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Paolillo: "Bilancio, Inter a buon punto. Basta cessioni"

di Mario Garau

Nonostante di recente abbia lasciato ufficialmente la società dopo sette anni, di cui sei come amministratore delegato e direttore generale, Ernesto Paolillo rimane ancora strettamente legato all'Inter. Anche da esterno, infatti, l'ex dirigente nerazzurro continua a seguire da vicino le vicende del club di Corso Vittorio Emanuele, ed è notizia di questi ultimi giorni la sua presenza al forum dell'Eca "Youth Development Central for the Future of Club Football", dove, insieme a Roberto Samaden, ha fatto da ambasciatore del vivaio nerazzurro illustrando ai club europei il sistema del settore giovanile interista, riconosciuto tra i migliori al mondo.

E proprio di questo importante premio, ma anche di altre tematiche legate al mondo Inter, Paolillo ha parlato in esclusiva ai microfoni di FcInterNews.it:

Dottor Paolillo, il settore giovanile dell'Inter è stato riconosciuto tra i tre migliori d'Europa. Quanta soddisfazione prova?
Provo moltissima soddisfazione, perché è il risultato di tanti anni di lavoro. Tutto è cominciato nel 2006 quando abbiamo trovato la formula giusta per rilanciare il settore giovanile. Adesso c'è un vivaio di eccellenza, che ogni anno introduce squadre molto competive, dagli esordienti alla Primavera. Merito del lavoro intenso di tutta la società.

Lei ha partecipato alla tavola rotonda con i principali club europei. Con che occhi viene visto il vostro lavoro dalle altre società?
La grande soddisfazione è stata proprio questa: l'estremo interesse degli altri club, che prendevano appunti sulla nostra metodologia di scouting. L'eccellenza del nostro settore giovanile è data dall'efficienza delle informazioni che riusciamo a raccogliere. Vengono seguite con attenzione tutte le varie scuole calcio, dietro le quali c'è un grandissimo lavoro dei nostri allenatori. Tutto questo si è rivelato molto produttivo anche in termini di risultati.

Ha avuto modo di vivere da vicino l'accordo con gli investitori cinesi. Ci può dire quanto la società senta importante il progetto del nuovo stadio?
Non lo scopro certo io che un nuovo stadio è sempre importante. In ottica Fair Play Finanziaro può portare ricavi preziosi. La dimostrazione concreta l'abbiamo avuta con la Juventus, che grazie alla sua nuova struttura ha assunto una solidità sia economica che tecnica.

Parlando di fair play finanziario, non si può non toccare il tasto relativo al mercato. L'Inter ha già speso molto, pur avendo dimezzato il monte ingaggi. Nonostante tutto il bilancio è ancora in rosso, c'è da aspettarsi altre cessioni importanti?
Io credo che siamo a un buon punto, adesso possiamo dedicarci agli altri investimenti. La cosa fondamentale è il raggiungimento della Champions League, che potrà portare nelle casse societarie quella trentina di milioni utili a non farci fare troppi sacrifici sul mercato.

Quanto le manca il poter vivere la società dall'interno? Ha comunque modo di restare i contatti con gli altri dirigenti?
Il rapporto era, è e resterà splendido. Non manco mai alle partite del settore giovanile, nè a quelle della prima squadra. Certo, in sette anni di calcio in cui mi sono dedicato 24 ore su 24 all'Inter, ora ho la fortuna adesso di avere meno stress pur restando in contatto. Inoltre ho modo di seguire le vicende economiche dell'Eca e dell'intero calcio europeo.

La vittoria nel derby ha esaltato l'empatia tra Stramaccioni e il pubblico nerazzurro. Lei fu il primo sponsor dell'allenatore romano, quanto orgoglio prova?
Molto, perché sono stato il primo a conoscere Stramaccioni. Ho capito da subito le qualità tecniche e umane di questo splendido allenatore. Lasciando perdere l'affetto che mi lega a lui, apprezzo molto il suo modo di fare e di approcciarsi con la squadra.

Quale dei giocatori attualmente presenti nel settore giovanile l'ha più impressionato? C'è qualcuno che può già passare in prima squadra?
Indubbiamente ci sono. Dico inanzitutto Livaja e Duncan, ma anche Bianchetti può dare un contributo nell'immediato.

Si dice che possa ricoprire l'incarico di presidente di Lega al posto di Maurizio Beretta. Cosa ci dice a questo riguardo?
Premetto che ho solo risposto a una domanda. La disponibilità c'è e non è una candidatura. Se hanno bisogno di me, se vogliono cambiare la Lega e vogliono avere un manager responsabile, io ci sono. Sono loro gli azionisti, io mi occuperei principalmente delle vicende legate ai settori giovanili, alle problematiche relativi ai diritti televisivi, alla sicurezza interna dell'ambiente monitorando tutti gli scandali che stanno venendo fuori. Insomma, se si vogliono cambiare le cose io do la mia disponibilità. Se vogliono restare così come sono, facciano pure.

 


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