Serena a FcIN.it: "Coi giovani serve pazienza. All'Inter io suggerisco..."
L’aggiustatore ha aggiustato, ma – evidentemente – il danno era, ed è, tanto grave che c’è bisogno di una revisione completa e totale: ergo, forse, alcuni pezzi vanno cambiati e non sistemati. Di Inter, del gruppo attuale, di strategie future, FcInterNews.it ne ha discusso con Aldo Serena, ex indimenticato attaccante dell’Inter, oggi commentatore sportivo per le reti Mediaset.
Serena, da dove si parte nel giudicare il cattivo momento dell’Inter?
“Le sette vittorie consecutive hanno prodotto una sforzo notevole dal punto di vista psico-fisico e, nel corso della pausa natalizia, non si è proceduto ad un lavoro di carico per affrontare, con la giusta dose di benzina, il resto della stagione. Ed ora, dopo un’iniziale fase di residua brillantezza, è arrivato il calo che sta facendo inanellare sconfitte e brutte figure”.
Solo un calo fisico o c’è anche dell’altro?
“Ci aggiungo il terreno ghiacciato di “San Siro”: quando si mette in campo gente del calibro di Milito, Sneijder e Alvarez – tutti giocatori che fanno del tocco di palla la loro caratteristica principale – e poi non fai altro che pattinare per tutta la durata della partita, allora ti accorgi che così non può andare avanti”.
È stato gestito male il post-Mourinho?
“Con il senno del poi è facile parlare: non si potevano vendere i campioni che avevano fatto sognare. Era una squadra, quella, che era un piacere vedere giocare. Ora, è chiaro che nei ruoli cardine l’Inter è un po’ vecchiotta. Ma io sono convinto che gente come Ranocchia, Obi e Nagatomo può far parte del gruppo nerazzurro: certo, per rendere al meglio c’è però bisogno di una situazione migliore, anche da un punto di vista ambientale, che al momento non c’è”.
Detto che Ranocchia, Obi e Nagatomo possono far parte del gruppo, nei ruoli chiave chi ci mette?
“Farei carte false per Sandro e Bale del Tottenham: due giocatori universali che possono cambiare faccia ad una squadra. Ci aggiungerei Lulic della Lazio che, dal mio punto di vista, può essere davvero un giocatore da top club. Certo, tutto poi dipenderà dalla disponibilità economica della società e dalla volontà di fare investimenti a medio-lungo termine”.
Capitolo giovani.
“Io mi accontenterei che la Primavera fornisse alla prima squadra un giovane all’anno da inserire nei venti titolari: vincere o fare incetta di scudetti o di tornei di Viareggio senza essere di aiuto alla prima squadra, lo trovo fine a se stesso”.
Castaignos è sparito, Coutinho e Caldirola ceduti in prestito.
“Ho già detto di Obi. Faccio anche il nome di Faraoni: può solo migliorare, ma c’è bisogno di tanta fiducia e dovremmo evitare di giudicare questi ragazzi in base al rendimento che hanno nel corso di una partita o per un dribbling andato bene o male: vanno giudicati alla distanza, con un progetto importante”.
Si riferisce a qualcuno in particolare?
“Credo che la vicenda che riguarda Mattia Destro (ceduto al Genoa nell’affare Milito-Motta e poi Ranocchia, ndr) è sintomatica da questo punto di vista: questa situazione andava gestita in un altro modo dalla società”.