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Karagounis a FcIN: "L'Inter vinca l'EL mentalità. Senza Calciopoli ce la saremmo giocata"

di Simone Togna

Eroe in Patria. Polmoni, cuore e tecnica al servizio dell’Inter e della sua Nazionale. Giorgios Karagounis, in nerazzurro dal 2003 al 2005, non dimentica i suoi trascorsi con la Beneamata. E si confessa a 360° in esclusiva a FcInterNews.it.

Di che cosa si occupa oggigiorno?
“Gioco qualche partita di beneficenza con la rappresentativa ellenica che trionfò all’Europeo del 2004 e scendo anche in campo per Inter Forever. Ci teniamo in forma così…”.

Se le dico Inter, cosa mi dice?
“Che sono interista. Amo la città di Milano, dove vivono molti miei amici, e il Biscione. I nerazzurri hanno rappresentato la mia prima esperienza fuori dalla Grecia. Un grande squadra. Con tanti campioni. Non fu un periodo facile perché avevamo la pressione della vittoria e già questo rendeva le cose più difficili. Ci togliemmo qualche soddisfazione, disputammo ottime gare, conquistammo una Coppa Italia. Poi dopo Calciopoli cambiò tutto. Ma io me n’ero già andato”.

Calciopoli oggi è un capitolo chiuso. Ma a quei tempi lei percepiva dei favoritismi per le altre squadre?
“La Juve era una bella squadra. Ma direi di sì. Si capiva da alcune cose del campo, che poi sono uscite fuori. Poi nessuno può dire che avremmo vinto sicuramente noi, ma con una situazione pulita al 100% ci saremmo giocati le nostre possibilità”.

Nella sua Inter, come ha detto giustamente lei, c’erano tanti campioni. Un nome su tutti può farlo?
“Quella rosa era composta da un sacco di fuoriclasse. Poi in quegli anni Adriano era incredibile, non lo potevi mai fermare. Ma soprattutto erano straordinari giocatori e grandissime persone. Per questo è un piacere rivedere molti di loro con Inter Forever”.

Mancini che tipo di tecnico era?
“Un bravo allenatore. Capisce di calcio. Come tutti gli italiani lavorava molto sulla tattica. L’unica cosa che non mi piaceva tanto (ride, ndr). Da voi questi tipi di dettagli sono fondamentali. Speriamo faccia bene con la vostra Nazionale”.

A proposito di Nazionali, lei è un vero e proprio eroe in Grecia. Recordman di presenze con la sua rappresentativa, avete regalato un sogno, nel 2004, ai vostri tifosi, conquistando l’Europeo…
“La gioia sportiva più grande della mia vita. Nessuno pensava che sarebbe stato possibile. Ci siamo laureati campioni d’Europa e probabilmente è stato il successo calcistico più sorprendente della storia del calcio moderno. Un’emozione incredibile”.

Secondo la stampa del suo Paese, l’Inter starebbe seguendo un giovane suo connazionale: Giannis Bouzoukis. Lo vede pronto per la Serie A?
“Nel Panathinaikos stanno giocando molti giovani. Lasciamoli crescere e fare esperienza. Non voglio parlare di lui nel dettaglio. Dico che è bravo, come altri atleti. Ma facciamolo maturare e arrivare in pianta stabile in Nazionale”.

Dell’Inter attuale cosa ne pensa?
“La seguo ancora ovviamente. L’eliminazione dalla Champions è stata una delusione. La squadra gioca partite belle e altre un po’ così così. Si vede che dietro c’è lavoro. Ma davvero è un peccato non essere arrivati agli ottavi di finale. Nel giorno dei sorteggi si sapeva che Barcellona e Tottenham fossero favoriti. Ma per come si era arrivati all’ultima partita si doveva passare. Se sei l’Inter e giochi in casa contro l’ultima in classifica, devi vincere. Non è successo ed è stato un grosso dispiacere”.

Ora sotto con l’Europa League…
“Una competizione da giocare per vincere. Una società come l’Inter deve pensare sempre a perseguire ogni grande obiettivo. Ecco perché dico che anche in campionato, anche se si è indietro rispetto al primo posto, devi scendere in campo per conquistare più punti possibili. Così si forgia la mentalità vincente”.

Spalletti le piace?
“Un buon allenatore, che fa il suo lavoro. A parte il pareggio col Psv sta lavorando bene. Ma credo che anche lui possa fare ancora di più”.

Ha un messaggio per i tifosi nerazzurri?
“Auguro a tutti loro Buone Feste e che il 2019 sia ricco di soddisfazioni per tutti. Colmo di salute e di felicità”.

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