Paolillo a FcIN: "Kovacic: il motivo di un ottimo addio. FFP? Inter ok, senza CL..."
Le tematiche da analizzare in casa Inter sono numerose, con tante situazioni extra-campo che sono giocoforza attuali, a maggior ragione dopo l'arrivo di Geoffrey Kondogbia prima e, soprattutto, la cessione di Mateo Kovacic al Real Madrid poi. A livello economico come sono da considerare queste operazioni? Qual è la situazione dell'Inter in ottica Financial Fair Play? Tante domande a cui Ernesto Paolillo risponde in questa intervista esclusiva concessa a FcInterNews, analizzando inoltre anche la differenza di spese tra la stessa Inter e il Milan. Ultimo, ma non per importanza, l'aspetto legato alla Champions League: cosa succederebbe in caso di mancata qualificazione? Parola, quindi, all'ex direttore generale nerazzurro.
Tanti tifosi sono delusi dalla cessione di Kovacic, ma come disse lei stesso a suo tempo una vendita importante sarebbe stata necessaria: vuole spiegare il motivo?
"L'Inter ha preso degli accordi molto chiari con l'UEFA, ovvero contenere le spese in sede di campagna acquisti e avere un salto totale che permettesse alla società di ridurre i margini che la stessa UEFA aveva assegnato. Il club ha preso degli impegni e, in questo senso, non solo li rispetta, ma dimostra di essere una realtà estremamente seria che vuole il rispetto dei patti presi. Quando si prendono certi accordi vanno mantenuti. La cessione di Kovacic è la risposta a coloro i quali si chiedevano come facesse l'Inter a spendere così tanto sul mercato senza vendere: tutto ora torna. E solo i prezzi pregiati avrebbero portato un'entrata importante".
Negli ultimi giorni si sente spesso al frase: "Kovacic paga Kondogbia".
"Indubbiamente con l'acquisto del francese il totale delle spese era eccessivo rispetto ai patti presi. Quindi la cessione di un big era necessaria. Il fatto che sia stato venduto Kovacic è dipeso solo dalla domanda e dal tipo di offerta, e non dimentichiamoci che il giocatore non è stato regalato, anzi. Il club ha concretizzato una grande plusvalenza e probabilmente Mancini non riteneva il croato un titolare indiscusso".
Si può dire che la società ha concluso un'ottima cessione?
"Secondo me sì. In poco tempo, dal momento dell'arrivo a Milano al momento della cessione al Real Madrid, è stata fatta una plusvalenza significativa. Adesso sarà importante per l'Inter coprire questa assenza a livello tecnico, anche se non dobbiamo dimenticare che spesso e volentieri lo stesso Kovacic è stato criticato aspramente. È stata venduta una promessa, niente di più. Ma per tantissimi soldi".
Come valuta il fatto che siano cambiati i parametri del Financial Fair Play? Sembrano un po' meno rigidi...
"Credo siano state allargate le maglie della rete, perché non si danno dei segnali. Ma allo stesso tempo riconosco che, per attirare nuovi capitali nel mondo del calcio, bisogna dare la possibilità agli investitori di poter prendere una squadra e spendere all'inizio un po' di più per equilibrare di nuovo una situazione che, in caso contrario, resterebbe in fase di stallo. Sotto questo punto di vista una maggiore flessibilità è comprensibile, ma ripeto: solo sotto questo punto di vista".
Questo mercato ha detto che i club di Serie A sono tornati a spendere: è un buon segno o è una mossa un po' azzardata?
"Ogni caso è diverso dall'altro. Considerando l'Inter nessuno ha agito in maniera avventata perché, nonostante acquisti importanti, è stato ceduto Kovacic. Altre situazioni, invece, dicono altro. Non dobbiamo però dimenticare che il calcio italiano ha perso fascino negli ultimi anni, quindi per poter essere seguiti all'estero bisogna avere dei grandi nomi nel campionato. Non c'è altra via di uscita. I campioni arrivano, di conseguenza anche gli sponsor".
In ottica FFP, senza disputare la Champions League, l'Inter rischia qualcosa portando avanti trattative sulla base di prestiti con diritto-obbligo di riscatto?
"Credo di no. Con la vendita di Kovacic non si rischia nulla in termini di FFP. Anzi, ha dimostrato di voler rispettare le regole. Diventa però fondamentale riconquistare l'Europa, e lo dico anche da tifoso. Un club come l'Inter merita la Champions League".
Nel malaugurato caso che non arrivasse la qualificazione in Champions League, quale sarebbe il rischio reale?
"Non sarà facile arrivare in Champions, anche perché le altre squadre si sono rinforzate e sarà un campionato assolutamente interessante. L'Inter deve però provarci, ma con parsimonia e senza rischiare tutto, economicamente parlando. Bisogna anche considerare che la Champions League non è un traguardo semplice da raggiungere e, senza pass europeo, il danno sarebbe grandissimo avendo investito tanto, forse troppo. Invece l'Inter sta operando bene e con intelligenza, non c'è alcun pericolo".
Molti si chiedono perché il Milan ha speso così tanto sul mercato, senza giocare le competizioni europee: come spiega questo?
"A mio avviso il Milan aveva più lacune rispetto all'Inter, nonostante i risultati della scorsa stagione non siano stati positivi per entrambe le squadre. I rossoneri avevano maggior bisogno di intervenire, quindi hanno speso, e soprattutto avevano meno giocatori appetibili da poter vendere, mentre l'Inter, bene o male, alcuni prezzi pregiati li aveva e li ha anche adesso. Non mi pare che i giocatori del Milan abbiano ricevuto grandi proposte da qualche top club ultimamente".