Helveg: "Nell'Inter si cambiava tanto, ma qualche segnale si intravedeva. Però sono più milanista"
Fonte: TMW
Intervistato da Tuttomercatoweb, Thomas Helveg ha parlato così del campionato italiano.
Lei lo segue ancora?
"Certo, ogni volto che posso lo seguo in tv. Qui in Danimarca non danno tutte le partite: la più seguita è la più forte, la Juventus, meno Milan e Inter. In questo momento va di moda l'Atalanta perché ha acquistato Cornelius".
Ti piace come giocatore?
"Molto, quando lo vedo giocare mi viene in mente Oliver Bierhoff. In Danimarca ha dimostrato tanto, peccato per l'avventura al Cardiff, ma in Italia si sta ambientando bene".
Ma Helveg è più milanista o nerazzurro?
"Ho giocato cinque stagioni al Milan e una all'Inter: sono più milanista".
Solo questione di tempo?
"No, il mio Milan era il frutto di un gruppo solido e formato da giocatori di alto livello. Ogni anno quella squadra diventava più forte, mentre l'Inter cambiava tanto ogni anno. Anche se, già nel mio anno, s'intravide qualche segnale positivo che poi portò al grande ciclo nerazzurro".
Si può paragonare il tuo Milan a questo Milan?
"Non credo. Il mio era un Milan composto da campioni conclamati, questa è una squadra che ha appena dato il via a un nuovo ciclo".
Come ti sembra questa squadra?
"Sono molto fiducioso, mi sembra una buona squadra. Senza grossi campioni, ma con tanti giocatori che possono crescere".
A proposito di campioni: servirebbe a questa squadra un interno di centrocampo come il danese Christian Eriksen?
"Al Tottenham sta vivendo un momento fantastico. Ha fatto vedere cose importanti, prima all'Ajax e poi a Londra, in un campionato molto più competitivo. Certo, resta un dubbio".
Cioè?
"Con la Danimarca non ha mai fatto vedere grandi cose. Ora è cambiato il ct, magari le cose cambiano. Tornando al Milan: lui giù fu a un passo dai rossoneri".
Quando?
"Prima di andare all'Ajax. Visitò addirittura Milanello, poi l'affare sfumò".
Montella è l'allenatore giusto per questo Milan?
"Per il momento si. Vincenzo ha già accumulato esperienza, non è un novello. Poi in futuro, dovesse questa squadra continuare a crescere, si faranno nuove valutazioni".
Tu che hai giocato in una grande Udinese sei deluso da quella attuale?
"No, perché la realtà dell'Udinese è questa. Quella friulana è una società che va su e giù in classifica da sempre, ci può stare. E poi ha una proprietà con l'esperienza necessaria per scoprire e far crescere nuovi giocatori".
Dal passato al presente: cosa fa adesso Helveg?
"E' in pausa dopo aver vestito anche i panni dell'allenatore. Ho voluto lasciare il calcio per un po', ma adesso mi piacerebbe tornare, magari in Italia con panni diversi".
Allora le faccio vestire quelli del talent scout. Può consigliarci due calciatori danesi già pronti per la Serie A?
"Il primo è Rasmus Falk Jensen, ala dell'FC Copenaghen. E' molto rapido e si muove bene palla al piede. Il secondo è Mikkel Desler, centrocampista classe '95 dell'Odense. Un tipo tosto, con personalità e capace di dire la sua anche nei momenti più difficili".
In conclusione: ha parlato di Serie A con poco appeal, è sempre stato così?
"No, negli anni '90 la Serie A prese piede in Danimarca. Certo, non ai livelli di una Premier League che dagli anni '70 domina incontrastata, ma subito dietro. Ora è diverso, ma io spero che quei tempi possano tornare".