Gaspart: "Ronaldo all'Inter solo per soldi, voleva il rinnovo col Barça. Vicini alla firma, poi chiamò Moratti"
"Ronaldo voleva restare al Barcellona, era felice e desideroso di rinnovare". Parola di Joan Gaspart, allora vice presidente ed uomo forte del club blaugrana sul mercato. Intervistato ai microfoni di Goal.com, Gaspart torna sul trasferimento del Fenomeno all'Inter nell'estate del 1997 e spiega come "abbiamo persino redatto il documento alla presenza del giocatore e dei suoi agenti", Alexandre Martins e Reinaldo Pitta. "Erano le tre del pomeriggio e per questo motivo abbiamo deciso di andare a pranzo e festeggiare il rinnovo di Ronaldo per poi tornare in ufficio e sottoscrivere l'accordo che avevamo raggiunto - prosegue Gaspart -. Siamo andati a mangiare in un ristorante vicino ed abbiamo brindato con champagne per celebrare quanto stava avvenendo. È stato un errore perché se non fossimo andati a pranzo ma avessimo firmato per tempo Ronaldo sarebbe rimasto a giocare nel Barcellona".
Durante il pranzo, "uno degli agenti si assentò per circa mezz'ora a causa di una telefonata". Era il presidente dell'Inter, Massimo Moratti. "In quel momento non ho dato molta importanza all'assenza del procuratore. Quando è tornato si è scusato, ha preso un caffè prima di andare in ufficio a firmare il contratto. Fin dal primo momento in cui siamo arrivati nell'ufficio del presidente Nunez gli agenti hanno iniziato a mettere ostacoli alla conclusione dell'affare, hanno detto a Ronaldo di andare a casa e che lo avrebbero chiamato prima di firmare. Ho chiesto loro di firmare, ma volevano a tutti i costi rinegoziare completamente l'accordo, aumentando i termini economici in maniera molto netta, si trattava di reinventare nuovamente un altro accordo".
Gaspart poi ricorda che "quando eravamo riusciti a rinegoziare i cinque punti che avevano chiesto, ne trovarono un sesto e poi un settimo...". Così il direttore del Barcellona chiamò direttamente Ronaldo "che piangendo mi disse che era dispiaciuto, ma che i suoi agenti gli avevano detto di avere in mano un'offerta molto migliore rispetto alla nostra che gli permetteva di andare in un altro club e guadagnare molti più soldi". Ronaldo non ha firmato e la mattina dopo l'Inter ha depositato presso la sede della LFP i circa 24 milioni di euro della clausola rescissoria.
"Ovviamente non eravamo d'accordo - prosegue Gaspart - e siamo andati alla FIFA a Zurigo per presentare una querela contro l'Inter. Il nostro intento era quello di utilizzare un arbitrato che riuscisse ad individuare un ulteriore cifra da far pagare ai nerazzurri, non che Ronaldo non dovesse trasferirsi. La FIFA successivamente ha dato ragione al Barcellona ed ha condannato l'Inter a pagare altri 400 milioni di pesetas. Personalmente dissi a Moratti che quello che aveva fatto non era serio perché sapeva che stavamo negoziando e che avevamo praticamente chiuso l'operazione per il rinnovo", ripete Gaspart, pur chiarendo che "ha sempre negato di aver raggiunto un accordo ma era una bugia". Tuttavia, assicura che "ogni volta che lo vedo gli ricordo che Ronaldo non voleva andare all'Inter ma che i suoi agenti lo hanno convinto solo per i soldi".
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