City, Haaland: "L'Inter è forte, ci renderà la vita difficile. Mentirei se dicessi che non sento la pressione"
"Voglio vivere il momento, senza guardare troppo avanti o troppo indietro. Penso solo a quello che sta per succedere". A parlare è Erling Haaland, punta di diamante del City intervistato da La Gazzetta dello Sport nel giorno della finale di Champions contro l'Inter.
Che pensa dei suoi avversari?
"Non mi piace parlare molto dei rivali: preferisco concentrarmi su me stesso e sulla mia squadra. Affrontiamo un team forte che ci renderà la vita difficile: dobbiamo giocare al top per vincere".
Lukaku recentemente ha detto che lei può dominare per i prossimi 10 anni. Ha ragione?
"Sono state belle parole da parte sua, le ho apprezzate. Ma io penso solo alla prossima partita".
Lei ha detto che il Manchester City l’ha presa per vincere la Champions: sente qualche responsabilità extra per questo?
"Mentirei se dicessi che non sento la pressione, è ovvio che sia così. E poi è vero: avevano vinto 4 volte la Premier in 5 anni prima che arrivassi io, avevano vinto praticamente tutto: è evidente che sanno già come si fa. L’unica cosa che manca è la Champions, quindi è chiaro che io sono qui per dare una mano a vincerla, per cercare di fare una cosa che il club non ha mai fatto prima: farò del mio meglio, perché riuscirci significherebbe tutto per me".
Ha già immaginato come sarebbe sollevare la coppa?
"Ovvio. Ma ci manca una partita, dobbiamo giocarla al nostro top, che poi è quello che stiamo riuscendo a fare da diverse gare".
Arriva a questa finale senza gol da 4 partite, avendone segnato solo uno nelle ultime 7. Come si sente?
"Un gol nelle ultime 7 partite è solo un modo di vederlo. L’altro è 52 gol e 9 assist in 52 partite. Funziona in entrambi i modi. E io mi sento benissimo".
Quando è arrivato a Manchester a inizio anno, si aspettava che potesse finire con la squadra vicina al triplete?
"Se me lo avessero detto non ci avrei creduto. Ma quando guardi la squadra, a quanto ci è andata vicino ogni anno rimanendo in corsa per ogni trofeo quasi fino alla fine, ti rendi conto che non è una cosa impossibile. Quando sono arrivato ho trovato una squadra che aveva già un’enorme fiducia in sé stessa. E adesso ci manca solo un’altra partita…".
Che impatto ha avuto Guardiola su di lei?
"Enorme. È ossessionato dai dettagli e mi piace molto lavorare con lui. Chiede a tutti di continuare a migliorare e trova sempre la cosa giusta da dirti o farti fare".
Vincere la Champions è il passaporto per il Pallone d’oro?
"Non ci penso, penso solo a vincere la prossima partita. Il resto non mi interessa".