L’11 titolare lo conosciamo quasi a memoria e sta tornando una grande Inter, dopo 10 anni”.

Cosa cambia senza pubblico?
“Tutto. Ci perderemmo una delle partite più belle e importanti della nostra storia, senza la possibilità di incitare i nostri beniamini come facciamo di consuetudine. I nostri giocatori non sono mai scesi in campo al Coliseum senza pubblico e gradiscono sempre il nostro appoggio”.

Chi è il giocatore dell’Inter che le piace di più?
“Lukaku, una spanna sopra tutti gli altri. È un giocatore che mi è sempre piaciuto molto e che ho sempre difeso e sostenuto. Everton, Manchester United e Belgio: mi è sempre sembrato un grande attaccante. Tutto forza e dedizione. Una forza della natura”.

Ma è vero che lo stile di gioco del Getafe preveda falli tattici, per una squadra che è stata definita di picchiatori?
“Vengono sempre tirate fuori le statistiche dei nostri falli, però non emergono mai quelle secondo cui siamo il team che passa più tempo nella metà campo dei rivali. Giochiamo avanti e siamo quelli con il maggior numero di passaggi nella trequarti avversaria. Adesso stanno iniziando a mostrare tali dati. Facciamo molti falli, però non è proibito. E siamo anche la formazione alla quale, con molta distanza, il comitato toglie i cartellini gialli dopo le decisioni prese”.


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