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La storia di Rashit Kongjeli, nerazzurro per un giorno

di Giuseppe Granieri
Il giovane Rashit Kongjeli

Questa non è una storia speciale: anzi, è una vicenda comune a molte altre. Nel mondo dello sport, e del calcio in particolare, infatti, in copertina ci vanno spesso – o quasi sempre – i fuoriclasse, i campioni acclamati, gli idoli: i Totti, i Del Piero, i Maldini. Ma il calcio si ciba, e si sostanzia anche, di tante altre piccole-grandi storie di chi, invece, non ce l’ha fatta. FcInterNews.it, grazie all’apporto dell’avvocato, e procuratore sportivo, Sandro Gedda, mette in copertina la storia di Rashit Kongjeli, classe 1989, origini kosovare. Una storia a tinte nerazzurre.

Avvocato Gedda, da dove partiamo?

“È una vicenda di qualche anno fa: siamo nella stagione sportiva 2004/05”.

Cosa successe?

“Mi chiamò il padre di Rashit: il ragazzo giocava nel settore giovanile di una squadra dilettantistica”.

E cosa le disse?

“Mi chiese più che altro un piccolo favore: al ragazzo, infatti, era giunta voce che la società nerazzurra lo stesse seguendo. E, considerato che la famiglia non poteva approfondire la vicenda, mi chiese se potevo informarmi e saperne di più”.

Lei cosa fece?

“Mi misi in contatto con l’Inter e chiesi se effettivamente conoscevano il ragazzo e se lo stavano seguendo”.

Con chi ebbe modo di parlare?

“Con Beppe Baresi, allora responsabile del settore giovanile nerazzurro”.

Cosa le disse?

“Che non conoscevano il ragazzo e che non lo stavano seguendo”.

Che tipo di giocare era Rashit?

“Era un centrocampista molto interessante: lui e la sua famiglia vivevano in Italia e, in quel periodo, stava svolgendo dei provini e dei periodi di prova in alcune squadre professionistiche di buon livello”.

Ma se l’Inter non era interessata e non lo stava facendo seguire, come può essere uscita fuori questa voce?

“La mia idea è che la sua squadra di appartenenza avesse messo in circolo la notizia perché aveva paura di perderlo”.

Insomma, per non farlo partire lo illudevano dicendo di stare tranquillo che prima o poi sarebbe sbarcato a Milano.

“Esattamente”.

Con l’Inter come proseguì?

“Parlando con loro feci poi presente che il ragazzo era stato illuso per mesi e mesi e che sarebbe stata una grossa delusione non avere una possibilità”.

E alla fine questa chance arrivò.

“Sì, Rashit sostenne un periodo di prova – un paio di settimane – con gli Allievi nerazzurri”.

E come andò?

“Molto bene: il responso fu positivo. Era un giovane molto interessante dal punto di vista tecnico/tattico…”.

Però?

“L’Inter poteva contare su molti ragazzi di quella levatura e di quella bravura e, per questa ragione, non ci fu seguito a questa vicenda”.

L’Inter, da un punto di vista umano, si conferma una delle prime società sportive al mondo.

“Non posso che confermare quello che dice: mi colpì molto la sensibilità e la disponibilità dell’Inter nell’aggregare il ragazzo, seppur per un periodo di prova, nel loro settore giovanile”.

Ed oggi Kongjeli cosa fa?

“A medio-grandi livelli si è un po’ perso, ma continua a giocare nelle serie dilettantistiche”.
 


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