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Crespo: "Per giocare un Mondiale serve la stima del proprio allenatore"

di Andrea Pontone

Intervistato da InterTV, l'ex nerazzurro Hernan Crespo ha parlato in vista di Russia '18: "Da bambino per me il Mondiale era un sogno che nemmeno mi permettevo di desiderare. Per un appassionato di calcio è qualcosa di straordinario riuscire a prendere parte ad uno dei grandi eventi. Io ho avuto la fortuna e la bravura di giocare tre Mondiali da protagonista, figuriamoci chi è riuscito a vincerlo. Mi ricordo Messico '86 con Maradona, fu qualcosa di fantastico".

Sulla sua esperienza da professionista:
"Per me il Mondiale in Francia del 1998 era la vita: ti prepari quattro anni per un appuntamento così grande. Quando siamo stati eliminati, ho cominciato subito dopo a lavorare per . Poi è chiaro che per giocare una manifestazione del genere ci devono essere anche una serie di fattori, tra cui la stima dell'allenatore".

Su Germania 2006:
"Ero il più grande della generazione e quindi anche un po' la guida di quella Nazionale: tutti mi guardavano e mi identificavano come guida del gruppo. Ricordo l'inno nazionale nella prima partita contro la Costa d'Avorio: mi passavano nella testa tutte le immagini, cominciavo a sentire la pressione. Poi ho segnato: è stata una gioia enorme".

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