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L'ag. Calenda a FcIN: "Per JJ non ascolto offerte. Su Maicon e Dodò dico..."

di Gianluca Scudieri

Nel passato recente dell'Inter molte operazioni sono legate a doppio filo con l'agente Roberto Calenda. Il procuratore di Maicon, Dodò e Juan Jesus, fra gli altri, rilascia ai microfoni di FcInterNews.it un'intervista in cui vengono svelati alcuni retroscena del passato e in cui si parla anche del futuro dei suoi assistiti che vestono attualmente la maglia dell'Inter

Calenda, come valuta la stagione di Dodò?
"Finché ha giocato, positiva. Nella prima parte di stagione ha mostrato cosa puó fare. È un terzino che spinge e se andate a rivedere i gol dell'inizio scoprirete che spesso partivano dai suoi cross. Pensate al gol di Hernanes con il Napoli. Certo Dodó ha bisogno di una squadra che gioca sulle fasce. Lui è uno dei pochi rimasti che punta l'uomo, che cerca il dribbling, è un laterale che ha fantasia e oggi è merce rarissima. Poi devo dire che il cambio di allenatore e il cambio di modulo ha fatto sì che Mancini puntasse su altre scelte per cominciare. Ma Roberto è un grande allenatore e sa valorizzare i giocatori di qualità. Nel suo calcio i terzini propositivi hanno sempre avuto un ruolo fondamentale quindi penso che a breve rivedremo Dodó in campo. Lui ha bisogno di fiducia e minuti. Le qualità e il talento non si discutono. L'Inter ha un patrimonio". 

Con Mazzarri aveva iniziato bene ma l'arrivo di Santon e il cambio di modulo lo hanno spinto fuori dall'undici titolare. C'è il rischio che il ragazzo chieda di trovare spazio altrove o Mancini lo ritiene un punto fermo della rosa?
"Come dicevo prima, a Mancini piacciono giocatori con talento e talento Dodó ne ha. Mancini lo ritiene un punto fermo. Quando la squadra si sarà assestata tatticamente, allora ci sarà bisogno di un esterno sinistro che spinge. E più l'Inter vuole diventare grande più ha bisogno di un giocatore così".

Per la prossima stagione si parla di rinnovamento della difesa e arriverà Murillo. Che indirizzo ha la società nei confronti di Juan? Anche lui è sul mercato in caso di offerta giusta?
"L'Inter, nelle parole dei dirigenti o di Mancini, lo ha sempre sostenuto e incoraggiato. Ha 23 anni. Ha giocato tutte le partite. Con tutti gli allenatori. Coppa Italia, campionato, Europa League, amichevoli, ha già superato le 100 presenze. Non si tira mai indietro e per questo a volte gioca anche quando magari potrebbe riposare. E adesso mi viene da ridere quando vedo che si cerca un capro espiatorio in difesa e qualcuno continua a criticarlo. Ma scusate, uno può anche avere una partita 'no'. Capita a chiunque. Se Juan commette un rigore come quello che ha fatto Thiago Silva l'altra sera, tutti gridano allo scandalo. Se chiude un uomo e riparte è normale forza fisica. Come se fosse nella norma trovare un difensore mancino veloce, forte, e attaccato alla maglia. Che può giocare terzino o centrale senza differenza. Guardate le statistiche, i numeri delle palle rubate, dei passaggi effettuati e dei contrasti vinti e poi ne riparliamo".

Qualche squadra ha bussato alla sua porta per sapere la situazione del difensore?
"Guardi, Juan è sempre al centro delle voci degli interessi, è normale. Gioca in una grandissima squadra, è nel giro della nazionale ma soprattutto è giovane e, cosa da non sottovalutare, ama la squadra in cui gioca. Juan pensa solo e sempre all'Inter. E soffre se le cose non funzionano. Per cui rispondo così alla sua domanda: dovete chiederlo all'Inter, perché io finché lui è felice all'Inter non ascolto proposte".

Qual è l'operazione di mercato che ha curato per l'Inter di cui va più orgoglioso?
"Le voglio raccontare un aneddoto. Dopo il Triplete, Maicon valeva tanto ma l'Inter ha deciso di tenerlo e lui ha appoggiato con entusiasmo questa opzione. Senza pensare a chi, come e quando. Quando poi dopo qualche anno era arrivato il momento dell'addio, Maicon aveva due strade: andare al Real gratis (che era la scelta piu semplice forse) oppure trattare col City che voleva comprarlo dall'Inter. Io e Maicon in accordo abbiamo deciso di parlare con gli inglesi, comunque una grandissima società, perché così anche l'Inter traeva giovamento. Sono orgoglioso di queste decisioni. Perché non esiste solo l'ambizione, esistono anche i sentimenti". 

Invece il rammarico principale? 
"Lucas Moura e Paulinho. Era tutto fatto. Volevano l'Inter. Poi per un motivo o per l'altro non sono arrivati ma ora l'Inter con loro due sarebbbe ancora più forte".

Gianluca Scudieri - Domenico Fabbricini


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