Paolillo a FcIN: "Ausilio conosce tutti i calciatori, Samaden grande perdita. Inter, ho una preoccupazione"
Una vita all’Inter. Ma pure una gran bella esperienza allo Spezia. Ernesto Paolillo si racconta, in esclusiva, a FcInterNews.it: “Nel 2005 ero già nel consiglio dell’Inter, non ero AD, ma avevo le deleghe sul settore giovanile. Un giorno il Presidente Moratti mi disse che aveva comprato lo Spezia per evitare che fallisse. Mi pregò di occuparmene e di andare a La Spezia in qualità di numero uno della società. Gli chiesi di portarmi un profondo conoscitore di calciatori come Piero Ausilio. Venne con me anche l’ingegner Scorza. E ci avviammo a questa avventura. L’obiettivo era quello di disputare un buon campionato e che la squadra fosse competitiva. Così portai alcuni tra i più brillanti giocatori della Primavera nerazzurra: Dellafiore, Meggiorini, Cordaz. Baresi non fu contentissimo (ride, ndr). E acquistammo anche Eddy Baggio, un gran bel giocatore per la categoria. Vincemmo subito la Coppa Italia di Serie C”.
Che tipo di DS era Ausilio in terza serie?
“Lo portai con me perché seguendo da dirigente il settore giovanile, parlavo spesso con lui. E capii subito la profonda conoscenza che aveva di qualsiasi calciatore. Conosceva qualità, caratteristiche e competenze di ogni calciatore, dalla A alla C. Tanto è vero che successivamente lo portai in prima squadra, affiancandolo a Branca. È un ragazzo veramente bravo, uno che merita”.
Quanto è importante il settore giovanile per una squadra come l’Inter?
“Sono fondamentalmente convinto che la voce settore giovanili nel bilancio di una società per l’apporto delle plusvalenze sia estremamente importante. Anche se non riescono tutti ad aggregarsi alla prima squadra, giocatori di quella età possono essere utili anche per gli scambi”.
Samaden a fine anno cambierà aria.
“L’ho messo io lì, in quel ruolo. Lui era già al settore giovanile, quando arrivai io all’Inter Samaden era un ottimo allenatore. Parlando con dirigenti e impiegati tutti sottolineavano la sua preparazione. Notai subito le sue capacità organizzative. Quando Baresi andò da Mourinho, venne promosso. Se è una mia scoperta? Mia e di Ausilio diciamo. Con lui combaciavano le idee sul settore giovanile e su come doveva essere organizzato”.
Quanto perde l’Inter con l’addio di Samaden? Si dice che sia il migliore nel suo ruolo.
“Condivido. È una notizia che mi ha stupito e che da tifoso, perché resto un tifoso, reputo una grande perdita. Avendo lavorato al suo fianco per così tanti anni, conosco il suo valore e so quanto ha dato all’Inter. Comunque non ne conosco le ragioni”.
Cambiamo argomento. È vero che pure ai suoi tempi esisteva un progetto per lo stadio a Rozzano e si era parlato del terreno dei Cabassi?
“C’erano tante ipotesi. Quando per l’appunto si ipotizzava di costruire uno stadio dell’Inter e non in compartecipazione, si era guardato Rozzano, come alla zona di Baggio. Ma nulla di davvero concreto. Restammo solo alla prima analisi, si voleva comunque restare a San Siro”.
Come vede Spezia-Inter?
“Proverò una soddisfazione intima molto forte per aver vissuto emozioni e ansie in entrambe le squadre, che avevano all’epoca la medesima proprietà. Non era fare il tifo per due squadre concorrenti, mi ero attaccato molto anche allo Spezia, dove le emozioni furono tante. È molto bello oggi vederlo competere in A contro l’Inter. Diciamo che tengo sempre per i liguri, ad eccezione di quando affrontano i nerazzurri”.
L’Inter può andare avanti in Champions?
“Non solo nel calcio, ma nello sport in generale vince sempre chi ha più fame. Lo dicevo sempre ai ragazzi delle giovanili. Se i nerazzurri avranno questa fame in Champions, magari anche per far diventare se stessi più importanti, potranno superare il Porto. Non sono inferiori agli avversari, ma la fame è la base di tutto”.
Come vede il futuro dell’Inter?
“Sono preoccupato. Sembra evidente la mancanza di facoltà di spesa. Nel calcio, come in qualsiasi altra attività imprenditoriale, si ottengono risultati con gli investimenti, altrimenti si galleggia. Nell’Inter attuale vedo grandi vendite, ma non grandi investimenti e acquisti. Milano ha bisogno di due squadre top per l’Europa".
Sarebbe possibile per lei tornare in nerazzurro con Moratti?
"Non credo, è stata un'epoca bellissima e vincente. Ma non penso si possa ripercorrere”.
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