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Lucescu: "Pirlo, andò così. Su Sneijder-Shakhtar e il futuro di Willian..."

di Mario Garau

Giovani, bel calcio e risultati. Tre parole che si conciliano nel nome di Mircea Lucescu, allenatore dello Shakhtar Donetsk, maestro dei due assi brasiliani seguiti dall'Inter: Fernandinho e Willian. Il tecnico rumeno, alla guida dell'Inter targata 98-99, ha parlato a tutto campo e in esclusiva, ai microfoni di FcInterNews.

Mister, parlare di Fernandinho e Willian in ottica Inter è fantacalcio?
Non voglio più toccare questo tasto. Si sta sviluppando l'impressione che io voglia venderli, quando in realtà sono due giocatori al centro del mio progetto con lo Shakhtar. Abbiamo tre partite di campionato e una qualificazione agli ottavi tutta da conquistare, non è il momento per parlarne.

Lei è un modello per Stramaccioni. Che idea si è fatto del lavoro svolto fin qui dall'allenatore nerazzurro?
Sta facendo un lavoro eccezionale. E' incredibile, considerando la sua giovane età, il modo con cui ha preso questa squadra in mano. Non è facile gestire un gruppo con tutti quei giocatori. Sono sicuro che il presidente gli stia dando una grande mano: lo aiuta, lo incoraggia, gli dà tutta la fiducia necessaria per fare bene e questo è molto importante. La squadra gioca un buon calcio, si sta trasformando e lui sta mettendo in campo giocatori bravi e giovani.

Ha citato 'la fiducia del presidente'. Crede che questa sia mancata durante la sua gestione a Milano?
Beh, le situazioni sono diverse. Stramaccioni è un allenatore giovane che ha voluto lui, per cui si è preso tutte le responsabilità del caso. Lui lo supporta e gli dà fiducia. Io avevo già una certa esperienza nel calcio italiano. Moratti è stato sempre vicino agli allenatori, ma quello era un altro momento. Era molto innamorato dei suoi attaccanti, c'erano ben quattro numeri 10. Adesso anche lui ha imparato a gestire le situazioni con equilibrio e a poco a poco è diventato un grandissimo presidente.

A quest'Inter sembra mancare un regista, un Pirlo. Ecco, Pirlo: in molti si chiedono come ci si sia fatti sfuggire un giocatore ancora così decisivo...
Io gli ho sempre dato la possibilità di giocare, aveva 19 anni. Con lui ho rischiato tutte le volte che l'ho messo in campo. Giocava in un'altra posizone in campo, poi poco a poco ha fatto il regista. Con me ha sempre giocato, sia come interno destro, sia come esterno sinistro di centrocampo. Io l'ho sempre fatto giocare. So bene come far giocare un giovane. Sicuramente il problema, adesso come prima, è che i giovani non possono avere continuità. Andrea poteva avere sia momenti eccezionali, sia momenti in cui spariva dal campo. Lui come tutti i giocatori brasiliani che citavi prima ha iniziato giocando un tempo, trenta minuti, cinquanta, una partita. Per loro non è facile adattarsi. Pirlo, in particolare, è un giocatore che stimo tantissimo. A sedici anni ha debuttato con me, immaginavo questa sua esplosione.

Ma perché l'Inter lo ha venduto?
E' partito perché non trovava spazio: l'Inter deve giocare sempre per vincere, deve giocare con giocatori già formati e collaudati. I giovani difficilmente esplodono in quella squadra. Come al Milan, è dai tempi di Maldini che non nasce un grande giovane. Ripeto, io facevo giocare tutti questi ragazzi tra i 16 e i 18 anni, però  alla fine contano i risultati.

Lei ha sempre dato spazio a giocatori di fantasia. Come mai Sneijder non riesce a trovare una collocazione tattica in questa Inter?
Stramaccioni deve trovare spazio per un giocatore del genere. Solo lui sa come impiegarlo, ma sono sicuro che Sneijder è uno di quei campioni che non può restare fuori. Il calcio è anche divertimento, spettacolo, portare gente allo stadio. Serve qualità, serve Sneijder, in poche parole.

Se lo immagina in un campionato dell'Est? Si è parlato tanto di Anzhi, ma magari il suo Shakhtar...
Questi giocatori non vengono a giocare qui. Casi eclatanti come Eto'o non possono essere un valido termine di paragone. Questi campionati sono fatti per far crescere i giovani. Se Sneijder dovesse partire, lo farebbe per andare in occidente.

Le piacerebbe un giorno tornare ad allenare in Italia?
Nel calcio italiano si conoscono sempre le squadre che lottano per lo scudetto e quelle che retrocedono. Non esistono sorprese. O prendi una delle prime tre squadre e provi a dare battaglia, o hai ben poco a cui ambire.

Oltre l'Inter, solo il suo Shakhtar ha messo così in difficoltà la Juventus. Questa squadra potrà mai fermarsi?
Non hanno mai passato un momento negativo da quando è arrivato Conte. Nella partita contro l'Inter, sono stati traditi dalla voglia di strafare e hanno fatto alcuni errori. La Juventus ha sempre giocando ad alto livello ed è una squadra quadrata. Il calcio è il calcio, basta un episodio, basta perdere uno-due giocatori importanti. Se si perde entusiasmo, diventa difficile ricostruirlo.


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