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Ibrahimovic: "Smetterò quando non sarò più al top. Maxwell? Ha una Champions che io non ho"

di Mattia Zangari

Intervistato da Uefa.com, Zlatan Ibrahimovic ha svelato il segreto della sua longevità sportiva, lui che è giunto a un punto della carriera in cui è ritornato a essere determinante in Serie A a 39 anni: "Per quello che ho già fatto, non avrei motivo di continuare a fare questo lavoro - spiega Ibra -. Ancora oggi però ho la stessa passione di sempre, non mi sento mai soddisfatto e voglio sempre di più. Non vedo molti giocatori della mia età che giocavano o giocano ancora oggi come sto facendo io adesso. Quando un giocatore supera i 30 anni, inizia la sua parabola discendente e infine si ritira. Invece io a 30 anni ho iniziato a migliorare. Ho sentito atleti americani dire che hanno speso più di un milione di dollari per mantenere il proprio corpo in forma. Io ho 39 anni. Sono in forma. Gioco ai massimi livelli. Spendo zero per mantenermi in forma. Il segreto non è quanto si spende, il segreto sta nella testa - quanto lo vuoi, quanto sei disposto a sacrificare. Questo è il segreto: la mentalità. E la mentalità non ha prezzo".

Parlando della scommessa di giocare a quest'età, il fuoriclasse svedese ammette: "Vorrei il cervello di Zlatan nel corpo di un 25enne! Oggi mi stanco prima rispetto a quando ero più giovane. Dormo molto perché ho bisogno di recuperare di più. Diciamo che in passato dopo le partite impiegavo un giorno per recuperare, stare bene ed essere nuovamente fresco. Oggi mi servono dai due ai tre giorni, che è una cosa normale per la mia età. Fin quando giocherò, lo farò ai massimi livelli. Il giorno in cui non sarò più al top, allora smetterò di giocare perché ho bisogno di sentirmi vivo. Ho bisogno di sentire di poter dare qualcosa in cambio. Non voglio avere vantaggi perché ho 39 anni. Non voglio che mi si dica "ehi, rallenta" e così via per non farmi stancare troppo. No, voglio essere considerato come un giocatore di livello mondiale e voglio essere trattato alla pari degli altri perché in questo modo posso spingermi ancora di più".

La chiosa è dedicata al rapporto sportivo quasi inscindibile con Maxwell, suo compagno di squadra nelle esperienze all'Inter, al Barcellona e al Psg: "Lui ha una coppa che io non ho: la Champions League (arrivata coi blaugrana nel 2010-11 ndr). Questa è l'unica differenza tra la sua bacheca e la mia. Entrambi abbiamo passato momenti indimenticabili e abbiamo avuto una grande carriera. Abbiamo vinto tanti trofei insieme. Lui è il mio migliore amico nel mondo del calcio, e sono felice e orgoglioso di poter condividere la felicità con lui. È un ragazzo fantastico. E ha molta pazienza per [sopportarmi]. Questa è una grande qualità.

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