L'ex tecnico di C. Augusto a FcIN: "Con me giocava anche stopper, in Europa si è evoluto. Italia ottima scelta"
Tiago Nunes allena oggi – con ottimi risultati visto il primo posto in classifica – lo Sporting Cristal, squadra momentaneamente prima in classifica nel campionato peruviano con tre punti di vantaggio sull’Universitario (24 a 21). Nella sua carriera ha lavorato con calciatori importanti come Bruno Guimaraes, Renan Lodi e Carlos Augusto. E da mister di Athletico Paranaense, Gremio e Cearà si è tolto svariate soddisfazioni, tanto da conquistare la Copa Sudamericana e quella Do Brasil. Oggi, in esclusiva per FcInterNews, il giovane tecnico, che sogna di lavorare in Europa, in un mercato che considera poco esplorato dagli allenatori brasiliani in generale, parla ovviamente dell’ascesa di Carlos Augusto, avuto ai propri ordini ai tempi del Corinthians: “Il mio primo ricordo su di lui è di un giocatore davvero professionale. Quando arrivammo in squadra, lui inizialmente non era considerato per iniziare la preparazione, perché il Corinthians voleva in quel momento cambiare il suo stile e il ragazzo era considerato un esterno difensivo, mentre noi ricercavamo giocatori più offensivi. Lui però ce la mise tutta per essere importante in rosa e in poco tempo conquistò la titolarità attraverso i suoi sforzi e il suo lavoro. Quindi ricordo principalmente questa capacità di resistere e di persistenza. Uno capace di restare focalizzato, mentalmente preparato per vivere e superare tutto questo”.
Al Corinthians c’erano lui e Piton. Come ha gestito questa rivalità?
“Non ebbi alcun tipo di problema in questo caso. I due calciatori possedevano caratteristiche differenti. Carlos Augusto era più difensivo, anche se sapeva attaccare lo spazio e proiettarsi in avanti. Piton proveniva dal calcio a cinque e sapeva invece giocare a uno-due tocchi. Hanno anche giocato insieme, dato che ho schierato l’attuale interista anche come braccetto della difesa a tre”.
Come ha modificato il tipo di gioco di Carlos Augusto?
“Credo che lui da quando ha lasciato il Corinthians ha sviluppato maggiormente la parte offensiva, tanto da segnare gol. Da noi aveva caratteristiche più difensive, era un laterale che non saliva molto, restava sulla sua posizione. Per questo l’ho utilizzato anche da stopper. Credo quindi che in Europa sia diventato più forte proprio nella parte d’attacco. Quando l’ho allenato io teneva bene la linea, era attento nelle coperture. Pensi che al Monza mi sembrava quasi quasi strano quanto attaccasse. E invece si è solo confermata la sua evoluzione”.
Definirlo il laterale brasiliano più europeo è corretto?
“Direi di sì. Nel suo ruolo sa difendere bene la linea, si impone anche fisicamente e come già detto ha migliorato la parte offensiva. Quindi è un esterno molto equilibrato, che possiede ottime capacità e può la differenza nell’Inter. E chi lo sa potrebbe farlo un giorno anche con Brasile”.
Lei lo vede bene anche in altre posizioni, oltre che da quinto.
“Può giocare come difensore centrale e pure come stopper o libero della difesa”.
Pensava sarebbe arrivato così lontano?
“Dopo aver lavorato con lui ne avevo la speranza per la sua mentalità, la capacità di adattamento, per la sua professionalità e per essere passato nella selezione base del Brasile. Sapevo avesse un grandissimo futuro anche per la sua abilità di ricoprire più posizioni. Scegliendo il mercato italiano ha scelto molto bene. E dico di più: non è ancora arrivato al massimo delle sue potenzialità, può fare ancora meglio”.
Quanto potrà essere importante per l’Inter?
“Molto. Appena si adatterà alla squadra e ai compagni di squadra, sarà un giocatore molto interessante. E che avrà un futuro importante con i nerazzurri”.
Lui ha dichiarato di ispirarsi a Roberto Carlos. Ha qualcosa del fenomeno ex Inter e Real Madrid?
“È difficile fare paragoni proprio perché Roberto Carlos è stato un grande a livello mondiale, anzi tra i più grandi della storia del calcio brasiliano e non. Lui andava più all’attacco e aveva un tiro micidiale. Ma la forza fisica e la mentalità di Carlos Augusto potrebbero anche essere paragonate a quelle di Roberto Carlos. Detto questo, adesso qualsiasi accostamento non sarebbe salutare per il ragazzo perché l’asticella sarebbe immensamente alta”.
È anche merito suo.
“Devo dire che per me è sempre un piacere parlare di un giocatore in cui abbiamo avuto un piccolo ruolo nel suo sviluppo della carriera. Davvero mi ha incantato il come riuscì a conquistare il suo posto nel club. Sono felice per lui, auguro il meglio a Carlos Augusto”.