La storia di Rashit Kongjeli, nerazzurro per un giorno
Questa non è una storia speciale: anzi, è una vicenda comune a molte altre. Nel mondo dello sport, e del calcio in particolare, infatti, in copertina ci vanno spesso – o quasi sempre – i fuoriclasse, i campioni acclamati, gli idoli: i Totti, i Del Piero, i Maldini. Ma il calcio si ciba, e si sostanzia anche, di tante altre piccole-grandi storie di chi, invece, non ce l’ha fatta. FcInterNews.it, grazie all’apporto dell’avvocato, e procuratore sportivo, Sandro Gedda, mette in copertina la storia di Rashit Kongjeli, classe 1989, origini kosovare. Una storia a tinte nerazzurre.
Avvocato Gedda, da dove partiamo?
“È una vicenda di qualche anno fa: siamo nella stagione sportiva 2004/05”.
Cosa successe?
“Mi chiamò il padre di Rashit: il ragazzo giocava nel settore giovanile di una squadra dilettantistica”.
E cosa le disse?
“Mi chiese più che altro un piccolo favore: al ragazzo, infatti, era giunta voce che la società nerazzurra lo stesse seguendo. E, considerato che la famiglia non poteva approfondire la vicenda, mi chiese se potevo informarmi e saperne di più”.
Lei cosa fece?
“Mi misi in contatto con l’Inter e chiesi se effettivamente conoscevano il ragazzo e se lo stavano seguendo”.
Con chi ebbe modo di parlare?
“Con Beppe Baresi, allora responsabile del settore giovanile nerazzurro”.
Cosa le disse?
“Che non conoscevano il ragazzo e che non lo stavano seguendo”.
Che tipo di giocare era Rashit?
“Era un centrocampista molto interessante: lui e la sua famiglia vivevano in Italia e, in quel periodo, stava svolgendo dei provini e dei periodi di prova in alcune squadre professionistiche di buon livello”.
Ma se l’Inter non era interessata e non lo stava facendo seguire, come può essere uscita fuori questa voce?
“La mia idea è che la sua squadra di appartenenza avesse messo in circolo la notizia perché aveva paura di perderlo”.
Insomma, per non farlo partire lo illudevano dicendo di stare tranquillo che prima o poi sarebbe sbarcato a Milano.
“Esattamente”.
Con l’Inter come proseguì?
“Parlando con loro feci poi presente che il ragazzo era stato illuso per mesi e mesi e che sarebbe stata una grossa delusione non avere una possibilità”.
E alla fine questa chance arrivò.
“Sì, Rashit sostenne un periodo di prova – un paio di settimane – con gli Allievi nerazzurri”.
E come andò?
“Molto bene: il responso fu positivo. Era un giovane molto interessante dal punto di vista tecnico/tattico…”.
Però?
“L’Inter poteva contare su molti ragazzi di quella levatura e di quella bravura e, per questa ragione, non ci fu seguito a questa vicenda”.
L’Inter, da un punto di vista umano, si conferma una delle prime società sportive al mondo.
“Non posso che confermare quello che dice: mi colpì molto la sensibilità e la disponibilità dell’Inter nell’aggregare il ragazzo, seppur per un periodo di prova, nel loro settore giovanile”.
Ed oggi Kongjeli cosa fa?
“A medio-grandi livelli si è un po’ perso, ma continua a giocare nelle serie dilettantistiche”.