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Jacobelli a FcIN: "Un ciclo è finito. Kucka subito. Su Moratti e Oriali..."

di Alessandro Cavasinni

Che sia un momento delicato non c'è alcun dubbio. L'Inter si trova incredibilmente nei bassifondi della classifica con appena 8 punti all'attivo e i tifosi cominciano a perdere la pazienza. Il derby d'Italia era visto come l'occasione giusta per rilanciarsi in campionato e dare la svolta a una stagione fin qui disastrosa. E invece, al contrario, è arrivato un ko che ha acuito la crisi. Di questo e di altro abbiamo discusso con Xavier Jacobelli, stimato giornalista. Jacobelli ha analizzato con dovizia di particolari i molteplici aspetti negativi che stanno caratterizzando l'annata del club ancora campione del mondo in carica.

LA FINE DI UN CICLO. “Rispetto al match di Bergamo con l'Atalanta, a cui ho assistito dal vivo, contro la Juventus ho visto passi in avanti sotto l'aspetto atletico. Il problema, però,  è sempre il solito: il ciclo è finito. Questo, di per sé, sarebbe anche un aspetto normale, ma il discorso è che, per due anni consecutivi, si è sbagliato a fare mercato in estate. Dopo Mourinho, è arrivato Benitez, che aveva capito tutto: c'era bisogno di svecchiare l'organico. Lo spagnolo, però, non è stato accontentato, eppure ha vinto Supercoppa di Lega e Mondiale per club. Non a caso, a gennaio, dopo il suo licenziamento, sono arrivati Ranocchia, Pazzini, Nagatomo e Kharja”.

LA STANCHEZZA DEL GRUPPO STORICO. “Inutile negarcelo: il problema di questa Inter risiede nel gruppo storico. Milito non si è più ripetuto, seppur nella notte di Madrid non ha esitato un istante a chiedere aumento e prolungamento; Maicon doveva essere ceduto, ma sembrava in quel frangente una sorta di 'lesa maestà'; Julio Cesar e Stankovic soffrono gli acciacchi del tempo; Sneijder alterna prestazioni e l'Inter segue il suo stato di salute altalenante. L'ha riconosciuto anche Ranieri, molto onestamente. A questo punto, vista la situazione, io accelererei il processo di svecchiamento, adottando scelte dolorose. Che si dia spazio ai giovani e che si pongano le basi per il prossimo anno”.

GLI ERRORI DI MORATTI. “Sentir criticare Moratti è fuori dal mondo. Chi lo fa ha perso il senso delle proporzioni. Vendere la società? E chi sarebbe in grado di fare quello che ha fatto Moratti per l'Inter in tutti questi anni? Io non vedo gruppi così forti da garantire un futuro roseo ai nerazzurri. Che resti Moratti, non scherziamo. Detto ciò, è chiaro che errori ne sono stati commessi. Del mercato abbiamo detto, e le scelte del tecnico, in ultimo quella di Gasperini, si commentano da sole. Non si può ingaggiare un determinato tipo di allenatore senza poi fargli un mercato ad hoc.  Uno dei peccati originali resta l'allontanamento di Lele Oriali: inspiegabile. All'Inter, oggi, manca una figura del suo spessore, sia per il mercato, con tutto il rispetto per Branca, sia per il raccordo tra società e squadra”.

LE SOLUZIONI. “Come detto, la strada da percorrere resta quella di far crescere i giovani che l'Inter ha e su cui ha pure investito milioni di euro. L'arrivo di Kucka a gennaio sarà importante e credo sia scontato per gli accordi vigenti tra Moratti e Preziosi. In attacco punterei ancora su Pazzini, aspetterei una reazione di Milito e il rientro di Forlan, senza spendere per Tevez. Il Fair Play Finanziario è pressante e Moratti fa benissimo a rispettarlo: non credo abbia ceduto Eto'o così tanto a cuor leggero come sento dire. Per quest'anno mi accontenterei di raggiungere la Champions, che resta difficile vista la concorrenza e la partenza ad handicap, e di ben figurare in Europa. Gli ottavi sono alla portata e poi a marzo i valori possono sempre cambiare. Bisogna approfittare di questa stagione di transizione per progettare al meglio il futuro. Vedere l'Inter lì in fondo alla classifica è qualcosa di assurdo”.

 

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