L'ag. di D'Ambrosio a FcIN: "Per lui conta il 'Noi', tiene molto all'Inter. I tifosi lo apprezzano, la stampa meno"
Uno degli indiscussi protagonisti dell’approdo in Champions League, tanto da meritarsi l’appellativo di santo dai tifosi nerazzurri dopo il salvataggio decisivo contro l’Empoli negli ultimi minuti di gioco. Danilo D’Ambrosio però non pensa alle lodi personali, nonostante quell’intervento valga di fatto come un gol. “Conta il gruppo. Il Noi e non l’io”, ripete sempre al suo procuratore Vincenzo Pisacane. Con l’agente che intervistato da FcInterNews svela ulteriori dettagli riguardanti il suo assistito. Calcistici e non.
Ha sentito Danilo dopo l’ultima palpitante giornata di campionato?
“Ovviamente. Mi ha detto di aver perso 10 anni di vita, come d’altronde tutti quelli che hanno seguito il match. Parliamo di una gran bella sfida. E anzi, colgo l’occasione per fare i complimenti all’Empoli per il gioco espresso quest’anno. Non meritava a mio avviso la retrocessione”.
Dopo il salvataggio nel derby contro il Milan sul tiro di Cutrone è arrivata un’altra prodezza da parte del suo assistito, che ha evitato un gol certo per i toscani. Da qui i tifosi hanno iniziato a parlare di San D’Ambrosio.
“Il calcio è un gioco di squadra. Chi più, chi meno, ha dato il suo contributo. Danilo poi dice sempre la sua. Ha un senso di responsabilità incredibile. Lavora sodo, a testa bassa. E una sua caratteristica fondamentale è quella che parla sempre al plurale. Non l’ho mai sentito dire: ‘Che partita ho giocato’. Si esprime sempre col noi, mai con l’io e si rivolge ogni volta al futuro. Sostiene che quanto fatto duri il tempo di un giornale. Ecco perché pensa già a migliorare. Magari entrando senza problemi in Champions League, dato che per l’Inter dovrebbe essere la normalità”.
Si può dire che nel suo percorso nerazzurro sia cresciuto in modo esponenziale? L’Inter negli anni ha cambiato tantissimi terzini e lui oramai è una colonna della squadra.
“Non è facile giocare a San Siro soprattutto se provieni da un altro tipo di realtà. All’inizio forse aveva subito un po’ questo. Ma lui prima che essere un grande giocatore, è un grandissimo professionista. Un atleta irreprensibile, che tra i miei assistiti porto sempre come esempio. Non sgarra mai sull’alimentazione o gli allenamenti. È sempre sul pezzo. Per questo ha raggiunti tali livelli”.
Ma lui sente che sia cresciuto l’affetto dei tifosi nei suoi riguardi?
“I supporter nerazzurri gli hanno sempre voluto un gran bene. C’è sempre stata simpatia tra il pubblico e Danilo, magari era la stampa che non gli rendeva i giusti meriti. Le faccio un esempio. L’altro giorno un suo collega ha definitivo il salvataggio contro l’Empoli, quello che lei ha definitivo come un gol, un quasi autogol. Le parole contano. Ma come le ho detto gli interisti, insieme ai suoi compagni di squadra, lo vedono come uno che suda davvero la maglia. Che ci tiene, che dà sempre il massimo”.
Ha un atteggiamento da Capitano.
“Si fa voler bene e si fa rispettare. Ci tiene proprio tanto al mondo Inter e di questo ci si accorge. Per questo anche il gruppo lo apprezza ancor di più”.
In questi anni ci sono mai state possibilità che se andasse via?
“Il mio lavoro è quello del procuratore. Quindi il mio compito è quello di ascoltare le eventuali proposte per tutti i miei assistiti. Danilo sono anni che sta facendo benissimo. Ha avuto qualche richiesta da club importanti. L’Inter però lo ha sempre considerato incedibile. Anche l’anno scorso, quando i rumor sostenevano che potesse essere terminata la sua avventura in nerazzurro. Anzi, i dirigenti della Beneamata hanno voluto sottolineare come non ci fosse la minima volontà di lasciarselo scappare. Noi ne siamo stati strafelici e direi che Danilo ha ripagato questa fiducia con le prestazioni”.
Il contratto di D’Ambrosio scade tra due anni. C’è possibilità di rinnovo ulteriore?
“Ne stiamo parlando. Con il direttore c’è un rapporto straordinario. Sicuramente ci incontreremo nuovamente e ne parleremo”.
Eventualmente potrebbe così chiudere la sua carriera in nerazzurro.
“È quello che sia io che lui ci auguriamo, so quanto sia felice a Milano. Quanto si trovi bene e sia orgoglioso di difendere questa maglia. Quindi sì, l’auspicio è questo. Poi però, e qui faccio un discorso generale, nel calcio non si può mai dire, perché tutto può essere in evoluzione da un giorno all’altro”.
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