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Gabigol saluta il Flamengo: "Qui sono diventato immortale, un giorno tornerò". Poi attacca la dirigenza

di Egle Patanè

Dopo quattro anni, iniziati in maniera sfavillante e finiti non esattamente allo stesso modo, l'ex attaccante dell'InterGabigol saluta il Flamengo. Con il club di Rio de Janeiro, il classe 1996 è rinato dopo le brutte parentesi europee con Inter e Benfica, ritrovando la fiducia persa in sé stesso e riprendendosi tempo e gloria perduti nel Vecchio Continente. Due campionati, due Libertadores e 161 gol in 306 partite per Gabriel Barbosa che lo scorso 8 dicembre ha giocato la sua ultima partita con la maglia del club brasiliano, match finito in pareggio contro l'EC Vitoria e al termine del quale l'attaccante ha salutato il suo popolo con il quale si separerà a fine dicembre con la scadenza del contratto. "Sono diventato immortale qui, un giorno tornerò" ha detto a fine partita quando si è tolto qualche sassolino dalle scarpe contro la dirigenza del Mengão.

"I miei genitori mi hanno cresciuto come uomo e penso che la cosa più onorevole per un uomo sia avere voce in capitolo - ha detto prima di inveire anche contro Rodolfo Landim, presidente del Flamengo -. Non hanno avuto parola con me, ma la mia parola è mantenuta, non resterò. Ciò che conta davvero è quello che dicono le strade, sono sicuro che quando camminerò per strada, tra 15 anni o tra 15 minuti, sarò idolatrato, sarò amato. Quello che conta per me sono i tifosi, ho sempre giocato per loro. È stato amore a prima vista, il primo giorno che ho messo piede al Maracanã ho sentito qualcosa che non credo proverò mai più in vita mia. Penso che un giorno tornerò" ha riportato Calciomercato.com.


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